lundi 8 novembre 2021

 

  A chi dare ragione?    

Si sapeva che il covid 19 sarebbe stato fonte di nuove abitudini e che avrebbe dato inizio a quella nuova normalità che ha già iniziato ad accompagnare il nostro quotidiano e che farà da denominatore comune al nostro domani. Ora che il sereno sta tornando, vogliamo provare a fare un bilancio a riguardo dell’indirizzo morale e sociale, nonché civile, che l’umanità sta dando all’orizzonte etico e morale del suo avvenire?

Molteplici ed altamente significativi i comportamenti positivi suggeritici dalle normative antivirus che lentamente vanno trasformandosi nelle nuove abitudini di una società prostrata e distrutta, ma fortunatamente rinata, da un’assurda malattia contagiosa, niente poco di meno che addirittura nel ventunesimo secolo. Tutto sommato dobbiamo ammettere che qualche sprazzo di bontà è giunto a corroborare i nostri desideri di fare del bene e di collaborare generosamente col nostro prossimo. In linea di massima c’è stato un senso di rispetto e di collaborazione per quella branca della scienza e della politica che si è dedicata con solerzia e perspicacia a tutelare il bene e la salute pubblica; un buon colpo di mano siamo stati capaci di darcelo a tutto onore del senso civico e del rispetto degli altri che in tutti e non solo in tanti avrebbe dovuto rappresentare un collaborativo sfondo dell’umana solidarietà.

Difatti va rincresciosamente annotato che, un po’ dovunque nel mondo, agli atti costruttivi di una estremità positiva, si vanno contrapponendo quelli distruttivi di una estremità negativa perché, nella vita come in politica, non ci sarà mai un pro senza un contro! Ecco quindi i contrari al vaccino demolire il muro della solidarietà umana costruito dalla scienza e consolidato dalle norme igieniche per combattere il coronavirus; eccoli dunque, i decantati camici bianchi, messi alla berlina da teste prive di cervello e vedersi il dito puntato contro solo perché benefattori del genenre umano; siamo ancora con l’acqua alla gola e, invece di allestire salvagenti, si silurano navi amiche. Non possono essere catalogati in un veritiero spirito di libertà queste scese in piazza del tutto sconsiderate: essere liberi non è fare ciò che si vuole, ma ciò che si “deve” per rispettare pure la libertà degli altri! Ha praticamente ragione il presidente Mattarella a sostenere che simili subdole manifestazioni sono di ostacolo alla sperata ripresa che va finalmente mettendo radici: sono atti che sobillano l’ordine pubblico e niente affatto rivendicazioni di giusti diritti.

Spesso e volentieri, di fronte a sventure umane o cataclismi terrestri, si è portati a chiederci “ma Dio dov’è; si è dimenticato dell’uomo?”. Chiedo venia a tutti, ma di fronte a dette sfilate insensate che stanno facendo storia in questi giorni mi domando, invece, dove siano i governi in simili frangenti. Non sono essi i responsabili dell’ordine pubblico? Non sono essi a dover gestire la situazione in modo da non ledere la libertà di nessuno? Non sono essi a dover assicurare al loro popolo un futuro di pace e di giustizia? Questa pandemia, che mi auguro ci lasci in pace il più presto possible, è stata giustamente paragonata ad una guerra contro un nemico invisibile; quando un Paese scende in guerra arruola il suo esercito e nessun soldato può esimersi dal prendere il fucile ed andare al fronte. Poiché il nostro comune nemico è il coronavirus e l’unica arma per debellarlo è il vaccino,  perché mai non si è obbligato tutti i cittadini ad essere vaccinati? Con una immunità di gregge al cento per cento, detta guerra avremmo potuto vincerla già da un pezzo…senza il verificarsi di tante caciare sociali dovute anche ad una cattiva amministrazione della Cosa Pubblica o magari subdolamente aizzate; in casi bellici la libertà comune è da preferirsi di gran luna a quella individuale.  

Obbligo per obbligo, tanto per concludere con una certa pertinenza, non si poteva obbligare, a suo tempo, una vaccinazione a tappeto, invece di ricorrere ora all’obbligo dell’esibizione del certificato verde o meglio del green pass, come dicono in Italia… in occasione, guarda caso, proprio di un ennesimo centenario della morte di Dante? Purtroppo in casi simili non si sa mai dove far pesare l’ago della bilancia perché, se da una parte si ha ragione, dall’altra non si hanno mai tutti i torti!