SETTIMANA DELLA
LINGUA ITALIANA
La nostra cara lingua
italiana: da dove viene e dove va? Noi, gente del secondo decennio del terzo
millennio, siamo ormai ben lontani dal suo giorno natale ed altrettanto lontani
da quello…che nessuno vedrà mai perché una lingua né nasce, né muore; semplicemente
si trasforma sempre senza mai estinguersi; infatti, cammina col tempo!
Semplicistico e scontato dire che deriva dal latino, ma questo da dove deriva a
sua volta? Dai rivoli, scaturiti da non so dove, scesi giù dai sette colli,
nella Roma antica si formò un laghetto linguistico da cui si diramarono tanti
fiumi che ancora oggi vanno a sfociare nei mari del mondo a forma di delta: creando, cioè, tante altre
parlate a loro volta. Il motivo di questo mio prologo è dovuto al fatto che
l’argomento «La lingua italiana nel tempo: da dove viene, dove va?» fu il tema
trattato nella prima edizione di quella che, ormai da quattordici anni,
celebriamo come «La setimana della lingua italiana nel mondo».
Ricorreva, infatti,
l’anno 2001 allorché Francesco Sabatini, l’allora direttore dell’Accademia
della Crusca, prendeva l’iniziativa di
istituire «l’anno europeo della lingua».
Per quanto riguarda quella nostra nello specifico, essa è curata, oltre
che dall’Accademia della Crusca, dal Ministero degli Affari Esteri della
Farnesina ed è patrocinato del
presidente della Repubblica Italiana. Da noi all’estero, intanto, è promossa e
tenuta in auge dai consolati, dagli
istituti di cultura, dai Comites, da
altri enti locali e, naturalmente dalla Dante Alighieri di carducciana memoria.
Lo scopo di questa manifestazione annuale è quello di promuovere e dare un
impulso alla lingua italiana in tutte le sue sfaccettature; onde assicurarne un
avvenire, poi, è stato inserito proprio ad hoc lo «scrivi con me»: un concorso
di scrittura per gli studenti di italiani all’estero che rappresenta quasi il momento
clou Della manifestazione. Scendendo in altri paricolari, l’evento si propone
di promuovere l’italiano come lingua di cultura classica e contemporanea; come già detto viene orgonizata dalla
Farnesina che l’ha messa in agenda nella terza settimana di ottobre ed è
imperniata intorno ad un tema conduttore che, pur variando di anno in anno, è
sempre strutturato in base a conferenze, mostre, spettacoli, incontri tra
scrittori, e quant’altro cade a proposito onde valorizzare ed allargare il
centro di azione del nostro idioma…dantesco; altro punto di base è quello di
mettere in risalto il nostro patrimonio culturale, e di incentivare la
creatività e la forza della nostra lingua…che, oggi come oggi, è la quarta più
studiata al mondo. Oltre al tema del 2001 che, come detto sopra, riguardava
l’origine e gli orizzonti dell’italiano,
eccovi pure quelli di tutte la altre edizioni; 2002: L’italiano e le arti della
parola; 2003: Temi vari da nazione a nazione e da continente a continente;
2004: L’italiano come lingua di poesia; 2005: La lingua italiana tra narrativa
e cinema; 2006: Il cibo e le feste nella lingua e cultura italiana; 2007: La
lingua italiana e il mare; 2008: L’Italia in piazza; 2009: L’italiano tra arte,
scienza e tecnologia; 2010: Una lingua per amica: l’italiano nostro e degli
altri; 2011: Buon compleanno Italia; 2012: L’Italia dei territori e l’Italia del futuro; 2013: Ricerca, scoperta, innovazione:
l’Italia dei sapori; ed infine 2014: Scrivere la nuova Europa!
E qui a Montreal,
come è stata commemorata la nostra lingua nella terza settimana di ottobre? Mi
soffermo a parlarvi di quella più significativa tenutasi venerdì 24 ottobre al
Centro Comunitario Leonardo da Vinci. Sotto il patrocinio del console generale
d’Italia a Montreal, la direttrice didattica Maria Cristina Mignatti ha organizzato una serata per sensibilizzare
i genitori dei nostri studenti a chiedere l’insegnamento dell’italiano nelle
scuole pubbliche: finora l’italiano è integrato come materia d’insegnamento in
solo quattro scuole…si vorrebbe che ciò avvenisse in tutte le scuole; ma sono i
genitori a dover chiedere ai direttori dei relativi istituti detto insegnamento
al più presto possibile! Ritornando all’incontro del 24
ottobre, eccone i punti salienti. Parola introduttiva del console; messa a
punto dell’integrazione fatta dalla direttrice; testimonianze delle insegnanti
Carmela Bonifacio e Giovanna Giordano; esibizione artistica di alcuni studenti;
filmati adatti al tema trattato ed esecuzioni musicali; presentazione della lettera da inoltrare alle direzioni scolastiche per chiedere l'integrazione dell'italiano. Anche qui a
Montreal, dunque, questo spirito di sensibilizzazione sta divenendo un vero e proprio cavallo
di battaglia; sarebbe veramente una manna dal cielo se, adesso che il Picai sta
chiudendo i battenti, la lingua italiana venisse integrata in tutte le scuole
di Montréal: si verrebbe a confermare il proverbio che se si chiude una porta
si apre un portone. Ricordate Ermanno La Riccia e la strenua lotta da lui
combattuta per l’ottenimento delle aule per i corsi del sabato mattina? Ci ha
lasciati da poco, ebbene onoriamone la memoria «ricombattendo» per una stessa
giusta causa. Se mettere il dito nella piaga può servire a rimarginare la
ferita, perché non metterci dentro addirittura tutta la mano? Ci siamo appena
recati alle urne per la rielezione dei commissari scolastici; ho seguito con
attenzione la propaganda fattasi dai candidati, molti dei quali italiani doc;
ma lo saranno anche puro sangue, visto
che nelle promese di nessuno ho riscontrato un accenno alla suddetta
integrazione che ci sta tanto a cuore? Primo: chiedo scusa se non è materia di
loro competenza; secondo: mi rammarico per chi avrebbe dovuto sensibilizzare
pure loro in tal senso e non l’ha fatto. Tutti noialtri insegnanti del Picai
stiamo dando l’addio al nostro Ente scolastico; magari, da più parti si sta
puntando il dito contro i presunti responsabili della disfatta, senza chiederci
affatto se ne abbiamo un pò colpa anche noi; invece di piangere il morto perché non
ci organizziamo sin d’ora, in vista del prossimo anno scolastico, a schierarci
uniti e compatti in favore della tanto decantata integrazione?
Affinché questo mio
scritto non risulti una cattedrale nel deserto, ho promesso a chi di dovere di dare spesso una voce alle nostre
coscienze…all’italiana, affiché non cada nel nulla l'iniziativa già presa della lettera di cui sopra e che la sognata integrazione divenga cosa fatta e sogno realizzato. E, poiché ogni promessa è debito, vi assicuro che i
debiti li ho sempre pagati!
p.s. Non mi riservo
nessun diritto di autore a questo scritto; anzi, ne chiedo un vostro «mi piace»
con relativa condivisione!