lundi 1 février 2021

Luci in fondo al tunnel: il PICAI in rete

Adesso che ci penso un tentativo di insegnamento a distanza l’ho fatto anch’io in seno al PICAI. In un determinato anno fu bandito un concorso che aveva come premio il “patentino” di istitutore per accompagnare dei bimbi di scuole elementari per una vacanza di due settimane a Pestum in provincia di Salerno in Campania. Ci fu pure assegnato un programma da svolgere che, però, poteva essere effettuato in classe solo se tutti gli studenti fossero stati d’accordo; solo pochi alunni si dichiararono interessati e, quindi, dovetti ammainare le vele per la traversata verso “o paese d’o sole”. Notanto, però, un accorato rammarico in quelli che erano favorevoli al progetto, chiesi l’attenzione della scolaresca e feci una proposta: “Sentite ragazzi, visto che non ci sono le condizioni per prepararci in classe posso mettermi a disposizione di chi ne ha voglia via telefono e via e-mail”. E fu così che prese piede quella singolare avventura didattica che, complice il covid, oggigiorno sta divenendo, grazie ai mezzi di informazione odierni, di normale routine in quasi tutte le scuole del globo; e sono alquanto orgoglioso di poter dire che ben due di quei ragazzi da me preparati on line poterono godere di quella stupenda vacanza in Italia. Intanto fu sì una bella esperienza, ma quando il sabato mattina contattavo I miei alunni de visu era tutto molto più socievole e reale perché, detto tra noi, l’habitat naturale dell’educazione e dell’istruzione resterà sempre e soltanto la scuola. Anzi mi chiedo quale ripercussione avrà questo nuovo sistema educativo nell’impatto di quella futura società che da oggi in poi appunto la scuola andrà preparando.

Detto questo, o meglio ho detto questo perché anche il PICAI, in questi momenti di covidianità, ha avuto i suoi piccoli o grandi problemi che siano. Il covid ha obbligato anche il nostro Ente linguistico ad adeguarsi ai tempi che corrono interrompendo i corsi e adattandosi alle norme di igiene sanitaria e di distanziamento sociale. Personalmente è già da anni che non insegno più il sabato mattina, ma mi sento sempre un membro dell’Istituzione ed il mio pensiero non può non seguirne il cammino…anche perché passo spesso dinanzi alla Leonardo da Vinci dove sono stato di casa per oltre un quarto di secolo. Ed allora mi fa piacere farvi partecipi del fatto che, dopo l’oscura pausa dovuta al virus, dal prossimo 30 gennaio le lezioni riprenderanno, anche se con un nuovo palinsesto dovuto al rispetto delle nuove norme educative e dei nuovi sistemi di insegnamento “telematico”; oltre al sabato verranno impartite delle lezioni pure la domenica mattina per venire incontro alle esigenze dei vari studenti. Quindi anche il PICAI si è dovuto inchinare all’insegnamento a distanza tramite le varie piattaforme on rete come per esempio via zoom nel nostro caso specifico. Il presidente Piero Iannuzzi ha accennato pure ad un insegnamento ibrido (in classe e on line) per quanto riguarda il futuro dell’insegnamento della lingua e cultura italiana del sabato mattina. Ne approfitto per sottolineare che lo scorso 29 gennaio, grazie appunto all’applicazione zoom, ha potuto aver luogo la riunione generale dei soci del PICAI; zoom, lo strumento in rete che ha onorato col dono dell’ubiquità pure questi epici missionari della nostra lingua! E sono contento di questo sprazzo di luce e di quest’aria di positività perché è già la seconda volta, in questo terzo millennio, che l’Ente è soggetto a qualche scossone di vitale importanza.

Fortunatamente, mitico tempio della lingua italiana a Montreal, anche stavolta, quasi Fenice, è come rinato dalle ceneri di questa fatale pandemia. Fortunatamente anche stavolta il “carrozzone” si è rimesso in carreggiata per dirigersi con buone speranze incontro alla luce in fondo al tunnel.