jeudi 2 septembre 2021

             Covid 19: una lezione di vita

Seguendo la filosofia del pensare positivo mi faccio un onore di adattarmi alla teoria del bicchiere mezzo pieno, nonostante tutta questa pandemia che sembra essere ancora l’ago della bilancia della nostra quotidianità. Ciò premesso penso che sia cosa buona e giusta vivere la cividianità non come un castigo divino, bensì come un insegnamento che ha voluto impartirci il Signore attraverso  l’ancora attuale esperienza del covid 19. Ed allora, vediamo un po’ quali utili riflessioni fare per immettere su di un vantaggioso cammino pure i passi che sta dando l’umanità in questo momento alquanto buio della sua storia.

Sono quasi due anni che stiamo lottando contro un tanto invisibile quanto letale nemico ed è opportuno chiedersi pure cosa abbiamo imparato da questa involontaria convivenza con il sopraggiunto diversamente amico virus. Cosa pensammo di quest’essere abietto appena cominciò a serpeggiare tra noi e venne a posare la sua mano velenosa sulle nostre spalle? Un improvviso esame di coscienza ci portò a riflettere che la giustizia divina volesse punire il nostro orgoglio ed il nostro comportamento sfrontato e privo di ogni umano ritegno. Siamo semplici esseri umani, infatti, e non creature sovrumane: il nostro raggio di azione, quindi è limitato alle zolle terrestri e circoscritto nello spazio della sua atmosfera; noi intanto abbiamo oltrepassato i recinti dei nostri poteri erogandoci finanche l’ardire di creare la vita in vitro, di solcare lo spazio e scrutarne i suoi meandri ed i suoi segreti.

Un lodevole riflessivo ragionamento ci consigliò un indispensabile ritorno alla moderazione e alla parsimonia; ad accontentarci dell’utile e del mero necessario per rispettare anche la libertà del nostro prossimo e non appropriarsi indebitamente di ciò che va fraternamente condiviso con amore ed uguaglianza, senza rompere l’equilibrio di una umana convivenza. Questi ed altri ancora furono i proponimenti che ci impegnammo a rispettare in tutta coscienza allorché il coronavirus venne a scuotere il nostro cuore di peccatori: un afflato di contrizione e di bontà ci sconsigliò ogni agire sconsiderato; ci invogliò a dare una mano ai più bisognosi; ci chiese di essere più rispettosi della natura e del creato; e noi ci proponemmo di diventare più buoni perché, sotto il colpo improvviso, avevamo rivolto lo sguardo alla saggezza e alla rettitudine.

Ma, in conclusione, cosa abbiamo imparato da questa lezione di vita? Sfortunatamente troppo poco! Infatti alle soglie di una probabile quarta ondata di pandemia non ci siamo ancora resi conto di trovarci inginocchiati al confessionale come l’incallito lupo della favola.