mercredi 19 novembre 2014


CAMPAGNA PRO ITALIANO NELLE SCUOLE

Domenica 16 novembre 2014, ore 15 presso il Centro Santa Famiglia: queste le coordinate del secondo incontro pro integrazione dell’italiano nelle scuole;  è la seconda tappa di una campagna di sensibilizzazione voluta e promossa dalla direttrice didattica Maria  Cristina  Mignatti. Dando il benvenuto ai presenti la Mignatti ha chiarito di aver preso questa iniziativa per far divenire realtà la possibilità  di fare integrare la lingua italiana come materia di insegnamento nelle scuole pubbliche. Dopo di lei il console Lonardo ha sottolineato che suddetta campagna è utile alla nostra stessa identità che è ben più sentita  qui all’estero che  in Italia. In seguito sono stati proiettati alcuni filmati sulla lingua italiana nel mondo: sua salute, suo  studio e utilizzo e sua importanza;  alquanto significativo  quello in cui Benigni esalta, appunto, l’importanza della nostra lingua e la grandezza di tanti italiani, specialmente del sud, che sono il simbolo  di un rinascimento italiano nel mondo.

       Sono quattro le scuole dove l’italiano è già stato integrato: De Coubertin, Dante, General Vanier e East Hill, le ultime due delle quali…hanno dato anche spettacolo nel corso della serata. Carmela Bonifacio, della General Vanier, ha fatto notare che l’italiano  è una lingua di cultura, di studio e di lavoro; tre suoi alunni: Lucia D’Ambrosio, Leila Pozzi e Melissa Petriello si sono esibite nella recita di una favola di Esopo intitolata «L’asino e l’uomo». Per Giovanna Giordano, della East Hill, bisogna insegnare l’italiano anche per dare un senso all’italianità dei nostri studenti; alcuni dei  suoi: Fabrizio Stoppino, Gianpaolo e Massimo Di Dio e Dora Marrone hanno preso la parola per spiegare il motivo per cui studiano l’italiano; Dalia Petruccelli ha cantato accompagnata dalla chitarra di Alessia  Petruccelli. Per qualche minuto è stato concesso il microfono pure a me ed ecco cosa ho detto. “Quello che oggi è storia, ieri fu giornalismo; la quotidianità contemporanea sarà, in appresso, quel dato di fatto che stiamo costruendo noi adesso…anche nel contesto di questo frangente linguistico culturale che ci riguarda.

Le scuole di italiano del sabato mattina sono il frutto di una conquista fatta ieri, allorché nacquero pian pianino, anno dopo anno. Intanto l’ente che le ha gestite fin’ora sta chiudendo i battenti; però è oggi come oggi che possiamo far sì che a questa porta che si chiude, si apra il portone delle scuole pubbliche: la motivazione per cui siamo qui oggi!

Qualche settimana fa si è spento una personalità che mi è piaciuto definire «un modello di emigrazione e un maestro di italianità»; ci è venuto a mancare Ermanno La Riccia, colui che combatté una strenua lotta con la Commissione Scolastica di Montreal per l’ottenimento delle aule necessarie all’insegnamento del sabato mattina. Non vi sembra giunta l’ora di saperne raccogliere il testimone e prenderlo come esempio in questo analogo problema linguistico che si pone al nostro orizzonte?

È nel tempo presente che si gettano le basi per un buon futuro. Diamoci da fare; rimbocchiamoci le maniche e facciamo in modo da non dover chiedere al domani quello che non gli abbiamo saputo preparare oggi: è questo il momento di chiedere l’integrazione dell’italiano nelle scuole pubbliche, onde assicurare un futuro alla nostra bella lingua italiana. Tocca a noi saper mettere il nostro retaggio nelle mani dei nostri figli…oggi perché è il presente il trampolino di lancio per il futuro! Domani porebbe essere troppo tardi!”. Ben pertinente al caso l’intervento, durante il  periodo delle domande, del prof. Carlo D’Avirro che anni fa ritardò di ben quattro anni la sua «entrata in pensione» per permettere l’integrazione nelle prime scuole.

       Siamo stati in tanti domenica 16 novembre al Centro Santa Famiglia, ma potevamo esserci molti di più. Dal momento che quest’anno non insegno, mi sarebbe piaciuto poter stringere la mano a tanti colleghi che non vedo da tempo…sarà per un’altra volta! È mancato all’appello pure quell’associazionismo che durante tutti questi anni di emigrazione si vanta di aver contribuito a cambiare l’aspetto politico, economico e sociale del vasto Canada. Non lamentiamoci, poi, se i nostri sodalizi fanno registrare una carenza di partecipazione giovanile; anche adesso, per esempio, stiamo perdendo il treno che ci porterebbe a motivarli seriamente «a parlare la nostra stessa lingua». Vogliamo applicare una pagina di filosofia a questo momento poco sereno della vita del nostro italiano a Montreal? Secondo voi, chi è più grande Platone oppure Aristotele? Ah sì, sono tutti e due dei colossi del pensiero umano?! Ed allora, affinché  questa campagna promossa dalla dott.sa Mignatti  non resti un evento accademico, o platonico se più vi aggrada, cerchiamo di tradurlo peripateticamente in pratica, magari anche attraverso  qualche passeggiatina…porta a porta: qualora fosse necessario, io ci sono! Battiamo il ferro quando è caldo: adesso, prima che finisca il mandato della direttrice didattica accreditata presso il  consolato generale d’Italia a Montreal., che ringrazio  a nome di tutta l’italianità locale per la previggente idea che ha avuto di lanciare questa campagna a tutto vantaggio del  «dolce sì che suona».