jeudi 24 décembre 2020

 

In natalizia covidianità

      Eccoci finalmente a Natale ed anche stanotte nascerà il Salvatore; quest’anno, intanto, siamo anche animati dalla speranza che il Divino Bambinello, scendendo dal cielo, ammanti la terra nella tranquillità di un futuro più sereno. Gloria a Dio nell’alto dei cieli e pace in terra agli uomini di buona volontà. A quegli uomini, cioè, che almeno in questo periodo di pandemia hanno voglia di collaborare coscienziosamente per il benessere di tutti e su tutta la terra. Già da inizio novembre abbiamo cominciato a chiederci a come sarà il Natale 2020. Ebbene sarà esattamente così come ce lo siamo e ce lo stiamo ancora preparando tutti noi che lo festeggeremo anche questo 25 dicembre di questo fatidico ventesimo anno, primo "quarto", del terzo millennio!

       Circa un anno fa, quando il covid venne a nascodersi in mezzo a noi, vennero a formarsi tre distinte piattaforme sociali per combatterlo o perlomeno renderlo il meno aggressivo possibile. Fu la medicina in primis a fargli da scudo e a tenerlo a bada in modo encomiabile ed eroico nonché in maniera esemplare e scientificamente adatta allo scopo. Luminari di tutto il mondo diagnosticarono all’unanimità la stessa linea di difesa e si trovarono pure tutti d’accordo nel dettare leggi sul da farsi: una mascherina di protezione, un frequente lavarsi le mani, uno stretto distanziamento sociale; e già da allora vaticinarono pure, e sempre di comune accordo, un eventuale vaccino la cui lavorazione è puntualmente in via di sviluppo anche se, a scorno dell’iniziale solidarietà collaborativa, ogni Paese adesso è in corsa alla ricerca di quello proprio;  nello stesso tempo si sentenziò pure di doversi adeguare a delle nuove abitudini di vita perché più nulla in futuro sarà come prima per noialtri comuni mortali che dobbiamo, obtorto collo, farcene una ragione!

       Tutto sommato in questo trascorso anno di pandemia, a trovarsi tra l’incudine e il martello forse sono stati proprio i governanti. Si sono improvvisamente trovati tra le mani una scomoda patata bollente, se non addirittura una bella gatta da pelare. Hanno dovuto imporre le norme sanitarie suggerite dalla medicina e hanno dovuto cercare, nello stesso tempo, di venire incontro alle più disparate esigenze delle attività sociali: lavoro, economia, sport, cultura, spettacolo, divertimento, educazione, insegnamento e chi più ne ha più ne metta. E, come sempre accade in emergenze del genere, se accontenti questo scontenti quell’altro e, come fai fai, ti verrà puntato a prescindere l’indice contro! Ditemi quello che volete ma, dando uno sguardo intorno al mondo, soprattutto in quei Paesi che si spacciano per democratici, mi sa che qui in Canada possiamo ritenerci di buon esempio in questa ancora dilagante covidianità. Ciò premesso, tutti i governi hanno messo i necessari paletti di protezione per affrontare la seconda ondata ed ora stanno prendendo anche le richieste misure per farci trascorrere un sereno Natale, onde evitare una malaugurata terza ondata. Intanto, quali sono le nostre reazioni popolari faccia a faccia a queste loro non facili prese di posizione…a sfondo natalizio?

       Si disse che il covid era giunto su terra per richiamare l’uomo ad una più saggia normalità di vita; se ben ricordo anch’io sottolineai, in un mio primo scritto a riguardo, che questo piccolo atomo terrestre era giunto a ritenersi un padreterno in terra. Ora che è quasi giunto Natale sembra che suddetto pentimento non sia a più di dovere e che, almeno per queste festività più suggestive dell’anno, un po’ di più gioia e di più godimento ce lo meritiamo proprio, anche se il nostro nemico è sempre lì in agguato. Cosa ci costa, allora, accettare  di buon grado le norme suggerite  ed  approfittare dell’atmosfera natalizia sia per adattarci alle necessità covidiane e sia per finalmente assuefarci ad una più conveniente normalità? Sono proprio necessari i numerosi assembramenti e le abbondanti tavolate per accogliere il Bambinello e per dare il benvenuto al Nuovo Anno? Quante volte in passato ci siamo rimprovetrati di dare più importanza ai festeggiamenti materiali, anziché prendere in considerazione pure i valori spirituali di queste sante feste? Ed allora rimettiamoci la mano sulla coscienza e cerchiamo di non lamentarci troppo della presenza del virus in mezzo a noi: tutto sommato ci sta porgendo l’occasione di trascorrere un sereno Natale nella gioia della famiglia e nel calore del focolare domestico come ai nostalgici tempi di quando "si stava meglio quando si stava peggio".

       D’altra parte resta fermo un punto: più nulla in futuro sarà più come prima perché con il covid 19 dobbiamo imparare a conviverci! E questo, come in ogni altra cosa che richiede una giusta capacità di adattamento, chi ha la saggezza di farlo lo sta già facendo; chi, invece, non ha il giusto senno per farlo, non vi si abituerà mai…anzi continuerà a parlarne a vanvera senza accorgersi di seminare panico e di stressarsi senza motivo; in questo sopraggiunto clima di convivenza non trascuriamo, dunque, di mettere in agenda il rispetto delle norme, di noi stessi e soprattutto degli altri…se vogliamo realmente avere la meglio sul virus e "regalarci" quella meritata rinascita del tutto andrà bene!

vendredi 4 décembre 2020

 

Sul podio della covidianità

      Una seconda ondata del coronavirus era stata data per scontata, anche se non con assoluta certezza. E già dai primi dell'autunno la ricaduta si è affacciata in vari Paesi andando a prendere di mira anche i giovani: è venuto a fare una carezza pure sulle spalle della promettente età verde!

       Ma cerchiamo di fare una messa a punto su quello che si è verificato, per quanto riguarda il comportamento umano, tra la prima e la seconda fase del covid 19. Intanto va sottolineato che la medicina, ben supportata da precedenti esperienze analoghe e dai passi da gigante fatti dalla scienza, ha saputo controbatere efficientemente gli attacchi del morbo, pur non avendo ancora trovato un vaccino adatto a debellarlo compleltamente. Cosa questa quasi illusoria perché l’unico rimedio a certi mali sta nella convivenza con essi o nella speranza di una eventuale riproduzione di anticorpi. Ciò premesso mi permetto di paragonare questa devastante covidianità ad una gara agonistica e mettere sui tre gradini del podio i protagonisti delle rispettive medaglie. Quello più alto spetta a medici e paramedici che si sono prodigati anima e corpo a soccorrere i contagiati anche a costo della loro stessa vita; ad essi, dunque il meritato onore della medaglia d’oro e il caloroso applauso della nostra riconoscenza!

       Dal canto suo, a quanto pare, pure la fascia generazionale adulta e senile ha fatto la sua parte per non ingolfare il traffico delle vite verso l’aldilà. Un po’ perché prudentemente consigliata dai figli, un po’ per ubbidienza alle  nuove misure di sicurezza, un po’ anche per paura di essere veramente abbracciati da sorella morte…noi anzianotti e gente matura siamo stati, più o meno, di buon’esempio nella gestione di questo increscioso tempo buio; e possiamo essere orgogliosi di aver saputo rinviare a più tardi il giorno della nostra comparsa alle porte del paradiso. E, come avrete ben capito, il secondo posto del podio mi va di assegnarlo proprio alla categoria di queste brave persone: la medaglia d’argento, quindi, sul petto della saggezza che ha tenuto la situazione sotto controllo con calma e riflessione.

       Immagino che siate curiosi di sapere chi ho messo sul terzo gradino del podio; ebbene la medaglia di bronzo l’ho appesa al collo della spensieratezza giovanile. Cari giovani, sin dall’affacciarsi su terra del coronavirus siete stati gli angeli custodi di nonni e genitori più soggetti all’attacco del morbo. Ricordate la spesa fatta per loro e lasciata sull’uscio di casa? E quei saluti di affetto lanciati dalla strada attraverso vistosi baci volanti? Siete stati veramente stupendi nel prendervi cura dei vostri vecchietti con diligente premura e filiale affetto! Ma non sarà che la vostra asintomaticità vi abbia fatto rischiare troppo? Con l’arrivo dell’autunno, infatti, la pronosticata seconda andata si è realmente verificata ed ha preso di mira anche voialtri giovanotti che, a torto o a ragione, vi eravate illusi di essere quasi dei privilegiati. Non sarà che il vostro entusiasmo vi abbia fatto sottovalutare i parametri della situazione? Dovunque nel mondo si è notata una certa trascuranza da parte vostra sulla messa in tratica delle necessarie misure di sicurezza; dovunque nel mondo l’euforia del divertimento e del raggrupparsi insieme vi ha portati a negligere il distanziamento sociale e l’uso della mascherina. Non sarà stato questo vostro modo di comportarvi tanto  impulsivo da rasentare quasi l’incoscienza? Non sarà, infatti, proprio questa vostra leggerezza ad aver appesantito lo scorrere di questo sfortunato 2020?

       Visto che ci risiamo, speriamo bene e torniamo a sognare di nuovo il sereno arcobaleno del «tutto andrà bene»!