mercredi 25 mai 2016

TESSILE  ©
(Poemetto in versi scritto nel 1975)
Indirizzo e scopo
Nel frettoloso via vai, che confonde
macchine e genti al benessere accese,
snellicse il metropolitano ponte
assai bene del traffico le prese.
L'imbocco ed avanzo lesto alla fonte
     del lucro a reclamarne le pretese,
     che restano intatte sul loro monte
     perché pochi ne riescono le escese.
"Ad un milione circa in Via di Scarto"
ha sede il calzeificio alquanto attivo
che mi accoglie qual capo di un reparto.
A gentil gambe pensare si suole
     nel grande fervore lavorativo
     incessante dall'uno all'altro sole;
né questo tanto duole
qualora si compensa la fatica
sfregando il soldo con le giuste dita!
      L'ufficio
Varcata la sua porta verde scuro
battiti di tasti e fruscii di carte
camuffano stanchezza in cui sicuro,
con il corpo, la mente prende parte.
È l'ufficio che dà senso al futuro
     se non è da ordinazioni in disparte:
     è brutto lavorar se il tempo è scuro
     e di lagnanze sol si sfoggia l'arte.
Passa dovunque una simile noia,
ma rispunta il sole della speranza
sui volti e nei cuori a rimettere gioia...
con il ritorno di quel venticello
     che rigonfia con ilare abbondanza
     le vele di un'aziendale vascello.
L'affare è sempre quello:
oggi ti va male e domani bene
fin quando scorre il sangue nelle vene!

continua

dimanche 8 mai 2016

TESSILE  ©
(Poemetto in versi scritto nel 1975)
Preludio
Mi desta prima ancor che il sole spunti
il trillo regolato di un moderno
gallo per dirmi del valore eterno
dei lucrativi impegni da me assunti.
Ed eccoli già in mente ben riassunti,
e nella calda estate e nell'inverno
gelido, i cari passi senza alterno
a me che da re Mida prendo appunti.
Né sono il solo a farmi illuminare
sin dal mattino da un lucido soldo:
in questo generale sveglio andare
a far successo, che pensieri scaltri
escogitare per stanarlo il soldo
se già ogni tana è frugata dagli altri?
Mi reco nei suoi antri,
pecora a praticare la fattura
del dollaro in simbolica scultura.

Il mio lavoro è sito all'occidente:
nella comune fretta mattutina
muovo prima verso il sole sorgente
per avviare pure la mia bambina
al sentimento nobile ed impellente
del tribolare umano, lei inchina
lasciando il giorno ad affetto supplente
quello di cui nutrire una piccina.
Ritorno indietro, laborioso ragno,
e lascio a tessere anche la consorte
nell'intrigata tela del guadagno.
E donne e donne ancora vedo assorte
nel lieto valtzer del gioioso lagno,
fiere del tiro a loro della sorte
che, aprendole le porte
delle aspirate parità sociali,
in che cosa le rende all'uomo uguali?

(continua)