Gente nostra
Sabato 31 dicembre
2015, fumata bianca a Montecitorio: il dodicesimo presidente della Repubblica
italiana è stato eletto al quarto scrutinio, con un suffragio di ben 665 voti,
nella persona di Sergio Mattarella! L’Italia ha un fremito di gioia inaspettata
e tutta la penisola viene pervasa da una inattesa ventata di soddisfazione…al
pari di quando, alcuni anni fa, in Piazza San Pietro papa Bergoglio dava il suo
saluto di «buona sera» al mondo intero. «Il mio pensiero va alle difficoltà e
alle speranze degli italiani», queste le scultoree e significative parole con
cui ha salutato il suo popolo, la nostra Italia e i suoi cittadini in Patria e
all’estero. Il «buona sera» di
Francesco I allargava gli orizzonti alle speranze del mondo cattolico, il
saluto del dodicesimo presidente della Repubblica ha illuminato di giustizia
gli ideali del nostro Paese.
Dopo le dimissioni di
Napolitano, il Quirinale ha il suo nuovo inquilino che non ha nemmeno molta
strada da fare per il trasloco; abita nella Foresteria della Consulta, proprio
a due passi dalla sede presidenziale. Come tanti, mi sono ricordato solo in
questi giorni del suo passato politico; non so perché ma mi è capitato di fare
un raffronto tra lui e Di Pietro. Due cammini opposti da cui quest’ultimo ne è
uscito un pò penalizzato; l’indegerrimo creatore di mani pulite, abbandonando
la toga, mise le sue nella pasta politica, fors’anche nell’alto intento di
darle un corretto utilizzo; vedendolo ora nella notte dell’oblio, mi chiedo se,
restando nelle aule giuridiche, non avesse avuto pure lui l’opportunità di
salire il colle più prestigioso d’Italia. Con processo inverso, Sergio Mattarella
un pò di anni fa abbandona la politica e veste la toga di giudice…coprendo
forse con essa quelle ferite al cuore procurategli dal crimine organizzato:
cambio di rotta che oggi l’ha degnamente onorato.
Come tanti anch’io mi
sono chiesto chi fosse, politicamente parlando, Sergio Mattarella e, dopo
quello che si è detto, adesso lo so e lo dico anche a voi. Figlio d’arte la sua
carriera lo vede ricoprire la carica di ministro: dei Rapporti con il
Parlamento, della Pubblica Istruzione, della Difesa, nonché di vice presidente
del Consiglio…per poi dedicarsi alla giustizia. E in quanto a fede politica su
quali fronti ha militato? Come a me, penso sia bastato pure a tanti di voi
rispolverare il libro della memoria per ripercorrerne i passi che lo hanno portato
a militare con diverse forze politiche: Democrazia Cristiana prima ed in
seguito Partito Popolare Italiano e poi Ulivo e Margherita; dei ripensamenti di
fede convergenti su diversi orizzonti, a quanto sembra. Banderuola al vento
questo suo percorso politico oppure: pura integrità morale, coerenza nei suoi
principi, forte volontà di soddisfare le necessità dei cittadini e i veri
bisogni del Paese? Nella mia ingenua veduta delle cose, mi permetto di dire che
tale cambiamento di colori altro non è che la determinazione di una mente di
chiare vedute sociali, nonché di un intuito secondo cui, se non raccogli buoni
frutti in un determinato terreno, vai a seminare altrove.Di certo rimane il
fatto che l’Italia tutta ne ha salutato la sua nomina con emozionato
entusiasmo: il suo sorriso sofferto, il suo sguardo sincero, il suo volto
cordialmente severo hanno già comunicato: speranze al buon cittadino, timori
alla gente corrotta, paura nei cuori della malavita. La carta vincente di
Matteo Renzi, lungi dall’essere un’astuzia macchiavellica, la vedo come il suo
asso nella manica per dare al Paese il suo giusto presidente; e su questo si
sono trovate d’accordo tutte le forze politiche: di destra, di sinistra, di
centro e di ogni dove. Nonostante questa unanimità di opinioni, il teatrino
politico continuerà imperturbabile il suo corso sin da domani perché the show
must go on!
Intanto sarà Sergio
Mattarella a dirigere, d’ora in poi, i fili delle illustri marionette parlamentari;
colui che, dal momentaneo silenzio della consulta, è uscito fuori come il presidente
ideale della nazione; l’uomo retto che ha già allargato l’orizzonte delle speranze
a tanti suoi concittadini; la persona incorrotta che, emozionando i giusti, avrà
causato turbamento nell’animo del crimine organizzato; il cattolico che chiede
alle suore di pregare per lui «affinché sia strumento di aiuto per il paese»:
ci sarà di certo un abbraccio con papa Francesco che, tra i primi a
congratularsi per la sua nomina, ha benedetto l’Italia e il suo neo-eletto presidente; il primo presidente siciliano, l’arbitro imparziale che, promettendo di
«ricucire gli strappi della nazione per guardare oltre», mi ha fatto pensare a
Pertini allorché disse: «Vorrebbero che fossimo chiechi e sordi; ma per fortuna
ci vediamo e ci sentiamo ancora molto bene». Eccolo il nostro nuovo presidente
in carne ed ossa a cui sono arrivati pensieri di felicitazione da ogni parte
del mondo; in questo contesto vorrei ricordare una raccomandazione fattagli da
un suo corregionale intervistato per Porta a Porta: «Sergio, nun farti futti!».
E sono certo che non se la farà fare, anche a costo di sfidare il destino…quel
destino che ha reso martiri Falcone, Borsellino, il suo stesso fratello
Piersanti e tanti altri eroi, solo
perché tutori dell’ordine pubblico. Mio caro presidente, da cittadino fuori
Patria mi permetto di dedicarti un acrostico con l’applauso di tutti gli
emigranti sparsi nel mondo per cui tu hai avuto un pensiero nel tuo discorso di
insediamento.
Luce nuova
Sei stato eletto quasi all’improvviso
E tutti hanno esultato, anche se pochi
Realmente sapevano chi tu fossi.
Giudice della Consulta sei stato,
In questi ultimi anni, dopo aver dato
Onore alla Patria su ben tre seggi
Ministeriali, e pur da vice premier;
Assai saggia, la tua scelta ha trovato
Totale unione, o
quasi, in Parlamento.
Toccato un giorno da
inaudito fato,
Avrai messo in agenda,
forse, come
Rinsavire il crimine organizzato,
E dare alla tua gente un pò di pace.
Luce nuova pervade ora l’Italia,
La stessa che ci fa inviare anche il grande
Applauso nostro, di italiani all’estero!