mercredi 23 décembre 2015

Image result for presepeNumero speciale dedicato a Bergoglio: il papa della pace…come Cristo e Francesco.
LA NATIVITÀ
753 anni dopo la Fondazione di Roma, a Betlemme nasce Gesù Bambino. Dopo solo 33 anni la sua condanna alla cricifissione, emessa a Gerusalemme da Ponzio Pilato, passa alla storia come il processo più sconcertante dell’umanità; divenendo, intanto per noi cattolici, il sine qua non di quella Resurrezione che ha redendo il mondo. Natività e crocifissione: le radici della nostra anima…perché strapparle dai nostri cuori?  Francesco d’Assisi, il santo dalle stimmate – l’altro Cristo, istituisce a Greccio la natività con il primo presepio vivente della storia. L’otto dicembre scorso papa Bergoglio, l’altro Francesco, apre la porta santa per il Giubileo speciale della Misericordia. Papa Francesco…un sovrano della terra che invita anche tutti gli altri, di buona volontà, a combattere il terrorismo col cuore dell’umanità, ovvero con l’umanità del cuore; un sovrano che porge l’esempio a «dar cuore ai miseri» per dissipare la paura da ogni animo!
Ciò premesso, rieccoci alle soglie delle tanto attese feste natalizie cui fanno da sfondo mille tradizioni, una miriade di usanze care, nonché innumerevoli «abusanze» commerciali. Portata in giro nei centri di acquisto sontuosamente addobbati a festa, per la ricordevole foto col babbo natale, la nostra infanzia va sempre più allontanandosi dalla suggestività della grotta di Betlemme; di conseguenza pure l’umanità va sempre più distorcendo il reale e sublime significato della Santa Natività. In ogni modo oggigiorno nelle case di mezzo mondo a farla da padrone, oltre allo sfarzo di ghirlande e luci sui balconi, alle finestre e per le strade, c’è immancabilmente il verde abete a mantenere la tradizione e la caratteristica ricostruzione del presepio a ricordare la nascita del Bambinello in una fredda grotta di Betlemme 2015 anni or sono. E quest’ultimo, senza ombra di dubbio, porta il marchio del made in Italy. Ma da quegli sprazzi di luci che si diramano dall’alberello...non c’è proprio nemmeno un raggio a ricordare la luminosità della nostra terra?
Procedendo con ordine, nel 1223 in una campagna di proprietà di un certo Giovanni Velita, nei pressi di Greccio in provincia di Rieti nel Lazio, San Francesco d’Assisi realizzò per la prima volta una rappresentazione vivente della Natività per ricreare la mistica atmosfera della notte Santa a  Betlemme...ed anche quella notte nacque, miracolosamente, un Bambinello che il santo d’Assisi ebbe la gioia di cullare fra le sue braccia: prendeva il via la cara usanza del presepio! Ma, guarda caso, non si narra pure che la gente del luogo, per illuminare l’oscurità delle tenebre, si recasse sul posto con torce e fiaccole accese?. Ed ora, questo scintillìo di fiammelle nello sfondo degli alberi circostanti non balza pure al vostro sguardo come un raggio di serafica italianità che manda ancora la sua significativa luce pure dagli alberelli natalizi dei nostri giorni?

 Intanto da qualche ramo di quello di casa mia o accanto al presepio, a dispetto del rosso panciuto dalla barba bianca (anch’egli «raggio di italianità» perché Santa Close deriva, neanche a farlo apposta, da San Nicolaus) che distribuendo regali a manca e a dritta sembra beffarsi della «saggia» creduloneria umana, è religiosamente presente ogni anno anche l’arcana calza della vecchia Befana, a ricordare i doni dei saggi magi, nonché…a spazzar via ogni festa. Un altro magico raggio di italianità che l’andazzo dei tempi va progressivamente relegando nella notte dell’oblio o, forse, a intrappolare nella rete di qualche clan di Halloween. Una volta passati a miglior vita noialtri anzianotti, infatti, quanto tempo ancora resterà a irradiare la sua calorosa luce  di dolcezza e bontà la nonnina dei nostri giorni bambini?