jeudi 4 décembre 2014


SOTTO A CHI TOCCA

Chi seguiva i miei articoli in “xxi-secolo”  ricorderà di certo il motto latino “res non verba” di cui parlavo in occasione del 125mo della cittadina di San Leonardo. Queste vecchie sagge parole, infatti, rappresentano quasi la parola d’ordine di detta municipalità tutta italiana…stampate così come sono su quello stemma comunale. Fatti dunque e non parole, perché quelli restano e queste se ne vanno via col vento; fatti e  non parole anche nei nostri impegni sociali affinché le nostre parole non  siano voci nel deserto. Voci nel deserto potrebbero diventare quei tanti incontri che si organizzano per sensibilizzare la gente su determinate iniziative allorché poi, senza fatti concreti…passata la festa gabbato lo santo; voci nel deserto, per esempio, potrebbero risultare i due primi incontri sulla campagna a favore dell’integrazione dell’italiano nelle scuole pubbliche, se non li concretizziamo con l’azione; sarebbe un vero peccato se lo spirito con cui sono stati organizzati  fosse quello di una semplice lavata di faccia o una rituale routine a sfondo accademico.

Se mi permetto di ritornare sull’argomento è per chiedermi e per chiedervi da chi e come l’appena iniziata campagna in proposito debba essere continuata affinché sì nobile sogno non resti nel cassetto. Innanzi tutto, e naturalmente, dovremmo continuare a pedalare noialtri che la bicicletta l’abbiamo voluta. Ed allora, noi che il 24 ottobre e il 16 novembre siamo andati a tributare o a ricevere applausi, prima al Centro da Vinci e a quello Santa Famiglia poi, cerchiamo di coinvolgerci pure in  fatti pratici per non essere di quelli che predicano bene e razzolano male. Quanti sono gli Enti e quante sono le Istituzioni volute e sovvenzionate dal governo italiano per venire incontro alle necessità e ai diritti degli italiani all’estero? Fra tutti questi penso che dovrebbe pur esserci qualcuno  o qualcuna che, avvalendosi delle proprie responsabilità, potrebbe prendere a cuore il futuro linguistico dei nostri figli e supportare la causa in questione. Tanti e tante sono pure i sodalizi e le associazioni di stampo paesano che si vantano di mantenere vivo il nostro folclore, attive  le nostre tradizioni, nonché di dare un orientamento all’italianità dei figli. Il testimone di quali valori cerchiamo di mettere nelle loro mani, se ci tiriamo indietro  proprio ora che abbiamo l’opportunità di abituarli a parlare la nostra stessa lingua? Di conseguenza: almeno quelli che si fregiano dell’appellativo di «culturale» potrebbero dare l’esempio facendo il primo passo! Spesso e volentieri si scende prontamente in piazza per raccogliere firme e sottoscrizioni in favore di questa o quell’altra causa comunitaria o sociale che sia. Il futuro della nostra lingua, mi chiedo, non meriterebbe di essere presa in considerazione con lo stesso fervente entusiasmo? La campagna in questione, a mio avviso, è uno di quei valori che non dovrebbero avere né prezzo né frontiere. Ciò premesso sono particolarmente fiero di poterla sostenere in modo chiaro e trasparente, da milite non assoldato: come insegnante ho appeso la penna al chiodo, chi continua a scendere in campo è il Maestro Cuore…l’educatore di italianità!  Tutto sommato, inoltre, detta campagna dovrebbe essere super partes: al di là della riva bianca, al di là della riva nera; né dovrebbe esserci il signor capitano a dire «tu soldato non sei dei miei». Qualora dovessero esserci vessilli a sventolare…io sono per la  nostra stupenda lingua italiana! E beh sì, ecco qui oltre che alla prova del nove, addirittura un banco per provare di essere quegli onesti cittadini a servire la comunità e non a servirsi di essa.

Non so quando e non so come, ma sono pronto a mettermi in gioco a 360 gradi in questa semina che potrebbe dare, un indomani, buoni frutti alla nostra parlata dantesca. Mi dispiacerebbe comunque dover essere la solita unica rondine che lascia il tempo che trova. Se c’è qualche altro ben intenzionato a volere accompagnare il mio cammino, mi dia una voce ed insieme ci sarà più facile vedere da dove e come muovere i primi passi per poi continuare più speditamente la strada. Se su questo trampolino di lancio salissero pure gli enti, i sodalizi e le istituzioni comunitarie, allora sì che si avrebbe un intero stuolo di rondini…a far primavera.