mercredi 4 février 2015


Gente nostra

Sabato 31 dicembre 2015, fumata bianca a Montecitorio: il dodicesimo presidente della Repubblica italiana è stato eletto al quarto scrutinio, con un suffragio di ben 665 voti, nella persona di Sergio Mattarella! L’Italia ha un fremito di gioia inaspettata e tutta la penisola viene pervasa da una inattesa ventata di soddisfazione…al pari di quando, alcuni anni fa, in Piazza San Pietro papa Bergoglio dava il suo saluto di «buona sera» al mondo intero. «Il mio pensiero va alle difficoltà e alle speranze degli italiani», queste le scultoree e significative parole con cui ha salutato il suo popolo, la nostra Italia e i suoi cittadini in Patria e all’estero. Il «buona sera» di Francesco I allargava gli orizzonti alle speranze del mondo cattolico, il saluto del dodicesimo presidente della Repubblica ha illuminato di giustizia gli ideali del nostro Paese.

Dopo le dimissioni di Napolitano, il Quirinale ha il suo nuovo inquilino che non ha nemmeno molta strada da fare per il trasloco; abita nella Foresteria della Consulta, proprio a due passi dalla sede presidenziale. Come tanti, mi sono ricordato solo in questi giorni del suo passato politico; non so perché ma mi è capitato di fare un raffronto tra lui e Di Pietro. Due cammini opposti da cui quest’ultimo ne è uscito un pò penalizzato; l’indegerrimo creatore di mani pulite, abbandonando la toga, mise le sue nella pasta politica, fors’anche nell’alto intento di darle un corretto utilizzo; vedendolo ora nella notte dell’oblio, mi chiedo se, restando nelle aule giuridiche, non avesse avuto pure lui l’opportunità di salire il colle più prestigioso d’Italia. Con processo inverso, Sergio Mattarella un pò di anni fa abbandona la politica e veste la toga di giudice…coprendo forse con essa quelle ferite al cuore procurategli dal crimine organizzato: cambio di rotta che oggi l’ha degnamente onorato.

Come tanti anch’io mi sono chiesto chi fosse, politicamente parlando, Sergio Mattarella e, dopo quello che si è detto, adesso lo so e lo dico anche a voi. Figlio d’arte la sua carriera lo vede ricoprire la carica di ministro: dei Rapporti con il Parlamento, della Pubblica Istruzione, della Difesa, nonché di vice presidente del Consiglio…per poi dedicarsi alla giustizia. E in quanto a fede politica su quali fronti ha militato? Come a me, penso sia bastato pure a tanti di voi rispolverare il libro della memoria per ripercorrerne i passi che lo hanno portato a militare con diverse forze politiche: Democrazia Cristiana prima ed in seguito Partito Popolare Italiano e poi Ulivo e Margherita; dei ripensamenti di fede convergenti su diversi orizzonti, a quanto sembra. Banderuola al vento questo suo percorso politico oppure: pura integrità morale, coerenza nei suoi principi, forte volontà di soddisfare le necessità dei cittadini e i veri bisogni del Paese? Nella mia ingenua veduta delle cose, mi permetto di dire che tale cambiamento di colori altro non è che la determinazione di una mente di chiare vedute sociali, nonché di un intuito secondo cui, se non raccogli buoni frutti in un determinato terreno, vai a seminare altrove.Di certo rimane il fatto che l’Italia tutta ne ha salutato la sua nomina con emozionato entusiasmo: il suo sorriso sofferto, il suo sguardo sincero, il suo volto cordialmente severo hanno già comunicato: speranze al buon cittadino, timori alla gente corrotta, paura nei cuori della malavita. La carta vincente di Matteo Renzi, lungi dall’essere un’astuzia macchiavellica, la vedo come il suo asso nella manica per dare al Paese il suo giusto presidente; e su questo si sono trovate d’accordo tutte le forze politiche: di destra, di sinistra, di centro e di ogni dove. Nonostante questa unanimità di opinioni, il teatrino politico continuerà imperturbabile il suo corso sin da domani perché the show must go on!

Intanto sarà Sergio Mattarella a dirigere, d’ora in poi, i fili delle illustri marionette parlamentari; colui che, dal momentaneo silenzio della consulta, è uscito fuori come il presidente ideale della nazione; l’uomo retto che ha già allargato l’orizzonte delle speranze a tanti suoi concittadini; la persona incorrotta che, emozionando i giusti, avrà causato turbamento nell’animo del crimine organizzato; il cattolico che chiede alle suore di pregare per lui «affinché sia strumento di aiuto per il paese»: ci sarà di certo un abbraccio con papa Francesco che, tra i primi a congratularsi per la sua nomina, ha benedetto l’Italia e il suo neo-eletto presidente; il primo presidente siciliano, l’arbitro imparziale che, promettendo di «ricucire gli strappi della nazione per guardare oltre», mi ha fatto pensare a Pertini allorché disse: «Vorrebbero che fossimo chiechi e sordi; ma per fortuna ci vediamo e ci sentiamo ancora molto bene». Eccolo il nostro nuovo presidente in carne ed ossa a cui sono arrivati pensieri di felicitazione da ogni parte del mondo; in questo contesto vorrei ricordare una raccomandazione fattagli da un suo corregionale intervistato per Porta a Porta: «Sergio, nun farti futti!». E sono certo che non se la farà fare, anche a costo di sfidare il destino…quel destino che ha reso martiri Falcone, Borsellino, il suo stesso fratello Piersanti  e tanti altri eroi, solo perché tutori dell’ordine pubblico. Mio caro presidente, da cittadino fuori Patria mi permetto di dedicarti un acrostico con l’applauso di tutti gli emigranti sparsi nel mondo per cui tu hai avuto un pensiero nel tuo discorso di insediamento.

Luce nuova     

Sei stato eletto quasi all’improvviso

E tutti hanno esultato, anche se pochi

Realmente sapevano chi tu fossi.

Giudice della Consulta sei stato,

In questi ultimi anni, dopo aver dato

Onore alla Patria su ben tre seggi

Ministeriali, e pur da vice premier;

Assai saggia, la tua scelta ha trovato

Totale unione, o quasi, in Parlamento.

Toccato un giorno da inaudito fato,

Avrai messo in agenda, forse, come

Rinsavire il crimine organizzato,

E dare alla tua gente un pò di pace.

Luce nuova pervade ora l’Italia,

La stessa che ci fa inviare anche il grande

Applauso nostro, di italiani all’estero!