jeudi 23 mars 2023

 

Subito Papa?

L’arcivescovado di Toronto nasce il 17 settembre del 1841 come una regolare diocesi ed il 18 marzo del 1870 diviene arcidiocesi. Si trova sulla Yonge Street e a tutt’oggi conta ben 223 parrocchie con 811 sacerdoti e 668 religiose; comprende le regioni di York, Peel, Simcoe, Dufferin, Durham e, naturalmente, Toronto; si estende su 13.000km quadri e la sua popolazione cattolica è di circa 1.626.465 anime. La cattedrale dell’arcivescovado è intitolata a San Michele ed il clero riceve la sua formazione nel seminario di Sant’Agostino.

I vescovi del tempo in cui fu semplice diocesi sono tre: Michel Power dal 1841 al 1847, Armand François-Marie de Charbonnet dal 1847 al 1860 e John Joseph Linch dal 1860 al 1870. I suoi arcivescovi, invece, sono 10: John Joseph Linch dal 1870 al 1888, John Walsh dal 1888 al 1898, Denis T. O Connor dal 1898 al 1908, Fergus Patrick Mc Evay dal 1908 al 1911, Neil Mc Neil dal 1911 al 1934, James Charles Mc Guigan dal 1934 al 1971, Philip Francis Picock dal 1971 al 1978, Gerald Emmett Carter dal 1978 al 1990, Aloisius Ambrozic dal 1990 al 2006 e Thomas Christofer Collins dal 2006 all’11  febbraio 2023 quando per raggiunti limiti di età ha presentato le sue dimissioni a papa Francesco.

E sapete chi ha tempestivamente nominato come 14mo monsignore dell’arcivescovado di Toronto? Con grande gioia e soddisfazione di noialtri italiani, ha messo il pastorale del Cardinal Collins nelle mani del giovanissimo vescovo ausiliare di Montreal Frank Leo…che non ha fatto neanche il tempo a programmare il suo cammino di vescovo ausuliare che subito il papa gli ha aperto una strada più larga e più impegnativa da percorrere. Da buon rivierano mi permetto di dire che solo alcune domeniche  fa il neo-eletto vescovo ausiliare di Montreal aveva scelto proprio la Missione Maria Ausiliatrice per dare il via ai suoi primi passi pastorali in mezzo a noi italo montrealesi.

In occasione di tale nomina, come ben sapate, proprio in questo mio blog ho parlato in lungo e in largo di monsignor Frank Leo. Al termine di quest’altra mia piccola dissertazione a suo riguardo vorrei soffermarmi a sottolineare tre cose. Primo: Frank Leo ha soltanto 52 anni ed allora il suo cammino nella vigna del Signore è ancora abbastanza lungo e ben gli si addicono delle aspirazioni “ad maiora”. Secondo: benché giovane Frank Leo ha già un curriculum sacerdotale ben consistente e nutrito e che già conosce molto bene pure i palazzi apostolici  del Vaticano. Terzo: non sembra anche a voi, ora che è stato insignito del titolo di eccellenza, che possa ben sperare a divenire ben presto una porporata eminenza prima ed una  santità vestita di bianco in appresso?  Eccovi intanto il suo pensiero a proposito dell’incarico appena ricevuto: «È con grande umiltà che accetto questa nomina del Santo Padre a servire i fedeli dell’Arcidiocesi di Toronto. Ringrazio papa Francesco per la fiducia che ha riposto in me. Questa è stata una nomina davvero inaspettata, eppure ho imparato durante il mio sacerdozio e il mio servizio alla Chiesa che momenti inaspettati portano enormi benedizioni»…e quelli che diventi eminenza e poi «subito papa» siano altri due momenti inaspettati da realizzarsi a tempo opportuno!

vendredi 10 mars 2023

 

La fissa dimora   

Può esistere una fissa dimora per l’uomo sempre alla ricerca di nuove emozioni e di altri mondi da esplorare e di conoscenze da fare? Con quale desiderio e con quale sogno da realizzare ci si unisce all’anima gemella, quella leggendaria metà da qui fummo staccati secondo una lontanissima teoria filosofica? Col desiderio di mettere su una casa da riempire con una famiglia ideale! E la si compra la nostra «casetta in Canada» e man mano nel tempo andiamo ad ammortizzarne il debito con dovute rate mensili. E giorno dopo giorno andiamo personalizandola secondo i nostri gusti e le nostre esigenze per renderla degna di coccolarci e di darci conforti e soddisfazioni,

L’uomo, però, è un essere sociale per natura ed anche come nucleo familiare deve stare al passo coi tempi in quella società a cui anch’egli va dando una giusta impronta ed un indirizzo etico. E questa benedetta società non è abituata a star ferma e va sempre più imponendoti di puntare gli occhi su altri luoghi e nuovi spazi e va sempre più invitandoti ad inventare nuovi diversivi onde sentirti più felice e contento. Nuove ed impreviste esigenze, queste, che ti allontanano dalle mura domestiche e ti portano fuori da quella casetta che pesa ancora sul tuo fardello economico. Per assuefarsi alle esigenze della comune mentalità –pur dovendo continuare ad onorare il bilancio ipotecario- ci si assoggetta ben volentieri a quelle spese vacanziere che ci portano su altri lidi ed altre spiagge…sia per distrarci e sia, malgrado tutto, per aiutare inconsciamente gli imprenditori alberghieri a saldare i loro debiti, ammesso che ancora ne avessero! E non ci passa neanche per l’anticamera del cervello che la società ci va sempre più abituando a chiudere le porte di casa nostra per andarcene a gustare cenette e pranzi di occasione in ristoranti e pizzerie del quartiere o di fuori porta. Ma se ci si compra un tetto sotto cui trascorrere una vita tranquilla, perché ci si permette poi di andare a fare i turisti sotto cieli estranei e costosi?

Sarà, almeno quella futura, una nostra fissa dimora? Nemmeno quella ti viene regalata ed è bene che te la riservi in anticipo se non vuoi che chi resta, altre alle lacrime del cuore, deve rimetterci pure il pianto del portafoglio. Non penso che nella vita eterna si abbia bisogno di spostarsi di qua e di là; in questa terrena forse è la carne che ha bisogno di un conforto a giusta «temperatura»: l’anima essendo puro spirito sta bene là dove si trova…soprattutto lì dove Dio le dà la giusta destinazione. Il nostro corpo non oltrepassa il muro del tempo e i confini dello spazio; nell’aldilà, allora, lo spirito senza le voglie della carne non avrà più bisogno di nulla per realizzarsi: è già perfetto così com’è in quella che, immagino, finalmente sarà la sua fissa dimora. È la carne quindi che in questa vita ci chiede tanto; in quell’altra, invece, la sola anima si accontenta del poco per essere felice: meditiamo su questo soprattutto nei pre-arrangiamenti funebri e cerchiamo di renderci conto che, forse, non è cosa né buona né giusta alleggerire troppo il conto in banca…per passare a miglior vita in pompa magna!