jeudi 13 février 2014


LA   SAN  VALENTINO

     Il mese di febbraio è il mese dell’amore, quel nobile sentimento che un prezioso granello di saggezza vuole che sia la cosa più bella che la vita può offrirci e che, in cambio, anch’esso la ridona a sua volta tramite l’unione di un uomo con una donna; ed allora riscaldiamoci gli animi meditando sulla San Valentino che festeggiamo giusto al mezzo del mese più corto dell’anno.  Ma, detto per inciso, è anche una festa da orgoglio gay?

     A voi l’ardua sentenza!

     Da parte mia mi impegno a parlarvi della festa di tutti coloro nel cui cuore arde la fiamma dell’Amore, con la A maiuscola...anche nel rispetto di ogni giusto accomodamento ragionevole (ammesso che ce ne possa essere).

    Venendo a noi, la San Valentino è un raggio di luce squisitamente italiana che affonda il suo primo riverbero su nel tempo, sin dai giorni dei nostri padri latini della Roma eterna. In quella notte dei tempi erano soliti festeggiare il dio Lupercus con un rito tutto speciale. Un bimbo sceglieva il nome di alcune donne e di altrettanti uomini che avrebbero vissuto in intimità di coppia per tutto l’anno onde assicurare la fertilità della popolazione. Il dio Lupercus era appunto il protettore dei focolari e delle donne incinte. In seguito, col propagarsi del cristianesimo, si cercò di sostituire le ricorrenze lupercali con una festività religiosa ad esclusivo indirizzo degli innamorati. Naturalmente ci voleva un santo adatto allo scopo e la scelta cadde su San Valentino sia perchè la sua festa coincideva con il periodo delle lupercali, sia perchè nella sua vita si era dedicato a far nascere amore nei cuori giovanili o a rimettere in equilibrio gli amori vacillanti o in pericolo di sfasciamento.

     Tanto per cominciare, è dovuta proprio a lui la frase conclusiva, «dal tuo...», di tante missive, specialmente se sono lettere d’amore; ed eccone il perché. Durante la sua prigionia si era molto affezionato alla figlia cieca del suo carceriere Asterius. Allorché venne portato alla decapitazione mandò un pensiero d’addio alla fanciulla, a cui aveva ridato la vista,...e detto messaggio terminava, appunto, con la formula, divenuta in seguito quella formale di ogni scritto del genere che si rispetti, «dal tuo Valentino».  Si narra, poi, che, vedendo due fidanzati litigare, offrì  loro una rosa con la raccomandazione di tenerla stretta fra le loro mani unite...ed essi si riconciliarono. Ma eccovi anche un’altra delle sue «trovate» che ha lasciato una profonda traccia nella terminologia amorosa. Per far rinascere l’amore negli animi di un’altra coppia, che si stava «scoppiando», fece volare al di sopra delle loro teste alcune coppie di colombi che svolazzando a festa si scambiavano effusioni d’affetto. E da dove può avere avuto origine l’espressione «tubare come piccioncini» o “tubare come colombe”, se non proprio da questa geniale intercessione pro-amore prettamente sanvalentiniana? A proposito di trovate, ve ne aggiungo una che mi è stata raccontata una volta e che mi è rimasta sempre impressa nella mente. San Valentino, in questo benedetto mondo ormai tutto motorizzato, può essere considerato addirittura il protettore dell’automobilista prudente, di quello cioè che « va...lentino»!

     Ed ora, per accommiatarmi da voi in modo valentinianamente formale, auguri a te innamorato che mi leggi…«dal  tuo» Giuseppe