samedi 4 décembre 2021

     Pandemia economica  

Con i giorni che passano la paura del covid, variante omicron permettendo, va sempre più allontanandosi dalle nostre preoccupazioni; i nostri pensieri si vanno man mano rasserenando e si fa sempre più ricco di colori l’arcobaleno dello sperato tutto andrà bene nell’orizzonte dell’avvenire dell’uomo. Le norme igieniche vanno via via diminuendo e alcuni dei pochi obblighi ancora in vigore sono l’uso della mascherina e il distanziamento sociale, ma non più sempre e dovunque come all’improvviso serpeggiare dell’invisibile male.

Sì, per quanto riguarda la salute pubblica la scienza e la medicina hanno risposto in modo rapido e competente al da farsi pandemico e alla soddisfacente gestione sanitaria. I luminari della medicina, trovando i vaccini adatti, hanno immediatamente portato serenità negli animi e assicurato salute al corpo; l’improvviso sconcerto causato dal coronavirus si è andato pian piano tranquillizzando e tutti ci si è indirizzati su di una linea di protezione tanto rapida quanto salutare. Eccoci, di conseguenza, mese dopo mese, giorno dopo giorno, passo dopo passo giunti all’oggi in cui tutto sembra passato alle spalle. Le punte massime di pericolo sono scese quasi al minimo e i picchi di mortalità si vanno sempre più azzerando: il post covid sta facendo il suo ingresso su tutta la faccia della terra! E questa mia tesi è comprovata, correggetemi se sbaglio, dal fatto che i no vax vanno sempre più alzando la testa quasi al punto da voler mettere in discussione le ideologie scientifiche che stanno riportando al suo giusto equilibrio la salute e il benessere dell’intero genere umano. Ciò premesso mi chiedo: “Sarà il virus che va perdendo colpi oppure è il nostro sistema immunitario a sviluppare i necessari anticorpi?”.

Comunque in quanto a malattia fisica la pandemia al novanta per cento è del tutto scomparsa, ma adesso, anche se non di solo pane vive l’uomo, dobbiamo cominciare a fare i conti pure con una conseguente pandemia economica. Per un paio di annetti ci siamo dati la mano l’un l’altro, ci siamo aiutati, ci siamo confortati a vicenda, nonstante tutto ci siamo sentiti vicini e protetti moralmente e socialmente; intanto va sottolineato che molteplici settori commerciali ed industriali sono stati paralizzati: non hanno potuto produrre ed alcuni sono stati addirittura costretti a chiudere dichiarare bancarotta. Se moralmente abbiamo cominciato a respirare, economicamente è proprio adesso che inizia a mancare l’ossigeno nell’aria che ci circonda. La quarantena e i coprifuochi sono già un vecchio ricordo, ma intanto per muoverci abbiamo bisogno della macchina: avete visto a quanto ammonta un litro di benzina di questi tempi? Molti operai siamo rimasti senza lavoro, ma bene o male il governo ci è venuto incontro; ma quei datori di lavoro, che sono rimasti improduttivi per tanto tempo, pensate che adesso opereranno con la stessa politica produttiva e salariale dell’anti covid? Centri commerciali, ristoranti, teatri e palestre recreative sono sembrati vasti deserti e silenti cimiteri in questi mesi di pandemia: quelle perdite economiche, a cui sono stati soggetti, non avranno forse come effetti collaterali un aumento di prezzo da addebitare ai loro futuri clienti?

Sì è vero e consoliamocene: la pandemia è finita, ma è appunto adesso che si rischia di cadere in un burrone altrettanto profondo: quello economico! Quella carità fraterna che ci ha visti mano nella mano va ridivenendo quell’utopistico dono virtuale che non potrà più intaccare le nostre tasche. Raccogliamoci in noi stessi e cerchiamo di rassegnarci perché, se la pandemia ci va lasciando, la crisi economica sta solo cominciando ad abbracciarci. E questo non è che un normale equilibrio dei casi della vita: è il giusto contrappeso con cui bilanciare questo rincrescioso periodo pandemico.