Gente nostra: numero speciale per
una persona speciale
(Quando trovare un amico vuol dire veramente
trovare un tesoro!)
Se dicessi sette sere oppure sette note, a
chi andrebbe il vostro pensiero? Esatto: a Nino Di Stefano! Ne va da sé che
dire Nino Di Stefano è dire sport, significa dire calcio ed anche qualcosa in
più. Ma intanto procediamo con ordine. In una manifestazione di tanti anni fa,
giovanissimo, presentava uno spettacolo del gruppo folcloristico «Il piccolo
coro abruzzese»; fu notato da Enrico Riggi che lo volle in radio con lui
nell’allora nascente cfmb; fu così che diede il via alla sua carriera nella
stampa parlata curando, in principio, la rubrica «Il piccolo programma»: un
appuntamento radiofonico in cui un’altra eccellenza della nostra italianità, il
compianto Ermanno Lariccia, ne curava lo sport via telefono; ad Ermanno si
avvicendavano prima Roberto Ferrarini e
dopo Paolo Cangiani; dopo di questi era appunto Nino Di Stefano a prendere in
mano le redini sportive della nostra emittente locale che diventerà con lui «la
radio sportiva di Montreal». Oggi come oggi qui a Montreal di calcio
locale se ne parla tanto ed è molto in auge; prima del glorioso 1982, però, le
squadre di calcio e le partite di pallone erano una cosa sporadica ed
occasionale; solo i veri appassionati se ne facevano una ragione e prendevano
la cosa a cuore. Ed a quei tempi si parlò pure di una Monitalia, una squadra di
calcio messa su e portata avanti dal nostro Nino Di Stefano a cui lo sport
stava tanto a cuore. Poiché la lingua batte dove il dente duole, poteva non
inserire una pagina tutta speciale e tutta sportiva nel suo programma in radio?
Ideò la mitica linea aperta del lunedì pomeriggio, nel cui spazio anche i radio-ascoltatori
potevano intervenire per esprimere i loro commenti; erano i tempi dell’epico
«il giorno dopo», da lui magistralmente condotto ed impreziosito dagli
interventi autorevoli di alcuni esperti giornalisti sportivi della Gazzetta
dello sport di Torino.
“E
vogliamoci bene!”: risuona ancora oggi all’orecchio, e soprattutto nel cuore,
di tanti e tanti ascoltatori che la radio l’hanno vista nascere e crescere a
passo sempre più spedito. Su nel tempo era con questo cordiale invito che
metteva termine, in tarda serata, alle trasmissioni in lingua italiana della
nostra stazione radio amica. Tale saluto era divenuto quasi una istituzione tra
noi italiani di Montreal, fu il fiore
all’occhiello del suo saper stare al servizio della comunità sportiva e non,
italiana e canadese. Grazie ad un concorso radiofonico, sponsorizzato da non
ricordo quale ditta, involontariamente, e quasi in sottofondo, fece scoprire il
grande valore della musica leggera italiana e la vera popolarità dei suoi
interpreti. Nel corso della rubrica mandava in onda due canzoni interpretate da
due cantanti; dopo di che apriva le linee e venivano effettuate tre telefonate
mediante le quali gli interpellati dovevano dare la loro preferenza. Ebbene,
quando la «partita» finiva due a uno, tutto ok; ma quando si verificava un tre
a zero…ti piangeva il cuore per lo sconfitto, fosse o non fosse il tuo cantante
preferito; ecco fatto, con quel concorso Nino Di Stefano metteva l’accento sul
valore reale della nostra musica leggera: i cantanti sono tutti bravi e le
canzoni sono tutte belle! Intanto un luminoso sprazzo di luce paesana ce l’ho
lasciò con quelle stupende cartoline «dal tuo paese con amore»; era stato mandato
in Italia per stabilire dei contatti virtuali tra la Madre Patria e i suoi
figli all’estero. Fece delle registrazioni in alcune regioni d’Italia ed al suo
ritorno mandò in onda qui a Montreal i saluti ed i pensieri di affetto che
quelli di lì mandavano ai parenti residenti qui: una selezione ben curata delle
tante interviste fatte, un ponte virtuale tra Madre Patria e figli all’estero
tanto sentito quanto indimenticabile!
Ci
sono, poi, due chicche prettamente culturali da lui curate su nel tempo che mi
piacerebbe ricordare: «Davanti allo specchio» e «Polvere di stelle»; nella
prima citava pensieri di autori vari e nella seconda quelli specifici di
Attilio Piccirilli che, in occasione di un Natale, andò di persona a…far
piovere polvere di stelle negli studi radio. Oltre che una voce amica
della radio, Nino è stato, a suo tempo, pure un noto volto della nostra televisione
locale: ricordate quando conduceva «Sportivi in diretta» con Piero Facchin? E ricordate
ancora quando su Tele-Italia commentava lo sport con Franco Mandolini e
Pasquale Cifarelli? E ricordate inoltre quel campionato mondiale di calcio 1994
quando, ancora col Cifarelli, ne trasmetteva la finale…che ci lasciò un po’
d’amaro in bocca? A parte le tante cose qui dette, nel curriculum
vitae di Nino Di Stefano va annotata pure la sua attività come agente di
viaggi, nonché di manager nella Gold Crest: una distributrice italo-canadese di
articoli da cucina in acciaio inossidabile…culla anche di questa nostra bella
amicizia!
Dov’è e cosa fa adesso Nino Di Stefano? Ci siamo ritrovati
via fb dopo alcuni anni di lontananza; è stato un piacere per entrambi riprendere
la conversazione interrotta e chiederci cosa ne è stato di noi nel frattempo.
Sapevo che aveva dovuto lasciare gli studi radio per motivi di salute, ma non
sapevo che aveva avuto seri problemi proprio alle corde vocali; problemi che, grazie alla preziosa guida di esperti in
materia e ad adeguati esercici di riabilitazione, fortunatamente è riuscito a
ben superare. Anzi, proprio qualche mese fa, in una manifestazione organizzata
dall’Associazione Famiglie Abruzzesi lo hanno invitato ad animare la serata;
non è stato tanto il fatto di essere stato scelto lui come presentatore ad
inorgoglirlo, quanto il fatto di essere stato in grado di poter parlare al
microfono proprio come se nulla fosse successo. Per farla breve, Nino adesso
sta alquanto bene e, grazie alla sua forza di volontà ed alla sua capacità di
riuscire a vedere il bicchiere sempre mezzo pieno…svolge anche un piccolo
lavoretto che lo fa sentire soddisfatto di poter ancora onorare la nostra
italiantà; guida un piccolo autobus scolastico con cui porta i bambini a scuola
e poi li riaccompagna a casa. Quel camioncino, oltre che ad un mezzo di
trasporto, lo ha fatto divenire una scuola ambulante di italiano; a quei
piccoli canadesini di varie nazionalità insegna l’alfabeto, impara loro a
contare, a conoscere i giorni della settimana, i mesi dell’anno e tante altre
cosettine ancora. Per me è stato un piacere sentirlo e per lui è stato un punto
di orgoglio sottolinearmi che quei frugoletti, se ad inizio anno scolastico
parlano solo inglese e francese, alla fine dell’anno sono capaci di farti anche
dei piccoli discorsetti nella nostra lingua…ed anche i genitori, a tal
proposito, sono contenti del «conduttore a scuola» dei loro figli.
Nino
Di Stefano, una vita ancora tutta dedita allo sport, alla nostra comunità ed alla nostra italianità!