samedi 15 janvier 2022

 

Il signor covid     

        Da bimbi, andando a scuola, avevamo la bella abitudine di chiamare “signor/a maestro/a quelle care persone che in appresso sono rimaste nei nostri cuori come maestri di vita. In queste mie dissertazioni sulla pandemia ho asserito più volte che questo più o meno bene o maledetto coronavirus è stato anch’esso per noi un maestro di vita. In primo luogo ci ha abituati ad un certo distanziamento sociale onde rispettare sia la nostra incolumità sanitaria che quella altrui. Quante riunioni familiari, per scendere in un importantissimo dettaglio, hanno dovuto essere rimandate o cancellate a causa di un possibile assembramento di individui, o magari tenute ugualmente, ma con un ristretto numero di parenti od amici? E da persone di buon senso e comprensive ci siamo sottomessi di buon grado a suddette restrizioni. Ma di questa grande lezione di vita dadaci dal nostro diversamente amico coronavirus ne abbiamo fatto tesoro a priori o soltanto finché non è venuto ad intaccare i nostri interessi personali o non è venuto a scombussolare i nostri piani? Spesso, infatti, certi problemi della vita li risolviamo con saggezza e giusto equilibrio solo sulla pelle degli altri e mai su quella nostra personale.

          Siamo nel mese di gennaio 2022 e sono ancora in vigore il coprifuoco e le misure di sicurezza prese dai responsabili della salute pubblica per le appena terminate feste natalizie. Angie ed Angelo, sbirciando il calendario, hanno riscontrato che il 17 aprile, giorno del 50mo compleanno della figlia, cade proprio il giorno di Pasqua. Che bello festeggiare la ricordevole ricorrenza esattamente in quel “dì di festa”, “tutta la famiglia riunita”! Ah sì, sicuro che è proprio bello? E le amiche della festeggiata non amano trascorrere quel santo giorno con le loro famiglie? E questo non è che il primo punto; punto secondo: il covid non sta dando una ulteriore violenta spallata all’umanità sotto la denominazione di deltacron? Sicuro che non ci saranno misure precauzionali pure per suddetta festività primaverile? Sicuro che l’ormai nostro nuovo coinquilino virus non ci chieda ulteriori sacrifici da fare per proteggere la nostra salute e quella altrui? Oh no, questo non è giusto! Il 50mo di una figlia ricorre una volta sola nella vita e non è per nulla corretto porre delle restrizioni a tanta gioia. Ah no, stavolta il governo sbaglia a prendere ulteriori misure restrittive.

E va bene, il ragionamento fin qui fatto è saggio e pertinente. Ma vogliamo concederci un attimo di riflessione per esaminare il tutto da un punto di vista più razionale? Se in casa di Angie ed Angelo si è verificato l’anniversario della figlia a Pasqua, in molti altri nuclei familiari si saranno avvicendati motivi di festa analoghi durante questo tremendo periodo di pandemia; ed in ognuno di questi gruppi familiari il motivo di disappunto sarà stato perfettamente lo stesso…identico e preciso. “Oggi qui, domani lì” in ogni famiglia ci saranno, giorno dopo giorno, espressioni di “ribellione” contro “l’ordine costituito”. Ciò premesso dobbiamo ammettere che i frutti colti da questa lezione di vita che il coronavirus, unitamente alle sue varianti, è venuto a darci sono frutti che devono ancora maturare. Quella buona disposizione, che millantiamo di avere nel rispetto delle tante leggi imposte in circostanze rincresciose, tutto sommato non è altro che un semplice dovere riservato sempre agli altri e mai a noi stessi; infatti, se questo dovere favorisce le nostre esigenze va fatto, ma se intacca i nostri interessi allora va messo a bando. Ragion per cui sapete cosa vi dico? “Uomini siate e non pecore matte” se veramente “fatti non foste a viver come bruti, ma per seguir virtude e canoscenza” in primis per gli altri e poi per voi.