dimanche 23 octobre 2016

POESIE PER I MIEI ALUNNI  ©
       Il PICAI, l’Ente che da ormai più di mezzo secolo parla la lingua del tuo cuore è ancora lì ad attendere i nostri  nipoti e pronipoti ai corsi di lingua e cultura italiana del sabato mattina. Per quasi  un quarto di secolo ho insegnato anch’io sui suoi banchi di scuola realizzandomi come emigrante e come educatore di italianità. Entusiasta di detta missione ho coltivato lo spirito di appartenenza dei miei studenti anche attraverso una serie di componimenti personali che mi è piaciuto intitolare «Poesie per i miei alunni». È già da un paio di annetti che non insegno più ma, siccome il Picai un po’ mi manca, ho deciso di pubblicarle in questo mio blog personale…potrebbero arricchire le unità didattiche di qualche insegnante!
Ecco come avrei pensato di «aggiornare» il nostro inno nazionale:           
In Mille partirono /per fare un sol regno /e d’essere libero /ognuno fu degno. /Telefono e radio /al genere umano /l’ingegno nostrano /un dì regalò. //Dei regi la storia /col Fascio riposa:  /sceglievasi il popolo /la Pubblica Cosa. /Istanze più nobili, /lontana da lutti, /e un Euro per tutti /in pace trovò. //La patria lasciarono /le genti emigranti /costrette ad andarsene /da bellici istanti. /Onore e pur gloria /ovunque hanno dato /al suol beneamato /col loro lavor.
Rit.: Ridiamci la mano /con fare più umano /l’Italia lo vuol.
Ed eccovi pure un probabile inno nazionale degli «italiani all’estero»: 
FRATELLI LAGGIÙ
Anch’io d’Italia
son figlio verace:
discendo da un popolo
ben forte e tenace.
Sperando, partirono
i padri un bel giorno
né fecer ritorno
al suolo natal.
Qui giunti lottarono
incontro al destino,
qui giunti soffrirono
per farsi un cammino.
Dei padri la storia
nel tempo fu questa,
frammista anche a gesta
che vanto lor dié.
Le “Piccole Italie”
son tante nel mondo;
da sempre ci legano
d’affetto profondo
a quanti restarono.
Pur qui ce n’è una
che a sé ci raduna
con tanto d’ardor.
Ovunque è nell’aria
quell’italo ingegno
che all’uomo e al suo genere
ha dato sostegno.
Avvinto dal fascino
di tanta grandezza,
di starne all’altezza
anch’io cercherò.
Rit.:
Or qui da lontano
vi tendo la mano
fratelli laggiù.

vendredi 7 octobre 2016

POESIE PER I MIEI ALUNNI  ©
       Il PICAI, l’Ente che da ormai più di mezzo secolo parla la lingua del tuo cuore è ancora lì ad attendere i nostri  nipoti e pronipoti ai corsi di lingua e cultura italiana del sabato mattina. Per quasi  un quarto di secolo ho insegnato anch’io sui suoi banchi di scuola realizzandomi come emigrante e come educatore di italianità. Entusiasta di detta missione ho coltivato lo spirito di appartenenza dei miei studenti anche attraverso una serie di componimenti personali che mi è piaciuto intitolare «Poesie per i miei alunni». È già da un paio di annetti che non insegno più ma, siccome il Picai un po’ mi manca, ho deciso di pubblicarle in questo mio blog personale…potrebbero arricchire le unità didattiche di qualche insegnante!
        La seguente poesia non è mia, bensì di San Francesco d’Assisi; è il primo documento che attesta il passaggio dal latino all’italiano. È in volgare umbro ed anticipa quello fiorentino di Dante, divenuto lingua italiana!
CANTICO DELLE CREATURE
«Altissimu, onnipotente, bon Signore,
tue so' le laude, la gloria e 'honore et onne benedictione.
Ad te solo, Altissimo, se konfàno et nullu homo ène dignu te mentovare.
Laudato sie, mi' Signore, cum tucte le tue creature, spetialmente messor lo frate sole, lo qual è iorno, et allumini noi per lui. Et ellu è bellu e radiante cum grande splendore, de te, Altissimo, porta significatione.
Laudato si', mi' Signore, per sora luna e le stelle, in celu l'ài formate clarite et pretiose et belle.
Laudato si', mi' Signore, per frate vento et per aere et nubilo et sereno et onne tempo, per lo quale a le tue creature dài sustentamento.
Laudato si', mi' Signore, per sor'aqua, la quale è multo utile et humile et pretiosa et casta.
Laudato si', mi' Signore, per frate focu, per lo quale ennallumini la nocte, et ello è bello et iocundo et robustoso et forte.
Laudato si', mi' Signore, per sora nostra matre terra, la quale ne sustenta et governa, et produce diversi fructi con coloriti flori et herba.
Laudato si', mi' Signore, per quelli ke perdonano per lo tuo amore, et sostengo infirmitate et tribulatione.
Beati quelli ke 'l sosterrano in pace, ka da te, Altissimo, sirano incoronati.
Laudato si' mi' Signore per sora nostra morte corporale, da la quale nullu homo vivente pò skappare: guai a quelli ke morrano ne le peccata mortali; beati quelli ke trovarà ne le tue santissime voluntati, ka la morte secunda no 'l farrà male.

Laudate et benedicete mi' Signore' et ringratiate et serviateli cum grande humilitate».