dimanche 17 septembre 2023

  1.  L   A                 C   O   V   I   D   I   A   N   I   T   À 

    Non castigo,                              ma lezione di vita:

    che frutti ha tratto, l'uomo, da suddetta lezione?

Carissimo coronavirus,   aprile 2020

Ti scrivo queste poche righe per ringraziarti di avere intimato all’uomo di abbassare la testa a terra e di rivolgere lo sguardo al cielo. Era arrivato, l’uomo, quasi a ritenersi un padreterno in terra, impettito dalla sua sete di potere e inorgoglito dalla sua smania di progresso; fiero del suo genio inventivo era arrivato fin’anche a sfidare Dio in questi suoi voli spaziali che gli hanno inquinata l’aria stessa che respira. Per merito tuo, comunque, l’umanità si è quasi rinsavita; se non fossi giunto tu a tormentarci forse non avremmo mai apprezzata la grandezza della nostra medicina, le stupende doti dei nostri medici, la generosità di chi si prodiga per gli altri negli ospedali; né mai ci saremmo accorti dell’altruismo di chi si mette a servizio del prossimo anche a costo della propria vita: di questi angeli custodi della salute pubblica! Grazie per averci dato la possibilità di prendere in considerazione la disponibiltà dell’uomo buono che solidarizza con il proprio simile…finalmente divenuto il suo prossimo! Grazie anche perché, con questo tuo perentorio «resto a casa», in questo silenzio che sembra parlare all’anima, ci hai fatto rivalutare, anche se ho sentito parlare di alcuni dissensi coniugali che hanno fruttato introiti extra in qualche studio legale, il calore del focolare domestico, gli affetti di famiglia, la bellezza di vivere quelle piccole cose che gli andazzi della società ci avevano fatto dimenticare; ci hai quasi invitati a riscoprire l’innocenza di quel bambino che c’è in noi! Grazie anche per il fatto che stai suggerendo alla società l’idea di ristrutturare il sistema lavorativo, cercando di dare molto più rilievo ed importanza anche ad un lavoro fatto da casa, a quello che ormai ha già preso il distintivo di «telelavoro»; nel frattempo, in questi giorni bui, sembra che alcuni umili lavori stiano divenendo i più necessari. Intanto un grazie personale anche da parte mia: se non fosse stato a causa tua forse non sarei rimasto qui a casa per collaborare a questo «Flash»radiofonico di Lidia Russo, né ti avrei dedicatoalcune miepoesie, né le presenti note che sto mettendo giù.

 Ciò premesso vengo subito a dirti che sei un vigliacco: perché non trovi il coraggio di farti vedere in faccia in modo da darci la possibilità di trovare l’antivirus adatto a schiacciarti? Ma non preoccuparti più di tanto: i nostri efficienti ricercatori sono già all’opera e prima o poi la vittoria sarà nostra come nel caso di tanti altri tuoi predecessori. Scusami se ti faccio presente che, spaventato ed intimorito dalla tua virulenza, vorrei che tu sparissi per sempre dalla nostra beneamata terra e non vi tornassi mai più. Sì, questo è quello che spero di tutto cuore e mi auguro che avvenga il più presto possibile! D’altra parte, però, ho anche il presentimento che appena sparisci tu, l’uomo possa ritornare ad essere l’homo homini lupus di sempre! Stai facendo più vittime tu che le due guerre mondiali messe assieme, ne stai ammazzando più tu di gente che ogni altra epidemia nel passato. Fermati, per piacere, perché per curare i contagiati si devono costruire ospedali di emergenza, senza contare che nei cimiteri non ci sono più posti ed è inumano dover scegliere tra chi far morire e chi salvare! Fermati perché non abbiamo più né lacrime per piangerli, né spazio per pregare, né libertà di abbracciarli, i nostri morti,e  dir loro addio: ci costringi a cremare le salme in solitudine e senza il conforto di alcun parente! Perlomeno, smettila di inveire anche contro i buon samaritani e le solerti crocerossine in soccorso dei fratelli da te contagiati. Prendo sempre più coscienza che stai paralizzando pure ogni genere di affari ed ogni tipo di commercio; non sarà che, una volta passato tu ed il tuo pericolo, i magnati del lucro non facciano scontare i loro perduti guadagni alla povera gente? A proposito di lucro, è vero che tu ti sia potuto propagare così velocemente proprio perché i «sacerdoti del soldo» non hanno denunciato tempestivamente la tua «tenuta a battesimo»! Prima di andare oltre, permettimi di dare una stretta di mano ai media di tutto il mondo per tenerci informati delle tue misfatte e, al tempo stesso, di dare un pò di conforto al nostro spirito; infatti per colpa tua proprio le chiese e i luoghi di preghiera sono divenuti i primi a non essere frequentati; un sentito grazie a voi dunque, radio e tele operatori, per averci fatto trascorrere, fra l’altro, le scorse feste pasquali da buoni cristiani: facendoci accompagnare il Signore sul Golgota e poi farcelo vedere risorto dal Santo Sepolcro. In quanto a te, batterio crudele, non ti rattrista il fatto, unico nella storia della Chiesa e delle telecomunicazioni, di averli costretti a parlarci di un papa, vestito di bianco, andarsene da solo meditando a passi lenti, pastore privato del suo gregge, per Piazza San Pietro sotto la Sua finestra vuota? Tu un cuore non ce l’hai e quindi non puoi capire cosa vuol dire per essi raccontarci di città deserte e di solitudine nel mondo. Giacché ci siamo, sai per quale altro motivo, sia pure ironicamente, mi sento di ringraziarti? Per aver cercato di svalutare «i soldi sporchi»; finché tu sarai tra noi in vari punti vendita non si può pagare in contanti, bisogna pagare o con interact o con carta di credito; il contante può infettare ed ecco che, finalmente per la prima volta nel corso della storia dell’uomo, i soldi sporchi sono stati messi al bando…ma, naturalmente, si fa per dire. Ti giunga gradito, comunque, il saluto dei tanti ragazzi e giovani studenti che hai reso felici impedendo loro di andare a scuola. Molti di essi, fortunatamente, hanno cercato di istruirsi ed educarsi attraverso la telematica offertaci dalla scienza moderna; se tanti altri, al contrario avessero dovuto darsi alla pacchia, la colpa è tua; ragion per cui, vergognati di imbrattare la futura società sin da ora. Che tristezza i nostri week-end senza calcio e le nostre giornate senza divertimenti e svaghi. A questo punto non so proprio come definirti: vorrei chiamarti così come si insultano in campo certi arbriti, ma non lo faccio per decenza.  Hai fischiato la massima punizione addirittura allo sport e alle sue entusiastiche manifestazioni che trascinano folle esultanti. Se, guarda caso, lo hai fatto per punire gli ultras che generano solo disordini e guerriglie, beh non posso proprio darti tutti i torti.

            Scherzi a parte, la terra è ancora terrorizzata dal tuo passaggio e di giorno in giorno i focolai del tuo soggiorno si propagano ancora. Ma, come già ti ho detto, non l’avrai vinta tu e a conti fatti, uniti e compatti come siamo, ti sconfiggeremo! Stando così le cose, vorrei darti un consiglio, vorrei farti un piccolo suggerimento, vorrei porgerti un’umile preghiera; però non arrabbiarti e cerca di capirmi. Se ancora hai qualcosa da farci scontare e la tua missione non è ancora finita e tu avessi altre vittime da sacrificare, perché non ti fai un bell’esame di coscienza e non ti indirizzi verso chi veramente se lo merita?! Lascia stare la povera gente e gli uomini senza malizia e va da chi, incoscientemente, ti ha permesso di poter circolare a manca e a dritta; lascia stare le persone innocenti e va a dare una bastonata in testa a quegli sciacalli che sfruttano questi momenti di confusione e di sbando per fare lucri vergognosi e spuderati guadagni; lascia stare gli agnelli e va da chi si sta già preparando a divenire «lupo per l’altro uomo»! Termino questa mia presente chiedendoti di darmi retta perché, se tu esaudusci questo mio desiderio, spazzando via la cattiveria e ponendo all’orizzonte il variopinto arcobaleno del «tutto andrà bene», la gente che resterà dopo il passaggio di questo tuo disastroso temporale sarà esattamente quella di quel mondo migliore che tutti speriamo: faccela questa grazia e dacci, finalmente, la gioia di intonare al più presto il «Te Deum» di ringraziamento! Amicalmente tuo…ma giusto per gentilezza, Giuseppe

P.S. Pensando con riconoscenza a tutti quelli che ti combattono in prima linea senza nemmeno badare alla loro stessa incolumità, mi permetto di invitare ad uno spontaneo volontariato quanti sono ormai nella fascia «ultra»: non di sport, ma di età. Prendendo la vita con filosofia, vorrei che tu scendessi con loro ad un compromesso. Ammesso che ognuno di essi possa valere la vita di un gruppetto di più giovani, sei disposto ad allontanarti da questi gagliardi e promettenti under e avvicinarti, se sei proprio obbigato a farlo, a qualche over già attempato? Ed allora, miei venerandi e saggi canuti, accettate la sfida e dimostrate al mondo intero che non c’è età alcuna per diventare eroi. Se questa immaginaria barchetta che ho gettato in alto mare dovesse giungere in porto, avrai il merito di passare alla storia come l’unica pestilenza che ha ringiovanito l’umanità sulla faccia della terra! E adesso, con rancore e senza amore, addio per sempre, virus della mal’ora!