GENTE NOSTRA
«Settembre poi verrà e sulla
spiaggia più niente resterà», ma si riempiranno di gioia e di armonia le aule
delle scuole, i loro corridoi e cortili, nonché tutte le vie d’intorno; in ogni
quartiere della grande Montreal si sentirà echeggiare il dolce sì che suona.
Romanticismo e reminiscenze scolastiche a parte, si sono riaperte le scuole di
lingua e cultura italiana del sabato mattina, gestite dal Picai. Furono volute,
nel 1958, da Mons. Cimichella per garantire un futuro alla nostra lingua; e
questa continuerà il suo cammino nel tempo così come lo ha sempre fatto nel
passato, nonostante gli immancabili scettici e i soliti insoddisfatti
brontoloni che se è bianco dicono nero e viceversa. A loro dispetto e a nostro
vantaggio, la parlata della Divina Commedia, dei Promessi Sposi e del Gattopardo
qui da noi si trasformerà in italianese, italiese, italiense che dir si
voglia…ma sfiderà il tempo e le sue intemperie così come già fu e così come
ancor sempre sarà; resterà una lingua in continuo cammino nel suo essere e nel
suo divenire, a somiglianza di ogni altra creatura vivente che cambia e si
trasforma pur restando sempre sé stessa. A garantire questo suo processo lento e continuo c’è
gente, di ieri e di oggi, a dare buone speranze in merito. Eccovi
per ora qualcuno di ieri, la prossima volta vi parlerò di qualcuno di oggi.
Accennavo prima a Mons.
Cimichella; ebbene una volta parlò di suo padre come uno di quelli che provano
il gusto di essere italiani e che scelse per i suoi figli una scuola dove c’era
la possibilità di apprendere questa lingua. E lui stesso degno figlio di
tanto padre, divenuto grande ed ancora semplice sacerdote, pensò di istituire
le scuole del sabato mattina per permettere un familiare dialogo tra i genitori
e i loro figli che il giorno frequentavano la scuola nelle lingue locali. Personalmente è già da 21 anni che insegno per conto
del Picai e spesso sono stato convocato pure per la giornata delle iscrizioni.
In quei giorni lì ho avuto modo di conoscere un altro grande esempio di
italianità che, anno dopo anno ho sempre più ammirato per il suo alto spirito
Patrio, nonché per il suo attaccamento e rispetto per la nostra madre lingua.
Arrivava sempre verso l’ultima mezz’ora delle iscrizioni; se c’era gente si
metteva in un angolino ed aspettava; quando non c’era più nessuno si
avvicinava, iscriveva chi doveva iscrivere e poi si intratteneva a parlare con
noi insegnanti e col direttore. Seduto davanti a noi si
informava circa l’andamento dei corsi del sabato; esprimeva i suoi pareri, i
suoi pro ed i suoi contro; dava anche dei consigli, ma soprattutto si
rammaricava per quelle famiglie che non prendevano a cuore la causa del sabato
mattina…che per lui rappresenta una priorità nel volere affidare il passato al
futuro consegnando oggi il testimone in questa nostra staffetta culturale. E
non è mai mancato a nessun incontro con gli insegnanti e non ha mai mancato uno
spettacolo di fine anno scolastico dove è sempre stato presente anche con sua
moglie. E se questo non è un convincente modello di italianità…che cos’è?
Durante i miei anni di insegnamento ho avuto sui miei banchi di scuola ben tre
delle sue quattro figlie e tutte e tre sono state delle studentesse diligenti e
ben motivate: ricordo di aver pubblicato, a suo tempo sull’Insieme, molte loro
cose scritte che ora si possono consultare sul sito web del Picai nella pagina
del Sabatino. E non è finita qui perché proprio l’anno scorso ho avuto nella
mia classe una sua nipotina e in qualche classe delle elementari c’era anche
una sorellina di questa; e spesso ad accompagnarle a scuola il mattino e a
venirle a riprendere a mezzogiorno era ancora nonno Cosimo Tropiano.
Dopo questo sprazzo di luce
tutta tricolore, potrei anche fermarmi qui; ma mi sembra doveroso e giusto
continuare per presentarvelo meglio dicendo qualcosa anche sulla sua vita di emigrante.
Nato a Superiora Salve, in provincia di Reggio Calabria; il 18 settembre del 1971, nella chiesa di Porto
Salvo, si sposava con Maria Gullone, nata a Siderna Marina sempre in provincia
di Reggio Calabria. Il 9 aprile del 1972
emigravano a Montreal dove vi giungevano con un volo della compagnia di
bandiera Alitalia. Nel corso della sua vita emigrante Cosimo si è guadagnato onostamente il suo pane
quotidiano, come tanti altri italiani emigrati a Montreal in quegli anni di
boom migratorio, nella Eastern Code Paper. Permettetemi di terminare con una
nota gioiosa che è risuonata in casa sua il 6 settembre scorso. Alcune settimane
fa, via e-mail chiesi a Cinzia, la sua ultima figlia che ho avuto sui miei
banchi di scuola a suo tempo, delle informazioni su suo padre per poter mettere
giù quest’articolo; non avendo ricevuto risposta, dopo alcuni giorni le
chiedevo spiegazioni circa il suo silenzio; mi rispondeva dicendomi: «Non sono in
Canada» e mi dava il numero di telefono di casa sua…senza dirmi il motivo della
sua assenza da Montreal. Dopo qualche giorno un’altra mia ex alunna, sua amica, mi
manda su face book le foto dello…sposalizio di Cinzia Tropiano che, quindi, era
fuori i confini nazionali per trascorrere la sua luna di miele! Congratulazioni Cinzia e Chad: che la
contentezza di questi momenti accompagni ogni passo del vostro cammino in due,
che vi auguro lungo e sereno! E non mancare di essere una maestra di italianità a somiglianza di tuo padre.