dimanche 13 février 2022

 

             San Valentino

          Il mese di febbraio è il mese dell’amore, quel nobile sentimento che uno dei più preziosi granelli di saggezza vuole che sia la cosa più bella che la vita può offrirci e che, in cambio, anch’esso la ridona a sua volta tramite l’unione di un uomo con una donna; ed allora riscaldiamoci gli animi parlando della San Valentino che festeggiamo giusto al mezzo del mese più corto dell’anno.  Ma, detto per inciso, è anche la festa dei gay, dei travestiti e degli invertiti? A voi l’ardua sentenza! Da parte mia mi impegno a parlarvi della festa di tutti coloro nel cui cuore arde la fiamma dell’Amore, con la A maiuscola...anche nel rispetto di ogni giusto accomodamento ragionevole (ammesso che ce ne possa essere).

Venendo a bomba la San Valentino è un raggio di luce squisitamente italiana che affonda il suo primo riverbero su nel tempo, sin dai giorni dei nostri padri latini della Roma eterna. In quella notte dei tempi erano soliti festeggiare il dio Lupercus con un rito tutto speciale. Un bimbo sceglieva il nome di alcune donne e di altrettanti uomini che avrebbero vissuto in intimità di coppia per tutto l’anno onde assicurare la fertilità della popolazione. In seguito, col propagarsi del cristianesimo, si cercò di sostituire le ricorrenze lupercali con una festività religiosa ad esclusivo indirizzo degli innamorati. Naturalmente ci voleva un santo adatto allo scopo e la scelta cadde su San Valentino sia perchè la sua festa coincideva con il periodo delle lupercali, sia perchè nella sua vita si era dedicato a far nascere amore nei cuori giovanili o a rimettere in equilibrio gli amori vacillanti o in pericolo di sfasciamento.

Tanto per cominciare, è dovuta proprio a lui la frase conclusiva, «dal tuo caro...», di tante missive, specialmente se sono lettere d’amore; ed eccone il perché. Durante la sua prigionia si era molto affezionato alla figlia cieca del suo carceriere Asterius. Allorché venne portato alla decapitazione mandò un pensiero d’addio alla fanciulla...e detto messaggio terminava, appunto, con la formula, divenuta in seguito quella formale di ogni scritto del genere che si rispetti, «dal tuo caro Valentino».  Si narra, poi, che, vedendo due fidanzati litigare, offrì  loro una rosa con la raccomandazione di tenerla stretta fra le loro mani unite...ed essi si riconciliarono. Ma eccovi anche un’altra delle sue «trovate» che ha lasciato una profonda traccia nella terminologia amorosa. Per far rinascere l’amore negli animi di un’altra coppia, che si stava «scoppiando», fece volare al di sopra delle loro teste alcune coppie di colombi che svolazzando a festa si scambiavano effusioni d’affetto. E da dove può avere avuto origine l’espressione «tubare come piccioncini» o “tubare come colombe”, se non proprio da questa geniale intercessione pro-amore prettamente sanvalentiniana? A proposito di trovate, posso aggiungerne una che ho sentito dire un lontano giorno dal compianto Luigi Di Vito  e che mi è rimasta impressa nella mente? San Valentino, in questo benedetto mondo ormai tutto motorizzato, può essere considerato addirittura il protettore dell’automobilista prudente, di quello cioè che «va...lentino».

mardi 1 février 2022

 

 La signora Gaudio

Venerdì 21 gennaio 2022 seguendo via fb, dalla parrocchia Madonna di Pompei, la cerimonia funebre in suffragio dell’anima di Pia Maria Gaudio mi è passato per la mente il pensiero di rammarico che nella mia raccolta di profili intitolata “Gente nostra” manca il ritratto di colei che fu per svariati anni presidentessa (all’epoca la grammatica italiana consentiva ancora detta espressione a riguardo di una donna) dell’Ente PICAI.

Vengo subito a colmare questo vuoto sottolineando un suo primato “presidenziale”. È da poche settimane che siamo stati chiamati “virtualmente” alle urne per il rinnovo del Consiglio dei COMITES. Allorché negli anni ottanta detto organismo venne istituito, qui a Montreal fu un avvenimento epocale e, soprattutto noialtri insegnanti del sabato mattina, accorremmo in massa a sostenere la candidatura della Gaudio che venne eletta e passò alla storia come la prima presidentessa del neonato Ente creato apposta per gli italiani all’estero. Senza contare che ha al suo attivo anche l’onorifico titolo di Commendatore Ordine al Merito della Repubblica Italiana. Allorché il presidente Oscar Luigi Scalfaro venne a far visita a noi emigranti residenti qui in Canada, tra i rappresentanti della nostra comunità andati a dargli una “stretta di mano” figurava pure lei in quanto presidente del PICAI; ad un certo punto della cerimonia, la Gaudio si fece largo tra i presenti e si recò a perorare la causa del nostro Ente scolastico vis-à-vis col presidente che disse alla figlia, per l’occasione anche sua segretaria, di prendere nota di tale richiesta!

Ma queste sono solo piccole chicche del suo forte carattere che vi ho raccontato alla svelta, quasi en passant. Difatti il suo pregio più grande è stato quello di dedicarsi anima e corpo e con amore disinteressato a valorizzare e a dare un più ampio respiro alla lingua e alla cultura italiana  tramite l’insegnamento del PELO e del PICAI: dare un futuro alla nostra meravigliosa lingua mettendola sulla bocca e nel cuore dei nostri figli nati in terra canadese. Essere presidente di un Ente non sempre comporta il soffiar del vento a tuo favore; specialmente se sei uno dal pugno fermo e che non si risparmia di dare pane al pane e vino al vino…ebbene è proprio allora che il tuo “spuntino” risulta indigesto. Eccovi pertanto un’esperienza vissuta sulla mia stessa pelle. Allorché sul settimanale Insieme curavo la rubrica “Sabato mattina all’italiana” mi trovai a bacchettare un gruppetto di insegnanti che erano venuti meno a degli ordini dati dall’alto. Involontariamente avevo imbrattato l’immagine del PICAI; e la signora Gaudio giustamente si premurò di venirmelo a dire di persona…ed io promisi pentito che non si sarebbe più ripetuto. A fine anno scolastico mi pervenne a casa la seguente lettera che custodisco come un prezioso regalo più unico che raro: “Caro Giuseppe, seguo da tempo la Sua rubrica sul settimanale Insieme e ne apprezzo lo spirito e i contenuti. Ella contribuisce non poco, mediante la puntuale ed opportuna valorizzazione della produzione linguistica dei ragazzi dei nostri corsi, ad una efficace azione di propaganda dell’attività che il PICAI svolge a vantaggio dei giovani di origine italiana. Voglio, pertanto, esprimerLe tutto il mio apprezzamento e tutta la mia gratitudine per quello che Ella fa, aggiungendo, in pari tempo, che il PICAI si onora di annoverare tra le sue fila collaboratori come Lei dalla rara sensibiltà professionale.

      Con amicizia, Pia Maria Gaudio

        Non pensate anche voi che, essendo stata in grado di “dare pane al pane e vino al vino”, possa essere annoverata in quella fascia di persone da apprezzare veramente perché degne di essere chiamate “giuste”? Per terminare in bellezza, eccovi un acrostico che le dedicai un po’ di tempo fa:  Lingua meravigliosa

Meravigliosa la lingua italiana!

Affinché il nostro sì

Risuoni forte pure

In questi cieli forestieri, molto

Anche tu hai ben dato attraverso l’Ente

Picai, di cui ne sei la presidente.

Il sabato mattina tante scuole

Aprono i battenti per poter dare

Giusta assistenza agli italo immigrati;

A questo e altro vai pensando per dare

Uno sprone ai giovani nei riguardi

Della lingua e della cultura Patria:

Interessante ideale, grazie al quale

Onori la tua terra e la sua gente!