CAMPAGNA PRO ITALIANO
NELLE SCUOLE
Domenica 16 novembre
2014, ore 15 presso il Centro Santa Famiglia: queste le coordinate del secondo
incontro pro integrazione dell’italiano nelle scuole; è la seconda tappa di una campagna di
sensibilizzazione voluta e promossa dalla direttrice didattica Maria Cristina
Mignatti. Dando il benvenuto ai presenti la Mignatti ha chiarito di aver
preso questa iniziativa per far divenire realtà la possibilità di fare integrare la lingua italiana come
materia di insegnamento nelle scuole pubbliche. Dopo di lei il console Lonardo
ha sottolineato che suddetta campagna è utile alla nostra stessa identità che è
ben più sentita qui all’estero che in Italia. In seguito sono stati proiettati
alcuni filmati sulla lingua italiana nel mondo: sua salute, suo studio e utilizzo e sua importanza; alquanto significativo quello in cui Benigni esalta, appunto,
l’importanza della nostra lingua e la grandezza di tanti italiani, specialmente
del sud, che sono il simbolo di un
rinascimento italiano nel mondo.
Sono
quattro le scuole dove l’italiano è già stato integrato: De Coubertin, Dante,
General Vanier e East Hill, le ultime due delle quali…hanno dato anche
spettacolo nel corso della serata. Carmela Bonifacio, della General Vanier, ha
fatto notare che l’italiano è una lingua
di cultura, di studio e di lavoro; tre suoi alunni: Lucia D’Ambrosio, Leila
Pozzi e Melissa Petriello si sono esibite nella recita di una favola di Esopo
intitolata «L’asino e l’uomo». Per Giovanna Giordano, della East Hill, bisogna
insegnare l’italiano anche per dare un senso all’italianità dei nostri studenti;
alcuni dei suoi: Fabrizio Stoppino,
Gianpaolo e Massimo Di Dio e Dora Marrone hanno preso la parola per spiegare il
motivo per cui studiano l’italiano; Dalia Petruccelli ha cantato accompagnata
dalla chitarra di Alessia Petruccelli. Per
qualche minuto è stato concesso il microfono pure a me ed ecco cosa ho detto. “Quello
che oggi è storia, ieri fu giornalismo; la quotidianità contemporanea sarà, in
appresso, quel dato di fatto che stiamo costruendo noi adesso…anche nel
contesto di questo frangente linguistico culturale che ci riguarda.
Le scuole di italiano del sabato mattina sono
il frutto di una conquista fatta ieri, allorché nacquero pian pianino, anno
dopo anno. Intanto l’ente che le ha gestite fin’ora sta chiudendo i battenti;
però è oggi come oggi che possiamo far sì che a questa porta che si chiude, si
apra il portone delle scuole pubbliche: la motivazione per cui siamo qui oggi!
Qualche settimana fa si è spento una
personalità che mi è piaciuto definire «un modello di emigrazione e un maestro
di italianità»; ci è venuto a mancare Ermanno La Riccia, colui che combatté una
strenua lotta con la Commissione Scolastica di Montreal per l’ottenimento delle
aule necessarie all’insegnamento del sabato mattina. Non vi sembra giunta l’ora
di saperne raccogliere il testimone e prenderlo come esempio in questo analogo
problema linguistico che si pone al nostro orizzonte?
È nel tempo presente che si gettano le basi
per un buon futuro. Diamoci da fare; rimbocchiamoci le maniche e facciamo in
modo da non dover chiedere al domani quello che non gli abbiamo saputo
preparare oggi: è questo il momento di chiedere l’integrazione dell’italiano
nelle scuole pubbliche, onde assicurare un futuro alla nostra bella lingua
italiana. Tocca a noi saper mettere il nostro retaggio nelle mani dei nostri
figli…oggi perché è il presente il trampolino di lancio per il futuro! Domani
porebbe essere troppo tardi!”. Ben pertinente al caso l’intervento, durante
il periodo delle domande, del prof.
Carlo D’Avirro che anni fa ritardò di ben quattro anni la sua «entrata in
pensione» per permettere l’integrazione nelle prime scuole.
Siamo
stati in tanti domenica 16 novembre al Centro Santa Famiglia, ma potevamo
esserci molti di più. Dal momento che quest’anno non insegno, mi sarebbe
piaciuto poter stringere la mano a tanti colleghi che non vedo da tempo…sarà
per un’altra volta! È mancato all’appello pure quell’associazionismo che
durante tutti questi anni di emigrazione si vanta di aver contribuito a
cambiare l’aspetto politico, economico e sociale del vasto Canada. Non
lamentiamoci, poi, se i nostri sodalizi fanno registrare una carenza di
partecipazione giovanile; anche adesso, per esempio, stiamo perdendo il treno
che ci porterebbe a motivarli seriamente «a parlare la nostra stessa lingua». Vogliamo applicare una pagina di filosofia a questo momento poco sereno
della vita del nostro italiano a Montreal? Secondo voi, chi è più grande Platone
oppure Aristotele? Ah sì, sono tutti e due dei colossi del pensiero umano?! Ed
allora, affinché questa campagna
promossa dalla dott.sa Mignatti non
resti un evento accademico, o platonico se più vi aggrada, cerchiamo di
tradurlo peripateticamente in pratica, magari anche attraverso qualche passeggiatina…porta a porta: qualora
fosse necessario, io ci sono! Battiamo il ferro quando è caldo: adesso, prima
che finisca il mandato della direttrice didattica accreditata presso il consolato generale d’Italia a Montreal., che
ringrazio a nome di tutta l’italianità
locale per la previggente idea che ha avuto di lanciare questa campagna a tutto
vantaggio del «dolce sì che
suona».