vendredi 4 décembre 2020

 

Sul podio della covidianità

      Una seconda ondata del coronavirus era stata data per scontata, anche se non con assoluta certezza. E già dai primi dell'autunno la ricaduta si è affacciata in vari Paesi andando a prendere di mira anche i giovani: è venuto a fare una carezza pure sulle spalle della promettente età verde!

       Ma cerchiamo di fare una messa a punto su quello che si è verificato, per quanto riguarda il comportamento umano, tra la prima e la seconda fase del covid 19. Intanto va sottolineato che la medicina, ben supportata da precedenti esperienze analoghe e dai passi da gigante fatti dalla scienza, ha saputo controbatere efficientemente gli attacchi del morbo, pur non avendo ancora trovato un vaccino adatto a debellarlo compleltamente. Cosa questa quasi illusoria perché l’unico rimedio a certi mali sta nella convivenza con essi o nella speranza di una eventuale riproduzione di anticorpi. Ciò premesso mi permetto di paragonare questa devastante covidianità ad una gara agonistica e mettere sui tre gradini del podio i protagonisti delle rispettive medaglie. Quello più alto spetta a medici e paramedici che si sono prodigati anima e corpo a soccorrere i contagiati anche a costo della loro stessa vita; ad essi, dunque il meritato onore della medaglia d’oro e il caloroso applauso della nostra riconoscenza!

       Dal canto suo, a quanto pare, pure la fascia generazionale adulta e senile ha fatto la sua parte per non ingolfare il traffico delle vite verso l’aldilà. Un po’ perché prudentemente consigliata dai figli, un po’ per ubbidienza alle  nuove misure di sicurezza, un po’ anche per paura di essere veramente abbracciati da sorella morte…noi anzianotti e gente matura siamo stati, più o meno, di buon’esempio nella gestione di questo increscioso tempo buio; e possiamo essere orgogliosi di aver saputo rinviare a più tardi il giorno della nostra comparsa alle porte del paradiso. E, come avrete ben capito, il secondo posto del podio mi va di assegnarlo proprio alla categoria di queste brave persone: la medaglia d’argento, quindi, sul petto della saggezza che ha tenuto la situazione sotto controllo con calma e riflessione.

       Immagino che siate curiosi di sapere chi ho messo sul terzo gradino del podio; ebbene la medaglia di bronzo l’ho appesa al collo della spensieratezza giovanile. Cari giovani, sin dall’affacciarsi su terra del coronavirus siete stati gli angeli custodi di nonni e genitori più soggetti all’attacco del morbo. Ricordate la spesa fatta per loro e lasciata sull’uscio di casa? E quei saluti di affetto lanciati dalla strada attraverso vistosi baci volanti? Siete stati veramente stupendi nel prendervi cura dei vostri vecchietti con diligente premura e filiale affetto! Ma non sarà che la vostra asintomaticità vi abbia fatto rischiare troppo? Con l’arrivo dell’autunno, infatti, la pronosticata seconda andata si è realmente verificata ed ha preso di mira anche voialtri giovanotti che, a torto o a ragione, vi eravate illusi di essere quasi dei privilegiati. Non sarà che il vostro entusiasmo vi abbia fatto sottovalutare i parametri della situazione? Dovunque nel mondo si è notata una certa trascuranza da parte vostra sulla messa in tratica delle necessarie misure di sicurezza; dovunque nel mondo l’euforia del divertimento e del raggrupparsi insieme vi ha portati a negligere il distanziamento sociale e l’uso della mascherina. Non sarà stato questo vostro modo di comportarvi tanto  impulsivo da rasentare quasi l’incoscienza? Non sarà, infatti, proprio questa vostra leggerezza ad aver appesantito lo scorrere di questo sfortunato 2020?

       Visto che ci risiamo, speriamo bene e torniamo a sognare di nuovo il sereno arcobaleno del «tutto andrà bene»!