lundi 2 novembre 2020

 

Eduardo Rodà: con penna e pennello in mano

        Ho conosciuto Eduardo Rodà sui banchi di scuola del PICAI e subito si stabilì tra noi un buon rapporto di amicizia che continua ancora adesso. Ciò che mi colpì maggiormente della sua personalità fu il suo senso di appartenenza e il suo vivere l’italianità con innata convinzione e con sincera spontaneità; virtù, queste, che trasmetteva anche a studenti e colleghi. Conoscendolo bene posso dire con certezza che ha dato un contributo non indifferente alla trasparena della nostra italianità, non solo come pittore, ma anche come insegnante nonché uomo di cultura. Mente aperta e lungimirante parlava volentieri di allargare gli orizzonti dell’insegnamento del sabato mattina per farlo divenire materia scolastica nelle scuole publiche. Ed in effetti nella East Hill di Rivière des Prairies fu appunto lui e sua cugina Giovanna Giordano a creare i presupposti, lavorando intensamente sul terreno ed a tutti i livelli di intervento e coinvolgendo tutti i responsabili, affinché si realizzasse l’integrazione dell’italiano in detto istituto scolastico. Senza calcolare gli anni in cui è stato presente come insegnante anche sui banchi del PELO. Culturalmente parlando mi va di dire che è ben ferrato anche come critico letterario; avendogli fatto leggere alcuni miei racconti di manifattura, sapete cosa mi disse a lettura terminata? Che il mio stile letterario «non si allontana mica tanto dal verismo del Verga». 

        Ma intanto eccovi alcuni suoi cenni di vita. Suo padre Domenico giunge a Montreal nel freddo inverno del 1952 da Condé nel nord della Francia e nel 1953 lo raggiunge pure la moglie Carmela che, nel frattempo ha sposato per procura; dal loro matrimonio nasce il nostro Eduardo nel 1954 e poi suo fratello Francesco Antonio di tre anni e mezzo più piccolo di lui. Intanto ad inizio anni 60 la famiglia ritorna, a bordo dell’Andrea Doria, in Italia per stabilirsi a Motta SanGiovanni dove Eduardo trascorre un’infanzia spensierata e muove i primi passi verso l’arte: nel liceo artistico di Reggio Calabria dove si trovano tutt’ora i Bronzi di Riace! È proprio di questo periodo il suo primo quadro su tela che vede la luce nel giorno del suo compleanno, il 5 gennaio 1971. Ed è anche in quello stesso anno che si trasferiscono in Val D’Aosta; Eduardo continua i suoi studi a Torino e si appassiona pure alla letteratura, tanto è vero che scieglie appunto l’italiano come materia di esame sia per il diploma di maturità che per l’iscrizione all’Accademia Albertina sotto la guida dello scultore Sandro Cerchi. Mette fine ai suoi studi discutendo due tesi di laurea: una sull’arte paleolitica in Francia e una sull’artista olandese Piet Mondrian. Da questi suoi anni scolastici scaturiscono le prime mostre: 1974, 1977, 1980 allorché diventa membro fondatore dell’Opera 80 di Torino.

        Intanto, sempre in quel 1980 assieme al fratello, si concede una vacanza a Montreal presso uno zio qui residente. La vacanza, comunque, si prolunga ed offre ad Eduardo la fortuna di conoscere Domenica, una ragazza calabrese nata a Toronto da genitori di Pentedattilo. Nel 1981 convolano a nozze, partono per l’Italia e in appresso ritornano a Montreal dove mettono su casa e studio artistico. Anche Domenica termina i suoi studi divenendo museologa; la famiglia prende una giusta stabilità e due stupende figlie, Nina e Marta Valentina, vengono ad arricchire e ad allietare la loro unione. Anche i contatti con la Madre Patria rimangono vivi e frequenti; e questo sia dal punto di vista affettivo e familiare che dal punto di vista artistico che si concretizza attraverso mostre ed esposizioni varie anche oltre oceano. Interessanti e notevoli, d’altra parte, pure le sue mostre attraverso il Quebec e, naturalmente nella stessa Montreal come testimoniano quelle presso la Gallerie Bernard alla cui guida ci fu anche il suo amico Gianguido Fucito. A questo punto penso che non sia affatto fuori luogo dare dei numeri: 52 mostre personali e di gruppo; 2 fiere internazionali d’arte contemporanea; e ben 152 articoli, è proprio il caso di dire, fatti ad arte e mestiere, rilasciati a svariati veicoli di informazione sia cartacea che virtuale. A tale proposito vi cito alcuni dei suoi impegni e collaborazioni in tal senso. Bloger del sito «erexpcolor»; collaboratore di «XXI secolo»; fondatore e presidente dell’AELOQ; membro fondatore del gruppo teatrale P. P. Pasolini di Montreal; membro fondatore dell’Opera 80 di Torino ed altri ancora. La sua arte possiamo definirla astratta, geometrica ed attuale; un’arte che è sempre rimasta geometrica e materica; un’arte, sotto quest’ultimo aspetto, espressamente italiana che si arricchisce di echi e di spunti alquanto vicini al Caravaggio e a Leonardo. I suoi lavori riflettono, con semplicità stilizzata, l’immaginario geometrico proiettato dagli strumenti della tecnologia elettronica che popolano il nostro universo contemporaneo. Le sue pitture non sono viste più nella loro «globalità-unicità», ma eseguite su più tele che si possono mettere in parallelo al nastro di un film dove la visuale si sposta assieme alla cinepresa; un procedimento che si sviluppa nel tempo in maniera lineare e successiva.

        Eduardo Rodà, un italiano convinto, un insegnante d’avanguardia, un artista geniale ed originale, una di quelle persone speciali che, una volta conosciute, non si dimenticano più!