mardi 30 juin 2020


Riflessioni meditate nel silenzio della quarantena



Coronavirus:



pensiero fisso di inizio 2020 a sbandare i passi dell’umanità in cammino.



IO, che mi sono orgogliosamente chiuso in quarantena, diventerò quel modesto io capace di rispettare anche gli altri?



Anche l’orgoglio ha il suo picco; appena lo raggiungi ti fa capire chi realmente sei!



Eccoci tornati ad essere quelli che non accettavamo di essre: uomini normali!



Grazie per averci permesso di abbasare la testa per terra e di alzare gli occhi al cielo.



«Resto a casa», in questo silenzio che sembra parlare all’animo, ascoltiamola, finalmente, la voce della nostra coscienza.



Lavarsi le mani per evitare il contagio; sciacquarsi la bocca per non creare panico!



Grazie camici bianchi; medici in prima linea, crocerossine al fronte, angeli custodi della salute altrui.



Vestito di bianco, pastore senza gregge, papa Francesco, camminando a passi lenti per Piazza San Pietro, medita sotto  la sua finestra vuota.



Nuovi modi e abitudini di vita all’orizzonte…adattarsi a convivere col nemico.



La memoria umana è così corta che si scorda troppo presto proprio delle cose di cui non dovrebbe dimenticarsi.



Che ordine e che disciplina nei supermercati e centri di acquisto! Non si potrebbe estenderlo a sempre suddetto comportamento civico?



Stretta quarantena soprattutto per gli over 60. Molto bene! Ma perché in determinati orari ci sono supermercati aperti esclusivamente per le persone anziane?



Il nostro nuovo,  sia pur scomodo compagno di vita!



Quando Dio creò il mondo non gli diede una data di scadenza; gli prescrisse solo dei «ricostituenti» geologici con cui rigenerarsi.



Il progresso dell’uomo è come la scalata di un monte; quando raggiungi la cima,  non rimane che il discendere.



Grazie per le città disintossicate dallo smog e per i cieli purificati dalle piogge acide.



Se l’uomo fosse stato capace di diventare migliore, avrebbe utilizzato la peste del Peleponneso come trampolino di lancio per tuffarsi nei mari della bontà!



Contrito, l’uomo si è inginocchiato dinanzi a Dio per confessarsi. Fino a quando resterà nel suo cuore questo proposito di bontà?

Un anormale necessario ritorno alla normalità!



Se si è preparati alla vita, si dovrebbe essere pronti ad affrontarla in ogni evenienza.



Ereditario fiore all’occhiello dell’umanità in cammino, ecco di qua i camici bianchi figli di Abele; e di là gli sciacalli figli di Caino.



Il contagio ammazza, lo sciacallaggio degrada, ma l’uomo resta sempre lo stesso.



Mamma mia quanta gente si è insavita e istruita con questa pandemia. Tu, però, ascolta tutti e non credere a nessuno; non vorrei che, oltre al contagio, si propagasse pure il panico. Ed allora: se ci si lava le mani per evitare quello, sciacquamoci pure  la bocca per non diffondere questo.



La prima visita di dovere dopo la pandemia è da farsi al cimitero: per rendere il mancato omaggio a quelli che vi sono stati portati, e per rendere grazie a Dio per non esserci stati portati.

lundi 15 juin 2020



GENTE NOSTRA: paladina di italianità
Definire Giovanna Giordano «paladina di italianità» è ben poca cosa ed è un’affermazione
alquanto restrittiva. Prima di inoltrarmi nel racconto della sua vita, mi fa piacere portarvi alla fonte del suo essere una vera italiana: questa genuina sorgente è sua nonna Guglielma Battaglia, che se n’è volata in cielo alla veneranda età di 103 anni non molto tempo fa; tornando in vacanza a Pentedattilo, da adolescente e da giovane,  era a casa di nonna Guglielma che ritrovava le sue radici e si nutriva di quello spirito di appartenenza che la contraddistingue: in quella casa che ancora adesso trova perfetta nella sua semplicità. Intanto possiamo quasi dire che sia stata baciata in fronte dalle stelle dell’emigrazione sin da bambina. Nata a Pentedattilo, ha solo 11 mesi, infatti, quando viene portata a Milano, dove vi trascorre la sua infanzia e fanciullezza fino all’età di 13 anni; ed è appunto in questa tenera età che, insieme a tutta la famiglia, se ne viene qui a Montreal a raggiungere il padre che, dopo una prima esperienza migratoria in Francia, aveva deciso di trasferirsi definitivamente in Canada. Delle scuole da lei frequentate per conseguire i titoli di studio che arricchiscono la sua preparazione culturale vanno ricordate: CEGEP Marie Victorin, High school Monseigneur Harold Doron, Università per stranieri di Pisa, nonché la Ca Foscari di Venezia. Si sposava il 26 agosto del 1976, giorno della festa di Sant’Anna di cui è particolarmente devota e che è una delle feste patronali che, dopo la St Patrick, è quella che coinvolge i più disparati gruppi etnici della grande Montreal. Da questo matrimonio nasce la figlia Amanda che col marito Enrico regala a Giovanna la gioia di due stupende nipoti: Elisa ed Emma. Attualmente la Giordano è felicemente sposata con Vincenzo Castellana.
Personalmente l’ho conosciuta ad inizio anni ’80 allorché cominciai ad insegnare nei corsi di lingua e cultura italiana del sabato mattina nella scuola Leonardo da Vinci in RdP per conto del PICAI. Lei già era lì in veste di vice-direttrice da vari anni e subito mi colpì il suo fare solare e spigliato, ma soprattutto il suo entusiasmo e la sua voglia di vivere all’italiana. Naturalmente parla molto bene sia il francese che l’inglese, comunque non dimenticherò mai una sua asserzione fattami su quei banchi di scuola: «La mia vita qui in Canada l’ho svolta e continuerò a svolgerla in lingua italiana!». Oggi come oggi vi sono varie scuole dove si insegna il nostro idioma come materia di insegnamento. La prima di queste fu la East Hill in RdP e fu proprio la Giordano a far sì che in detta scuola tutto questo divenisse realtà. Attualmente fa anche parte del CESDA: il nuovo fiore all’occhiello della nostra comunità che si prefigge appunto di continuare, addirittura come Ente comunitario, l’integrazione della nostra lingua nelle pubbliche scuole; ed in effetti in ben quattro istituti scolastici di Laval tale sogno è già divenuto realtà…appunto dietro sua iniziativa.
Ormai Rai Internazionale la fa da padrona nei nostri focolari 24 ore su 24; ebbene, a dare un colpo di mano a Giovanni Rapanà, che si impegnò con tutte le sue forze affinché questo segnale radio attraversasse gli oceani, fu appunto l’amica e collega Giovanna Giordano. Inutile dire che nemmeno all’apertura della ICI Montreal, che da un paio di anni ci tiene compagnia ogni sera della settimana, è mancata la significativa spinta della nostra dinamica «calabrisella». A proposito delle sue origini calabresi state a sentire cosa successe un giorno. Da buona calabrese mi invitò a collaborare sul periodico «L’altra Calabria» promosso dagli amici «I calabresi nel mondo», ma io reclinai varie volte il suo invito; ad una sua ennesima richiesta le risposi: «Ma mica sono calabrese io!»; al che lei ipso facto mi replicò: «Vedi, caro Giuseppe, che la nostra rivista non è solo per i calabresi, ma per tutti gli italiani!»…e vi collaborai fino alla chiusura dei suoi battenti. Superfluo dire che da vari anni ricopre la carica di presidentessa del COMITES di Montreal, un Ente istituito dal governo italiano tramite la Farnesina. Se come insegnante ha dato prova di tutta la sua carica di italianità, come preposta a detto Ente sta dimostrando tutta la sua operosità e tutto il suo impegno per risolvere i problemi degli italiani all’estero. Ricordate il COGIC, il gruppo dei giovani italo-canadesi che si impegnano a promuovere l’italianità…nel tempo e nello spazio? Ebbene, questo gruppo nacque ed ancora adesso opera grazie alla nostra Giovanna: come prova del nove cito solo gli scambi interculturali tra i giovani dello Stivale e quelli del Quebec!  In collaborazione col CGIE e sempre a valorizzare l’impegno giovanile ha organizzato e diretto il seminario dei giovani tenutosi a Palermo non molto tempo fa, un’esperienza unica e di risonanza mondiale che ancora adesso la riempie di soddisfazione e di orgoglio. Da ricordare pure il primo congresso mondiale dei giovani tenutosi a Roma all’inizio di questo XXI secolo dove prese la parola pure Sonia Benedetto, in rappresentanza dei giovani portati nella città eterna da Giovanna.
Chi non conosce «Una voce per Padre Pio»? Non tutti sanno, però, che pure qui a Montreal c’è un centro di raccolta fondi per questa pia opera di carità. E adesso che lo sapete, sappiate pure che questa dislocazione si trova proprio nella mitica Casa d’Italia e che fu appunto la nostra Giordano a dare un colpo di mano ai responsabili della pia opera per aprire un centro anche qui da noi. Sotto la bastonata del coronavirus, in questo forzato resto a casa che ho definito «un silenzio che parla all’anima», ho scritto varie cose su questo argomento e mi è sembrato che questo inaspettato modus vivendi abbia risvegliato in me lo schiribizzo della creatività letteraria. In questo contesto, ascoltando le notizie sulla nostra OMNI News ICI Montreal sono venuto a conoscenza di un’altra stupenda iniziativa di Giovanna a favore della nostra gente. Per venire incontro alle persone bisognose e mal prese in questo impato del covid 19 ha contattato vari industriali e persone facoltose per raccogliere e distribuire alimenti ed articoli di prima necessità a coloro che sono particolarmente esposti ai pericoli di questa mostruosa pandenia. Detto centro «di generosità» si trova anch’esso, quarda caso, nella nostra preziosa Casa d’Italia. Ed è stato appunto questo suo ultimo gesto di sentita italianità che mi ha spinto ad arricchire la mia collana di «Gente nostra» con il suo singolare profilo, a cui voglio aggiungere un ultimo tocco di singolare amor Patrio: il 27 dicembre del 2006 il presidente Giorgio Napolitano le conferiva il titolo di Cavaliere al merito della Repubblica Italiana; senza dimenticare che nel 2011 viene riconosciuta come Prima Dama Ambasciatrice del Consiglio di Sant’Anna de Prescott; e nel 2013 Diamond Jubilee par le Gouverneur du Canada. Con questo mio scritto ho voluto premiare la sua costante presenza e la sua disinteressata implicazione nel sociale: fattore questo che dà un significativo impulso a far sì che ognuno di noi si senta orgoglioso di essere italiano: grazie Giovanna e ad maiora! 


lundi 1 juin 2020


(seconda ed ultima parte)

Prima di andare oltre, permettimi di dare una stretta di mano ai media di tutto il mondo per tenerci informati delle tue misfatte e, al tempo stesso, di dare un pò di conforto al nostro spirito; infatti per colpa tua proprio le chiese e i luoghi di preghiera sono divenuti i primi a non essere frequentati; un sentito grazie a voi dunque, radio e tele operatori, per averci fatto trascorrere, fra l’altro, le scorse feste pasquali da buoni cristiani: facendoci accompagnare il Signore sul Golgota e poi farcelo vedere risorto dal Santo Sepolcro. In quanto a te, batterio crudele, non ti rattrista il fatto, unico nella storia della Chiesa e delle telecomunicazioni, di averli costretti a parlarci di un papa, vestito di bianco, andarsene da solo meditando a passi lenti, pastore privato del suo gregge, per Piazza San Pietro sotto la Sua finestra vuota? Tu un cuore non ce l’hai e quindi non puoi capire cosa vuol dire per essi raccontarci di città deserte e di solitudine nel mondo. Giacché ci siamo, sai per quale altro motivo, sia pure ironicamente, mi sento di ringraziarti? Per aver cercato di svalutare «i soldi sporchi»; finché tu sarai tra noi in vari punti vendita non si può pagare in contanti, bisogna pagare o con interact o con carta di credito; il contante può infettare ed ecco che, finalmente per la prima volta nel corso della storia dell’uomo, i soldi sporchi sono stati messi al bando…ma, naturalmente, si fa per dire. Ti giunga gradito, comunque, il saluto dei tanti ragazzi e giovani studenti che hai reso felici impedendo loro di andare a scuola. Molti di essi, fortunatamente, hanno cercato di istruirsi ed educarsi attraverso la telematica offertaci dalla scienza moderna; se tanti altri, al contrario avessero dovuto darsi alla pacchia, la colpa è tua; ragion per cui, vergognati di imbrattare la futura società sin da ora. Che tristezza i nostri week-end senza calcio e le nostre giornate senza divertimenti e svaghi. A questo punto non so prorpio come definirti: vorrei chiamarti così come si insultano in campo certi arbriti, ma non lo faccio per decenza.  Hai fischiato la massima punizione addirittura allo sport e alle sue entusiastiche manifestazioni che trascinano folle esultanti. Se, guarda caso, lo hai fatto per punire gli ultras che generano solo disordini e guerriglie, beh non posso proprio darti tutti i torti.

          Scherzi a parte, la terra è ancora terrorizzata dal tuo passaggio e di giorno in giorno i focolai del tuo soggiorno si propagano ancora. Ma, come già ti ho detto, non l’avrai vinta tu e a conti fatti, uniti e compati come siamo, ti sconfiggeremo! Stando così le cose, vorrei darti un consiglio, vorrei farti un piccolo suggerimento, vorrei porgerti un’umile preghiera; però non arrabbiarti e cerca di capirmi. Se ancora hai qualcosa da farci scontare e la tua missione non è ancora finita e tu avessi altre vittime da sacrificare, perché non ti fai un bell’esame di coscienza e non ti indirizzi verso chi veramente se lo merita?! Lascia stare la povera gente e gli uomini senza malizia e va da chi, incoscientemente, ti ha permesso di poter circolare a manca e a dritta; lascia stare le persone innocenti e va a dare una bastonata in testa a quegli sciacalli che sfruttano questi momenti di confusione e di sbando per fare lucri vergognosi e spuderati guadagni; lascia stare gli agnelli e va da chi si sta già preparando a divenire «lupo per l’altro uomo»! Termino questa mia presente chiedendoti di darmi retta perché, se tu esaudusci questo mio desiderio, spazzando via la cattiveria e ponendo all’orizzonte il variopinto arcobaleno del «ça bien aller», la gente che resterà dopo il passaggio di questo tuo disastroso temporale sarà esattamente quella di quel mondo migliore che tutti speriamo: faccela questa grazia e dacci, finalmente, la gioia di intonare al più presto il «Te Deum» di ringraziamento! Amicalmente tuo…ma giusto per gentilezza, Giuseppe

 P.S. Pensando con riconoscenza a tutti quelli che ti combattono in prima linea senza nemmeno badare alla loro stessa incolumità, mi permetto di invitare ad uno spontaneo volontariato quanti sono ormai nella fascia «ultra»: non di sport, ma di età. Prendendo la vita con filosofia, vorrei che tu scendessi con loro ad un compromesso. Ammesso che ognuno di essi possa valere la vita di un gruppetto di più giovani, sei disposto ad allontanarti da questi gagliardi e promettenti under e avvicinarti, se sei proprio obbigato a farlo, a qualche over già attempato? Ed allora, miei venerandi e saggi canuti, accettate la sfida e dimostrate al mondo intero che non c’è età alcuna per diventare eroi. Se questa immaginaria barchetta che ho gettato in alto mare dovesse giungere in porto, avrai il merito di passare alla storia come l’unica pestilenza che ha ringiovanito l’umanità sulla faccia della terra! E adesso, con rancore e senza amore, addio per sempre, virus della malora!