mercredi 12 avril 2023

 Ad un Maestro di italianità

Nato il 27 gennaio del 1948 a Guglionesi in provincia di Campobasso da Antonio Salvatore e Elda Maria Paolone, giunge a Montreal nell’ottobre del 1964, dove continua gli studi prima nell’università McGill di Montreal e poi nell’università di  Haward negli Stati Uniti. Intanto conosce Helen Riel con cui convola a nozze e dalla loro unione nascono quattro figli e cinque nipoti. Naturalmente la sua professione è stata sempre quella di docente sia nell’università di Montreal che nella Concordia.

       Per quanto riguarda la sua implicazione ed il suo impegno nelle attività socio comunitarie della Grande Montreal vado a ricordarvi solo le più significative. Ricordo che per un tratto di tempo scese pure in politica nelle file del partito dell’NDP; ma fu solo un «soggiorno» temporaneo perché era un terreno dove non si sentiva di essere libero come voleva e, di consegnuenza, se ne tornò alla svelta sui banchi di scuola dove poteva dettare leggi da paladino senza macchia e senza paura. Mi vengono in mente, inoltre, le sue colte chiacchierate domenicali, attraverso la CFMB, con la compianta Giuliana Hawa; una cosa in particolare che ricordo di quelle «domeniche wonderfull» è allorché definì la grande Mina «la Greta Garbo della musica leggera italiana». Ed anche ultimamente ha spesso preso  parte in radio, con i suoi saggi commenti, nella rubrica settimanale «Flash, la cultura a portata di mano» condotta dalla brava Lidia Russo: lei pure ormai compianta. 

       Iniziando il profilo di Filippo ho citato il  suo primo lavoro in versi «Tufo e gramigna»; nel gennaio 2020, intanto, è stato dato il lancio alla sua ultima opera letteraria intitolata «Nuova Mente». Sembra quasi il cammino culturale delle sue radici che, trapiantate in Canada, si sono ramificate fino a divenire i fertili rami di una poesia di «ispirazione classica e immortale…che riflette la precarietà dell’umana esistenza e che trova nell’amore, spirituale e carnale, le sue fonti inesauribili, tanto da assicurare un continuo rinnovamento del vivere umano». A tenere uniti questi due momenti poetici c’è una vasta produzione letteraria che vede impegnata la penna del Salvatore come saggista, giornalista e scrittore. È, infatti, autore di svariati articoli scientifici, di politica, di cinema e di altro ancora; ma eccovi i titoli di alcuni altri suoi libri: La fresque de Mussolini, Tra Molise e Canada, Le fascisme et les Italiens de Montreal, Terre e infiniti, Ancient memories, Modern identities e molto altro ancora. Ma vorrei prendere in considerazione pure il suo impegno e la sua operosità in seno a vari Enti ed Organismi di stampo prettamente italiano, come per esempio: editorialista del Cittadino Canadese, editore di Panoramitalia e di Qui Quotidiano, vicepresidente dell’Associazione italiana scrittori e del Congresso italiano-canadese, presidente dell’Associazione Professori Italiani del Quebec, nonché presidente della Dante Alighieri di Montreal. Potrei fermarmi anche qui, ma prima mi permetto di additarvi un raggio di italianità che viene a rendere più maestosa la personalità di Filippo Salvatore e che rappresenta quasi una ulteriore stretta di mano tra la Madre Patria e questa sua terra adottiva: nel 2003 l’allora presidente Carlo Azeglio Ciampi conferiva al nostro professore emerito la nomina a Cavaliere della Repubblica Italiana. Infine mi fa piacere ricordarvi pure la sua italo-passione per il calcio; difatti militò, e dire alla grande è poco, nella Monitalia fondata da Domenico Iasenza e diretta da Nino Di  Stefano.

       A fare da ponte tra la terra nativa e quella adottiva ci hanno pensato le molteplici Associazioni paesane da noi messe su in questi anni di emigrazione. Nel Centro Comunitario Leonardo da Vinci ha sede la direzione della Federazione delle Associazioni Molisane del Quebec; nella sala delle riunioni di questa una “nostalgica” foto ritrae uno dei primi consigli d’amministrazione della Federazione ed in prima fila balza subito all’occhio la figura di Filippo Salvatore: una ulteriore chicca, quasi ciliegina sulla torta, della sua italianità a 360 gradi onorata sin dai suoi giovani anni verdi. Come va di moda oggi, mi sono onorato di avere il Salvatore come amico su fb; tutto ciò che «postava» o era di puro indirizzo aritistico e culturale oppure parlava del suo casolare e della sua tenuta di Fonte Nuova (parva sed apta mihi=Piccola ma adatta a me) dove l’amore per la terra nativa lo riportava di sovente…manco a dirla, in una delle sue ultime comparse in rete, si chiedeva proprio per quanto tempo avesse potuto farlo ancora!

       Intanto in uno degli ultimi mattini dello scorso marzo, nell’intimità del suo focolare domestico, «da chiuso morbo combattuto e vinto», ci ha silenziosamente lasciati per volarsene al Cielo. Di certo resterà nei nostri ricordi come l’emerito professor Salvatore; per me comunque è stato e rimarrà sempre un Maestro esemplare del saper vivere all’italiana anche in terra emigrante!