mercredi 27 octobre 2021

 

          Verso la ripresa    

          Non è ancora l’ora di intonare il rituale Te Deum di ringraziamento, ma un sentore di meritata ripresa già si comincia a registrare il ogni angolo di strada ed in ogni settore della vita sociale. Tutto sembra ritornare come prima, ma si impone ancora un obbligo inderogabile: l’uso della mascherina e un debito distanziamento sociale; sono le sole ed uniche armi da impugnare  per tenere a bada il nostro invisibile nemico, purtroppo ancora più che mai presente in mezzo a noi.

          Ma chi l’avrebbe detto mai che per vincere quest’assurda guerra dovevamo essere costretti a chiuderci la bocca! Che ridicolo paradosso: è con la bocca che comunichiamo, è con la bocca che mangiamo, è con la bocca che respiriamo…per mantenerci in vita; eppure eccoci costretti a tenerla chiusa per non divenire pericolo di morte per i nostri simili; è uno di quei problemi che più ci pensi e meno li risolvi, più ci ragioni sopra e più rischi di impazzire. Ed allora, mettiamoci una pietra sopra e, se pensiamo ancora ad esso, facciamolo anche per valutare i vantaggi che è venuto ad offrirci e, magari, se siamo stati in grado di trarne buoni frutti. È stato uno di quei preziosi momenti, nonostante tutto, che ci ha permesso di ritornare in noi stessi, di farci riscoprire il valore delle piccole cose, ci ha insegnato ad accontentarci del puro necessario, ci ha suggerito di non chiedere il superfluo, ci ha sussurrato all’orecchio di rispettare il prossimo e di vivere come fratelli. Che belle cose è venuto a metterci in testa; ma, in tutta coscienza, fino a che punto abbiamo tratto vantaggio da questa sua lezione, fin quando saremo capaci di mantenere questi saggi propositi, non sarà il caso che li abbiamo già belli e dimenticati?

Ricordo che le prime persone a cui il covidi 19 tolse il sorriso furono gli anziani: infatti il coronavirus scagliò i suoi primi dardi mortali proprio contro la terza età perché, a detta di certi esperti, bisognava “ringiovanire” l’umana società. Poiché questa è anche la mia fascia di età, fortunatamente posso dire, con un particolare respiro di sollievo, che molti di noi arzilli vecchietti dai capelli argentati siamo ancora qui a goderci l’aria salubre, il calore del sole e i valori delle stagioni della vita. Intanto, se i primi pianti della covidianità ci videro loro protagonisti, a tutt’oggi pure i sorrisi della ripresa sono tornati a far capolino nei molteplici centri d’age d’or della grande Montreal. Che musi lunghi nelle abitazioni di questi…giovani di spirito: balli sociali e danze in linea vietati; tornei di bocce e sedute a bingo interdette; quelle fragili membra già indolenzite rischiavano di divenire tronchi inutili in quei confinamenti dentro casa! Finalmente il sereno è tornato e anch’essi sono ritornati a contattarsi e a sgranghirsi le gambe: ritorno alla grande ai salti di gioia. Sì, sono finalmente riprese queste attività sociali organizzate da esperti professori di danza; ma ho sentito anche dire -non so se per demenza senile o altro- che il rispetto della “bocca chiusa” e il consentito numero delle presenze in loco vengono un po’ prese “sotto gamba”! Attenti, dunque, miei cari “caschi d’oro”: usatele sì le vostre gambe ballerine…ma solo per sgranghirvele e non per andare in barba alla legge; perché il nemico è ancora in mezzo a noi e potrebbe prendere una piega da vera variante mortale! Ed allora sì che, con le mani nei capelli, saremmo costretti a dire: “O mio Dio!”      

vendredi 15 octobre 2021

 ECCOCI QUASI AL POST

In una di queste mie riflessioni sulla covidianità mettevo in risalto che il covid 19 diverrà di certo come uno spartiacque tra il prima e il poi, tra l’ante di un paio di anni fa e il post che già da ora va prendendo piede; ed infatti sembra quasi che questo sospirato post pandemia sia ufficialmente arrivato.

Nel nostro Bel Paese l’ultimo avvenimento precovid fu il Festival di San Remo 2020 condotto da Amadeus; e, guarda caso, anche le prime manifestazioni -quasi di addio al coronavirus- è stato ancora lui a presentarle: i due concerti dall’Arena di Verona,  una discoteca a cielo aperto sottolineata da entusiasmo, da gioia e da canzoni d’amore…come il suo stesso nome suggerisce; amore, comunque, che nemmeno i tempi che corrono sono riusciti a far germogliare nel cuore dell’uomo. Anche in tutto il resto del mondo la ripresa la fa da padrone e la normalità, naturalmente ben diversa da quella di prima, va riarmonizzando i parametri della vita giornaliera. Discoteche, teatri, musei, centri sportivi, ristoranti, luoghi di culto, posti di lavoro, centri di acquisto ecc. ecc. ricominciano a respirare e a riempirsi di contati umani e di rapporti sociali che impercettibilmente vanno facendo divenire un ricordo del passato le accortezze e le precauzioni imposteci dal covid: il sole della speranza va ridando forza e vigore alla voglia di vivere nell’animo di ogni essere umano.

Sì, il peggio è passato e il meglio si prospetta sereno all’orizzonte dell’umanità...ancora scossa da un ulteriore avvertimento divino di cui anche questa volta ha perso il treno del ravvedimento! Il peggio è passato, ma solo come patologia medica; perché nel comportamento morale dell’uomo gli effetti secondari, purtroppo negativi, vanno solo dando i primi frutti. Quel colpo di mano che ci si era generosamente abituati a dare ad inizio era covid si va man mano affievolendo: le sovvenzioni governative vanno ufficialmente terminando, mentre il carrello mezzo vuoto della spesa fa registrare lo stesso conto di quello completamente pieno…di un tempo che fu. La scienza dal canto suo ha saputo combattere il covid in quanto malattia; ma saprà per riscontro il progresso industriale alleggerire la miseria umana? Saprà l’ingordigia divenire una mano tesa alla carità? Imparerà l’uomo a vivere da fratello?

Pian pianino stiamo ritornando, sia pur timidamente, alla normalità che, come già detto, sarà ben differente da quella degli ormai passati bei tempi precovid;  a conti fatti però, dal momento che non ci è stato nessun valido esame di coscienza ad intenerire l’animo umano, l’unica nota giornaliera che, nella nuova quotidianità, resterà sulla tonalità di sempre è l’inesorabile crescendo del caro vita!

dimanche 3 octobre 2021

 Pace e bene    

Sa di seraficità l’aria d’intorno

in questo cangiante mese di ottobre:

è come se irradiasse

raggi di calma, sensi di bontà.

Questi ultimi colori dell’autunno

è come se infondessero negli animi

sentore di virtù; mentre le foglie,

ingiallite, vanno a stendersi qual coltre

sull’erba ancora verde.

Tra poco, spogli e nudi come scheletri,

gli alberi sembreranno ricordarci

i valori della caritatevole

povertà del fraticello di Assisi!

 

(Dedicata a Lidia Russo che domani, 4 ottobre, festeggerà il suo primo compleanno in cielo assieme a San Francesco!)