jeudi 1 avril 2021

 

Luci in fondo al tunnel: finalmente vaccinato

          Quella dell’undici marzo è stata dichiarata «giornata internazionale della pandemia». È già da più di un anno che il coronavirus sta infierendo sulla pelle del genere umano e finalmente la scienza è riuscita a «forgiarsi» in tempo da record la giusta arma di difesa: il vaccino! «Ti sei vaccinato?», è questa, da fine febbraio in poi, la domanda quasi di rito che ci si rivolge incontrando amici e conoscenti; ed ormai ovunque nel mondo è stato dato il via ad  una indispensabile campagna di vaccinazione a tappeto.  Qui a Montreal si è partiti con una quindicina di punti ad hoc ed ancora altri ne sono stati aperti per rispondere adeguatamente alle esigenze del caso.

          Sono un over 80 e con una semplice e sbrigativa prenotazione on line, a mia moglie e a me, è stato dato un appuntamento per il sedici marzo verso le ore cinque pomeridiane allo Stadio Olimpico. Ci è stata fatta presente pure la possibilità di un parcheggio gratuito nel sottosuolo dello Stadio a cui poter accedere dall’entrata P1 sulla strada Pierre de Coubertin: chapeau a chi si prodiga tanto egregiamente per la salute pubblica. Si parte ben per tempo per trovarsi in anticipo sul posto; si parcheggia e si entra nell’adiacente ed ampio passaggio di accesso ai vari luoghi di attività e di attrazione dei Padiglioni Olimpici; a destra l’entrata e a sinistra l’uscita, subito ti accolgono solerti impiegati che, con sorriso sincero e smagliante, ti immettono sul cammino della speranza…meditativo e riflessivo al pari di quello verso Santiago! Più si avanza e più si viene accolti da una festa di camici bianchi che, con solerzia e professionalità, con coscienza e generosità, si dedicano a portare in porto quella necessaria immunità di gregge onde annientare il sempre più agguerrito ed invisibile coronavirus.

          Si è potuto finalmente toccare con mano i tanto apprezzati angeli della pandemia nel cui sguardo sorridente si vede proiettato l’arcobaleno del “tutto andrà bene”. Lì, nel sottosuolo del Parco Olimpico, sono circa una settantina i punti di vaccinazione dove da mattina a sera si prodiga questa indispensabile opera di misericordia corporale; il locale è a dir poco immenso e tutto può essere effettuato con efficienza e nel rispetto delle dovute norme igieniche. Si viene accolti da un primo addetto che prende i tuoi connotati e ti spiega come e quale vaccino ti verrà somministrato; un secondo impiegato ti assegna la data di richiamo per la seconda dose e ti rilascia il certificato di vaccinazione; dopo di che si passa alla “puntura magica” di cui, se non guardi, non ti accorgi nemeno che ti è stata fatta; dopo queste tappe, che durano all’incirca una mezz’ora, ti suggeriscono di attendere un altro quarto d’ora per accertarsi che non vi siano complicazioni di sorta. E questo è un altro lasso di tempo in cui puoi continuare ad apprezzare la gentilezza e l’attenzione che ti viene prodigata dal personale sanitario e di assistenza che vigila e sorveglia premurosamente sulla tua incolumità.

Ed allora, 16 marzo 2021: missione vaccinazione compiuta tramite Pfizer. In mattinata sul  posto era stato praticato l’AstraZeneca che proprio in quei giorni era precipitato nell’occhio del ciclone; se anche in quel pomeriggio fosse stato di turno quel vaccino…da convinto assertore della sicurezza e validità della scienza non avrei esitato neanche minimamente a sfidare il destino pur di confutare chi cerca di mettere il bastone tra le ruote alla ricerca scientifica!