vendredi 23 décembre 2016

L’ITALIANITÀ DEL SANTO NATALE
Rieccoci alle tanto attese feste natalizie cui fanno da sfondo mille tradizioni, una miriade di usanze care, nonché innumerevoli «abusanze» commerciali. Portata in giro nei centri di acquisto sontuosamente addobbati a festa, per la ricordevole foto col babbo natale, la nostra infanzia va sempre più allontanandosi dalla suggestività della grotta di Betlemme; di conseguenza pure l’umanità va sempre più distorcendo il reale e sublime significato della Santa Natività. In ogni modo oggigiorno nelle case di mezzo mondo a farla da padrone, oltre allo sfarzo di ghirlande e luci sui balconi, alle finestre e per le strade, c’è immancabilmente il verde abete a mantenere la tradizione e la caratteristica ricostruzione del presepio a ricordare la nascita del Bambinello in una fredda grotta di Betlemme 2016 anni or sono. E quest’ultimo, senza ombra di dubbio, porta il marchio del made in Italy. Ma da quegli sprazzi di luci che si diramano dall’alberello...non c’è proprio nemmeno un raggio a ricordare la luminosità della nostra terra?
Nel 1223 in una campagna di proprietà di Giovanni Velita, nei pressi di Greccio in provincia di Rieti nel Lazio, San Francesco d’Assisi realizzò per la prima volta una rappresentazione vivente della Natività per ricreare la mistica atmosfera della notte Santa a  Betlemme...ed anche quella notte nacque, miracolosamente, un Bambinello che il santo d’Assisi ebbe la gioia di cullare fra le sue braccia: prendeva il via la cara usanza del presepio! Ma, guarda caso, non si narra pure che la gente del luogo, per illuminare l’oscurità delle tenebre, si recasse sul posto con torce e fiaccole accese?. Ed ora,questo scintillìo di fiammelle nello sfondo degli alberi circostanti non balza pure al vostro sguardo come un raggio di serafica italianità che manda ancora la sua significativa luce pure dagli alberelli natalizi dei nostri giorni?
Da qualche ramo di quello di casa mia, a dispetto del rosso panciuto dalla barba bianca (anch’egli «raggio di italianità» perché Santa Close deriva, neanche a farlo apposta, da San Nicolaus) che distribuendo regali a manca e a dritta sembra beffarsi della «saggia» creduloneria umana, pende ogni anno anche l’arcana calza della vecchia Befana...a spazzar via ogni festa. Un altro magico raggio di italianità che l’andazzo dei tempi va progressivamente relegando nella notte dell’oblio. Infatti, una volta passati a miglior vita noialtri anzianotti, quanto tempo ancora resterà a irradiare la sua calorosa luce  di dolcezza la nonnetta dei nostri giorni bambini…nonnetta che resta sempre più intrappolata in qualche clan di streghe nella sera di Halloween?

vendredi 9 décembre 2016

POESIE PER I MIEI ALUNNI  ©
       Il PICAI, l’Ente che da ormai più di mezzo secolo parla la lingua del tuo cuore è ancora lì ad attendere i nostri  nipoti e pronipoti ai corsi di lingua e cultura italiana del sabato mattina. Per quasi  un quarto di secolo ho insegnato anch’io sui suoi banchi di scuola realizzandomi come emigrante e come educatore di italianità. Entusiasta di detta missione ho coltivato lo spirito di appartenenza dei miei studenti anche attraverso una serie di componimenti personali che mi è piaciuto intitolare «Poesie per i miei alunni». È già da un paio di annetti che non insegno più ma, siccome il Picai un po’ mi manca, ho deciso di pubblicarle in questo mio blog personale…potrebbero arricchire le unità didattiche di qualche insegnante!
MIA CARA ITALIA LONTANA
Cara Italia lontana,
antico paese dei miei antenati
e terra mia di origine,
di te parlano tutti
dicendo cose che ti fanno onore:
per questo ti amo anch’io.
E se poi vengo a scuola
è ché tutto di te voglio conoscere:
storia, lingua e cultura.
A forma di stivale
ti stendi nel mare ed è un tricolore
a farti da bandiera.
Scrittori, santi, eroi,
artisti, sommi geni e grandi ingegni
mai ti sono mancati.
Negli anni a tutto il mondo
dettasti leggi e il segno del tuo impero
ovunque esiste ancora.
Ed oggi è l’emigrante,
con il suo fare solerte ed attivo,
a darti gloria e vanto.
Ma che sarà domani?
Sarà il mio tempo di portare avanti,
con doveroso orgoglio,
il cammino con cui
anche in Canada i padri ti hanno resa
celebre, Italia mia!