SOTTO A CHI TOCCA
Chi seguiva i miei articoli in “xxi-secolo” ricorderà di certo il motto latino “res non
verba” di cui parlavo in occasione del 125mo della cittadina di
San Leonardo. Queste vecchie sagge parole, infatti, rappresentano quasi
la parola d’ordine di detta municipalità tutta italiana…stampate così come
sono su quello stemma comunale. Fatti dunque e non parole, perché quelli
restano e queste se ne vanno via col vento; fatti e non parole anche nei nostri impegni sociali
affinché le nostre parole non siano voci
nel deserto. Voci nel deserto potrebbero diventare quei tanti incontri che si
organizzano per sensibilizzare la gente su determinate iniziative allorché poi,
senza fatti concreti…passata la festa gabbato lo santo; voci nel deserto, per
esempio, potrebbero risultare i due primi incontri sulla campagna a favore
dell’integrazione dell’italiano nelle scuole pubbliche, se non li
concretizziamo con l’azione; sarebbe un vero peccato se lo spirito con cui sono
stati organizzati fosse quello di una
semplice lavata di faccia o una rituale routine a sfondo accademico.
Se mi permetto di
ritornare sull’argomento è per chiedermi e per chiedervi da chi e come l’appena
iniziata campagna in proposito debba essere continuata affinché sì nobile sogno
non resti nel cassetto. Innanzi tutto, e naturalmente, dovremmo continuare a
pedalare noialtri che la bicicletta l’abbiamo voluta. Ed allora, noi che il 24
ottobre e il 16 novembre siamo andati a tributare o a ricevere applausi, prima
al Centro da Vinci e a quello Santa Famiglia poi, cerchiamo di coinvolgerci
pure in fatti pratici per non essere di
quelli che predicano bene e razzolano male. Quanti sono gli Enti e quante sono
le Istituzioni volute e sovvenzionate dal governo italiano per venire incontro alle
necessità e ai diritti degli italiani all’estero? Fra tutti questi penso che
dovrebbe pur esserci qualcuno o qualcuna
che, avvalendosi delle proprie responsabilità, potrebbe prendere a cuore il
futuro linguistico dei nostri figli e supportare la causa in questione. Tanti e
tante sono pure i sodalizi e le associazioni di stampo paesano che si vantano
di mantenere vivo il nostro folclore, attive
le nostre tradizioni, nonché di dare un orientamento all’italianità dei
figli. Il testimone di quali valori cerchiamo di mettere nelle loro mani, se ci
tiriamo indietro proprio ora che abbiamo
l’opportunità di abituarli a parlare la nostra stessa lingua? Di conseguenza:
almeno quelli che si fregiano dell’appellativo di «culturale» potrebbero dare
l’esempio facendo il primo passo! Spesso e volentieri si scende prontamente in
piazza per raccogliere firme e sottoscrizioni in favore di questa o quell’altra
causa comunitaria o sociale che sia. Il futuro della nostra lingua, mi chiedo,
non meriterebbe di essere presa in considerazione con lo stesso fervente
entusiasmo? La campagna in questione, a mio avviso, è uno di quei valori che
non dovrebbero avere né prezzo né frontiere. Ciò premesso sono particolarmente
fiero di poterla sostenere in modo chiaro e trasparente, da milite non
assoldato: come insegnante ho appeso la penna al chiodo, chi continua a
scendere in campo è il Maestro Cuore…l’educatore di italianità! Tutto sommato, inoltre, detta campagna
dovrebbe essere super partes: al di là della riva bianca, al di là della riva
nera; né dovrebbe esserci il signor capitano a dire «tu soldato non sei dei
miei». Qualora dovessero esserci vessilli a sventolare…io sono per la nostra stupenda lingua italiana! E beh sì,
ecco qui oltre che alla prova del nove, addirittura un banco per provare di
essere quegli onesti cittadini a servire la comunità e non a servirsi di essa.
Non so quando e non
so come, ma sono pronto a mettermi in gioco a 360 gradi in questa semina che
potrebbe dare, un indomani, buoni frutti alla nostra parlata dantesca. Mi
dispiacerebbe comunque dover essere la solita unica rondine che lascia il tempo
che trova. Se c’è qualche altro ben intenzionato a volere accompagnare il mio
cammino, mi dia una voce ed insieme ci sarà più facile vedere da dove e come
muovere i primi passi per poi continuare più speditamente la strada. Se su
questo trampolino di lancio salissero pure gli enti, i sodalizi e le
istituzioni comunitarie, allora sì che si avrebbe un intero stuolo di rondini…a
far primavera.