jeudi 21 mai 2020


Carissimo coronavirus,

Ti scrivo queste poche righe per ringraziarti di avere intimato all’uomo di abbassare la testa a terra e di rivolgere lo sguardo al cielo. Era arrivato, l’uomo, quasi a ritenersi un padreterno in terra, impettito dalla sua sete di potere e inorgoglito dalla sua smania di progresso; fiero del suo genio inventivo era arrivato fin’anche a sfidare Dio in questi suoi voli spaziali che gli hanno inquinata l’aria stessa che respira. Per merito tuo, comunque, l’umanità si è quasi rinsavita; se non fossi giunto tu a tormentarci forse non avremmo mai apprezzata la grandezza della nostra medicina, le stupende doti dei nostri medici, la generosità di chi si prodiga per gli altri negli ospedali; né mai ci saremmo accorti dell’altruismo di chi si mette a servizio del prossimo anche a costo della propria vita: di questi angeli custodi della salute pubblica! Grazie per averci dato la possibilità di prendere in considerazione la disponibiltà dell’uomo buono che solidarizza con il prorpio simile…finalmente divenuto il suo prossimo! Grazie anche perché, con questo tuo perentorio «resto a casa», in questo silenzio che sembra parlare all’anima, ci hai fatto rivalutare, anche se ho sentito parlare di alcuni dissensi coniugali che hanno fruttato introiti extra in qualche studio legale, il calore del focolare domestico, gli affetti di famiglia, la bellezza di vivere quelle piccole cose che gli andazzi della società ci avevano fatto dimenticare; ci hai quasi invitati a riscoprire l’innocenza di quel bambino che c’è in noi! Grazie anche per il fatto che stai suggerendo alla società l’idea di ristrutturare il sistema lavorativo, cercando di dare molto più rilievo ed importanza anche ad un lavoro fatto da casa, a quello che ormai ha già preso il distintivo di «telelavoro»; nel frattempo, in questi giorni bui, sembra che alcuni umili lavori stiano divenendo i più necessari. Intanto un grazie personale anche da parte mia: se non fosse stato a causa tua forse non sarei rimasto qui a casa per collaborare a «Flash, la cultura a portata di mano», né ti avrei scritto alcune poesie, né la lettera che ti ho appena scritto. Ecco, mi hai dato pure l’occasione di porgere con affetto la mia gratitudine alla CFMB che attraverso le sue mitiche onde radio allieta la sopragggiunta ondata di malinconia, da te causata, cercando di allontanare dalle nostre case il pensiero di una tua visita inopportuna.

 Ciò premesso vengo subito a dirti che sei un vigliacco: perché non trovi il coraggio di farti vedere in faccia in modo da darci la possibilità di trovare l’antivirus adatto a schiacciarti? Ma non preoccuparti più di tanto: i nostri efficienti ricercatori sono già all’opera e prima o poi la vittoria sarà nostra come nel caso di tanti altri tuoi predecessori. Scusami se ti faccio presente che, spaventato ed intimorito dalla tua virulenza, vorrei che tu sparissi per sempre dalla nostra beneamata terra e non vi tornassi mai più. Sì, questo è quello che spero di tutto cuore e mi auguro che avvenga il più presto possibile! D’altra parte, però, ho anche il presentimento che appena sparisci tu, l’uomo possa ritornare ad essere l’homo homini lupus di sempre! Stai facendo più vittime tu che le due guerre mondiali messe assieme, ne stai ammazzando più tu di gente che ogni altra epidemia nel passato. Fermati, per piacere, perché per curare i contagiati si devono costruire ospedali di emergenza, senza contare che nei cimiteri non ci sono più posti ed è inumano dover scegliere tra chi far morire e chi salvare! Fermati perché non abbiamo più né lacrime per piangerli, né spazio per pregare, né libertà di abbracciarli  per dir loro addio: ci costringi a cremare le salme in solitudine e senza il conforto di alcun parente! Perlomeno, smettila di inveire anche contro i buon samaritani e le solerti crocerossine in soccorso dei fratelli da te contagiati. Prendo sempre più coscienza che stai paralizzando pure ogni genere di affari ed ogni tipo di commercio; non sarà che, una volta passato tu ed il tuo pericolo, i magnati del lucro non facciano scontare i loro perduti guadagni alla povera gente? A proposito di lucro, è vero che tu ti sia potuto propagare così velocemente proprio perché i «sacerdoti del soldo» non hanno denunciato tempestivamente la tua «tenuta a battesimo»!    (continua)