vendredi 31 décembre 2021

 

Auguri di Buon Anno 2022  

       Avete presente quei sogni ricorrenti che vengono puntualmente a tenerci compagnia nel sonno per lasciarci poi, al risveglio, nello sconcerto dell’incubo o nell’alone di una strana confusione? Anche in determinate circostanze della vita si affacciano alla mente certi pensieri, sempre gli stessi, che andiamo spifferando a manca e a dritta come fossero delle perle di saggezza, laddove invece dovremmo chiederci se non siano quelle tante frasi fatte che andiamo automaticamente ripetendo quasi in modo pappagallesco. Nell’arco dell’anno il ponte delle festività natalizie segna pure il momento in cui fine ed inizio si toccano per divenire un tutt’uno; ed è appunto in questo periodo che il ritornello delle frasi fatte affiora immancabilmente, con la precisione di orologio svizzero, sulle nostre labbra per scandire le ore dell’anno che ci lascia e fare da antifona a quello che verrà: antifona che pure l’anno prossimo continuerà ad essere lo stesso ritornello degli anni passati e riproporsi anche in appresso come se fosse ancora nuovo! Non è forse anche questa magia del Natale?

“Speriamo che l’anno nuovo sia migliore!”: eccola, è questa la frase fatta sulla cui testa va posta la corona regale! Da quanti anni l’abbiamo puntualmente ripetuta? Per quanti altri anni la ripeteremo ancora? Ce l’augureremo per tutta la vita questa “perla di saggezza” perché al desiderio di una “marcia in più” non possiamo rinunziare proprio adesso, al passaggio di consegna che il vecchio anno sta facendo al nuovo e che il passato va facendo al futuro; ed ogni anno sarà di routine dimenticare per qualche attimo il presente per ritornare nella nostalgia del passato e tuffarci nelle speranze dell’avvenire che speriamo possa durare per gli auspicati cento anni ancora. Scaramanticamente, in determinati giorni di questo periodo festivo, abbiamo mangiato lenticchie o indossato indumenti rossi perché farlo porta fortuna, tanto benessere e tanta salute. Ed eccoci ad un’altra chicca delle nostre perle di saggezza che condizionano i nostri costumi festivi. Abbiamo già dimenticato che a novembre, recandoci a porgere una requiem ai trapassati, abbiamo rimarcato, lì nel cimitero, il volto sorridente di gente molto, ma molto più giovane di noi. Come pure abbiamo già dimenticato qualche visita di dovere in ospedale, dove ci siamo sentiti fortunati della nostra “buona” salute a contatto con quelle tante pene e tante malattie lì sofferte. Intanto qui nel mondo è tempo di pensare al Natale del Sole Invitto, al Natale del Signore, al Natale dell’Anno Nuovo; è tempo quindi, qui nel mondo, di augurarci tutta quella salute e tutto quel benessere di cui godiamo in abbondanza…e non ce ne accorgiamo!

       Natale 2019, Natale 2020, Natale 2021: eccoli veramente tra noi gli anni in cui le “frasi fatte” sembrano calzare proprio a pennello. È bastato il serpeggiare di un subdolo essere a toglierci il respiro, a tapparci la bocca, a farci sperare “per davvero” in un ANNO MIGLIORE. È già da tre anni che peggio di così non si può; e non si può andare peggio nel vero senso della parola, visto i tempi che corrono e il nuovo attacco del covid19. Spuntò il coronavirus e si pensò che un peggio non poteva esserci; ci pensò la variante delta a mettere a tappeto i nostri pensieri e la nostra salute e la nostra stessa vita; ecco qui tra noi adesso l’avvenente variante omicron a farci riflettere su di un peggio ancora peggio dello stesso peggio: la omicron, ripeto ancora una volta, non è che al centro dell’alfabeto greco! Eccolo dunque giunto a noi per davvero il tempo in cui augurarci di tutto cuore un ANNO veramente MIGLIORE…e così sia!

mercredi 22 décembre 2021

 Natale all’omicron  

        Da studente lessi da qualche parte che “pulcritudo in varietate”; e mi sa che questa bellezza che sta nella varietà sia anche il distintivo di quello che alla sua triste comparsa ebbi a definire il “nostro diversamente amico” coronavirus. Ricordate quando, detto per inciso, collaborando al Flash di Lidia Russo -che ora sta festeggiando il suo primo Natale Lassù- dedicavo ad esso una mia prima lettera tra il serio e il sarcastico? Intanto questo è il terzo Natale che, sgattaiolando invisibilmente tra noi, sta trascorrendo quaggiù su terra; dopo essersi variamente camuffato dietro le avvenenti forme di alcune lettere greche, eccolo qui a festeggiare la suggestiva ricorrenza che fa da ponte tra il vecchio ed il nuovo anno all’insegna della sua variante omicron! Variante omicron che ha “suggerito” al nostro malcapitato Legault di prendere misure precauzionali di comune accordo con il dottor Aruda…a capo dei camici bianchi per proteggere la nostra salute. Ho definito il nostro primo ministro “malcapitato” perché, infatti, per un’ennesima volta  in periodo pandemico si trova nell’occhio del ciclone: i soliti pro e contro che, indirettamente, contribuiranno, forse, pure a indebolire o a solidificare la sua poltrona ministeriale.

        Fedele alla mia filosofia pandemica ho già ribadito varie volte che il covid non è un castigo del cielo, bensì soltanto un saggio ammonimento a prendere coscienza di ciò che non va nel nostro comportamento nei confronti della natura, del Padreterno e degli stessi rapporti tra noi comuni mortali che abbiamo pure la sfrontatezza di definirci uomini! Sempre seguendo questo filo logico del mio ragionamento, affermo che anche queste misure sanitarie, prese in vista delle festività natalizie, hanno una giusta ragion d’essere. Primo: sono delle norme precauzionali; secondo: sono un invito al rispetto degli altri; terzo: sono delle raccomandazioni da doversi imporre! A ben pensarci le attuali festività comportano riunioni di gente ed assembramenti di persone; il nostro “diversamente” amico virus non è appunto negli stretti contatti umani che scaglia i suoi  strali più letali? Ergo dunque se i governanti tengono a cuore la salute dei loro sudditi, sono obbligati a prendere ogni necessaria misura…per drastica che possa sembrare.

        Eccoci giunti a Natale, tempo magico in cui i cuori si inteneriscono e le mani si tendono con amore all’altruismo. È da due anni che chi ha nelle sue mani le sorti del suo popolo, purtroppo, in materia di covidianità ha sul suo capo come una spada di Damocle affidata all’amletica opinione dei suoi cittadini. Perché, dunque, una volta tanto noi popolo non cerchiamo di abolire il rituale partito all’opposizione e approvare all’unanimità ciò che realmente conviene alla salute pubbica? Perché non sintonizziamo con previggenza il nostro sguardo nel loro stesso orizzonte onde avere, almeno per Natale, una visuale comune fatta di pace e di comprensione? Un altro anno di pandemia sta volgendo al termine -e la omicron non è che al centro dell’alfabeto greco- perché non ci prepariamo a brindare con prudenza al tanto desiderato avvento di un Nuovo Anno veramente Buono…sia per governanti che per governati? Intanto un cordiale Buon Natale a tutti!  

mercredi 15 décembre 2021

             Sfogo personale

Da qualche tempo sentivo uno strano rumore (tututù-tututù) provenire dalla parte posteriore della mia auto, soprattutto quando non rallentavo abbastanza sui dossi e nei tratti di strada mal pavimentati; siccome nel cofano avevo degli utensili metallici pensavo che il tutto dipendesse da quelle cose lì. Un venerdì sera detti rumori divennero tanto insistenti che mi allarmai seriamente; tolsi tutto ciò che avevo nel portabagagli e me ne andai a fare un giro d’ispezione: il rumore era ancora lì ed allora presi in considerazione l’idea di sottoporre la macchina ad una buona visita meccanica. Il mio garagista di fiducia il sabato e la domenica è chiuso e così, una tantum, mi presi il lusso di indirizzarmi in una di quelle officine meccaniche adiacenti a negozi che vendono anche merce di tutt’altro genere. Il sabato mattina alle otto in punto sono sul posto e spiego il caso dettagliatamente; per tutta risposta mi dicono che devo lasciare la macchiana lì, che verificheranno il tutto, che mi faranno sapere il costo ed io avrei deciso sul da farsi. Non essendo stato ancora contattato da nessuno, verso mezzogiorno chiamo a telefono per chiedere notizie; hanno avuto troppo da fare e mi daranno notizie a riguardo prima delle sedici, l’ora di  chiusura; ed infatti mi chiamano e mi fanno sapere che vanno cambiati vari pezzi e che il costo totale si aggira sui 1200 dollari più la manod’opera. Scioccato da detto importo rispondo che l’indomani mattina sarei andato a dare una risposta definitiva. Ascoltando le notizie meteo sento dire che la domenica sarà piovosa ed allora decido di passare pure il giorno festivo senza mezzo di locomozione, di andarmi a riprendere la macchina e portarla, il lunedì, al mio meccanico di fiducia. Detto per inciso, quando vado a riprendere l’auto mi fanno pagare 34 dollari per l’ispezione e mi danno pure la lista dei lavori che avrebbero dovuto fare con il relativo ammontare: vari pezzi da cambiare su tutte e quattro le ruote al prezzo di quanto detto più sopra; nel riconsegnarmi le chiavi lo scrupoloso impiegato mi fa notare che “tutto è a mio rischio personale perché posso anche perdere qualche ruota mentre guido con la macchina così ridotta”.

Ed infatti, preoccupato per questo, quella domenica pomeriggio non vado neanche a messa e chiamo subito il mio meccanico a casa sua. Non finisco neanche di spiegargli il tutto che subito mi dice di aver capito di che si tratta e di portargli la macchina ché mi rimetterà tutto a posto. Naturalmente non gli dico niente dell’accaduto del fine settimana, ma ricordandomi del “falso” avvertimento di quel meccanico “dei miei stivali” guido con prudenza e mi prendo tutto il tempo possibile per arrivare “in porto”. Arrivo sano e salvo e nel giro di un paio d’ore la mia utilissima spider è bell’e pronta a muoversi scattante e silenziosa come prima! Cosa aveva fatto di tanto speciale il mio meccanico di fiducia? C’era solo da cambiare l’ammortizzatore alla ruota posteriore sinistra: lavoro fatto -anche con cambio di olio e filtro- al modico costo di solo 123$, lavoro compreso. Al termine di questo mio piccolo sfogo personale mi permetto di chiedermi e di chiedervi chi siano i veri ladri: quelli della “borsa o la vita” oppure quelli che ti “ammortizzano” il conto in banca coi “guanti bianchi”!? È mai possibile che in questa grande America del Nord, il decantato mondo dagli affari d’oro, sia solo io quel povero grullo che non ha saputo fare soldi a palate? Comunque -in questo mondo di ladri e di falsi profeti- anche voi che vi ritenete gente “smart”, dovendovene andare in giro per la città perché obbligati a spendere soldi…attenti al portafoglio ché potrebbero alleggerirvelo senza sforzo alcuno.

samedi 4 décembre 2021

     Pandemia economica  

Con i giorni che passano la paura del covid, variante omicron permettendo, va sempre più allontanandosi dalle nostre preoccupazioni; i nostri pensieri si vanno man mano rasserenando e si fa sempre più ricco di colori l’arcobaleno dello sperato tutto andrà bene nell’orizzonte dell’avvenire dell’uomo. Le norme igieniche vanno via via diminuendo e alcuni dei pochi obblighi ancora in vigore sono l’uso della mascherina e il distanziamento sociale, ma non più sempre e dovunque come all’improvviso serpeggiare dell’invisibile male.

Sì, per quanto riguarda la salute pubblica la scienza e la medicina hanno risposto in modo rapido e competente al da farsi pandemico e alla soddisfacente gestione sanitaria. I luminari della medicina, trovando i vaccini adatti, hanno immediatamente portato serenità negli animi e assicurato salute al corpo; l’improvviso sconcerto causato dal coronavirus si è andato pian piano tranquillizzando e tutti ci si è indirizzati su di una linea di protezione tanto rapida quanto salutare. Eccoci, di conseguenza, mese dopo mese, giorno dopo giorno, passo dopo passo giunti all’oggi in cui tutto sembra passato alle spalle. Le punte massime di pericolo sono scese quasi al minimo e i picchi di mortalità si vanno sempre più azzerando: il post covid sta facendo il suo ingresso su tutta la faccia della terra! E questa mia tesi è comprovata, correggetemi se sbaglio, dal fatto che i no vax vanno sempre più alzando la testa quasi al punto da voler mettere in discussione le ideologie scientifiche che stanno riportando al suo giusto equilibrio la salute e il benessere dell’intero genere umano. Ciò premesso mi chiedo: “Sarà il virus che va perdendo colpi oppure è il nostro sistema immunitario a sviluppare i necessari anticorpi?”.

Comunque in quanto a malattia fisica la pandemia al novanta per cento è del tutto scomparsa, ma adesso, anche se non di solo pane vive l’uomo, dobbiamo cominciare a fare i conti pure con una conseguente pandemia economica. Per un paio di annetti ci siamo dati la mano l’un l’altro, ci siamo aiutati, ci siamo confortati a vicenda, nonstante tutto ci siamo sentiti vicini e protetti moralmente e socialmente; intanto va sottolineato che molteplici settori commerciali ed industriali sono stati paralizzati: non hanno potuto produrre ed alcuni sono stati addirittura costretti a chiudere dichiarare bancarotta. Se moralmente abbiamo cominciato a respirare, economicamente è proprio adesso che inizia a mancare l’ossigeno nell’aria che ci circonda. La quarantena e i coprifuochi sono già un vecchio ricordo, ma intanto per muoverci abbiamo bisogno della macchina: avete visto a quanto ammonta un litro di benzina di questi tempi? Molti operai siamo rimasti senza lavoro, ma bene o male il governo ci è venuto incontro; ma quei datori di lavoro, che sono rimasti improduttivi per tanto tempo, pensate che adesso opereranno con la stessa politica produttiva e salariale dell’anti covid? Centri commerciali, ristoranti, teatri e palestre recreative sono sembrati vasti deserti e silenti cimiteri in questi mesi di pandemia: quelle perdite economiche, a cui sono stati soggetti, non avranno forse come effetti collaterali un aumento di prezzo da addebitare ai loro futuri clienti?

Sì è vero e consoliamocene: la pandemia è finita, ma è appunto adesso che si rischia di cadere in un burrone altrettanto profondo: quello economico! Quella carità fraterna che ci ha visti mano nella mano va ridivenendo quell’utopistico dono virtuale che non potrà più intaccare le nostre tasche. Raccogliamoci in noi stessi e cerchiamo di rassegnarci perché, se la pandemia ci va lasciando, la crisi economica sta solo cominciando ad abbracciarci. E questo non è che un normale equilibrio dei casi della vita: è il giusto contrappeso con cui bilanciare questo rincrescioso periodo pandemico.

vendredi 19 novembre 2021

 

          Bla bla bla

      Cop26: affinché non siano ancora promesse da marinaio ecco Greta e l’entusiastica valanga dei suoi sostenitori, gli adulti di domani, scendere in piazza per mettere sotto pressione i grandi della terra, i cosiddetti potenti, affinché si decidano seriamente a prendere in considerazione la salute del pianeta azzurro che ci da sostentamento. E non hanno tutti i torti, questi futuri cittadini del cosmo, a reclamare diritti e protezione per quell’ambiente che domani dovrebbe consentire loro un salubre respiro. Non solo non hanno tutti i torti, ma sono addirittura gli assertori di una sacrosanta verità che i GRANDI purtroppo sono abituati a mettere in second’ordine. Più si è piccoli e più si dicono le cose con la spontaneità e la schiettezza che richiedono le cose vere: ma si sa che la verità fa male! Ed allora più ci si fa grandi e più ci si abitua a fare in modo che il tempo releghi la verità nel dimenticatoio. Nello specifico, quanti G20, quanti G7, quanti Incontri al Vertice non hanno lasciato il tempo che hanno trovato? Quanti SUMMIT non portanto la firma del Bla bla bla? Guarda caso in questo incontro al vertice si parla di carbone: non sarà che se ne voglia mettere un po’ da parte da regalare ai giovani  nella calza della befana?

          Uno dei più grandi maestri del secolo scorso è senza dubbio Gianni Rodari; di lui si dice spesso che le sue favole, le sue poesie, i suoi racconti non sono solo per i piccini, ma anche per i grandi; anzi io aggiungo che le cose che scrive sono per i piccoli, mentre la loro morale è per i grandi. Il bambino la morale la vive di per sé, è l’adulto che non la sa mettere in pratica ed è appunto l’adulto a cui bisogna raccomandarla. Praticamente, tornando a noi, anche quest’ultimo G20 è quasi una frana e va iscritto nell’albo delle cose sempre dette e mai fatte o di quello delle promesse mai mantenute: la corsa agli armamenti non si fermerà, i voli spaziali non cesseranno, lo spazio sarà sempre più perlustrato, l’aria sempre più inquinata, la terra sempre più maltrattata e il progresso umano non potrà mai più fare a meno di deturpare il creato;  ed il devastante effetto di tutto questo va sempre addebbitato ai potenti, ai governanti, a quelli che dirigono le sorti dei popoli…naturalmente. Intanto anche questi sommi manovratori delle vicende umane un giorno furono piccoli ed anche i loro occhi furono attratti dalla verità. A tale riguardo mi viene in mente un altro grande maestro di italianità emigrato anche lui qui a Montreal, il compianto Augusto Tomasini; in particolare mi va di ricordarvi un suo “commento del giorno” a proposito di tanti ragazzini di Palermo che, tramite i loro insegnanti, un determinato anno sfilarono per le strade di quella città per puntare il dito contro la mafia; a conclusione il Tomasini diceva: “Bravi ragazzi, però non guastatevi, crescendo!”.

          Tornando di nuovo a noi, è proprio il diventare grandi che rovina il mondo e l’uomo che lo abita; più si diventa grandi e più l’universo si rimpicciolisce e diventa insignificante di fronte a tanta saggezza acquisita dall’uomo navigando nel tempo e nello spazio. Azzarderei a dire che è questo il destino dell’essere umano: allontanarsi, crescendo, dalla genuinità e dalla schiettezza del vero; ed esseri umani lo siamo tutti: bambini, fanciulli, giovani, adulti ed anziani! Ed allora, dopo avere incolpto i potenti di ogni disastro terrestre, perché non cerchiamo, la mano sulla coscienza, di chiederci se non abbiamo un po’ colpa anche noi, impotenti e deboli comuni mortali, di questo famigerato cambiamento climatico? Anche noi siamo abitanti di questo pianeta e quindi dobbiamo assumerci anche noi la nostra percentuale di responsabilità. Intanto cari giovani, promettente futuro dell’umanità, anche voi siete abitanti di questo pianeta e, quindi, reclamateli pure i diritti ad un avvenire salubre e sereno, ma non dimenticate che siete chiamati anche voi a dare il vostro colpo di mano a mantenere il creato in buona salute…e di questo vostro aiuto l’umanità ne ha bisogno oggi e non domani allorché, crescendo, forse potreste guastarvi! Ma mettiamo da parte per un momento i grandi della terra, i potenti, quelli che decidono per noi   e cerchiamo, una tantum, di prenderla noi stessi una giusta decisione; ciò premesso vengo a chiedere a voi tutti, gente comune di tutti i giorni e voi giovani in cerca di un’esistenza tranquilla, posso proporvi un piccolo sacrificio, posso consigliarvi una rinunzia da fare per la salute di nostra madre terra? Se vi suggerissi di non utilizzare più i tanti mezzi di locomozione che inquinano l’aria…che pesci prendereste?

lundi 8 novembre 2021

 

  A chi dare ragione?    

Si sapeva che il covid 19 sarebbe stato fonte di nuove abitudini e che avrebbe dato inizio a quella nuova normalità che ha già iniziato ad accompagnare il nostro quotidiano e che farà da denominatore comune al nostro domani. Ora che il sereno sta tornando, vogliamo provare a fare un bilancio a riguardo dell’indirizzo morale e sociale, nonché civile, che l’umanità sta dando all’orizzonte etico e morale del suo avvenire?

Molteplici ed altamente significativi i comportamenti positivi suggeritici dalle normative antivirus che lentamente vanno trasformandosi nelle nuove abitudini di una società prostrata e distrutta, ma fortunatamente rinata, da un’assurda malattia contagiosa, niente poco di meno che addirittura nel ventunesimo secolo. Tutto sommato dobbiamo ammettere che qualche sprazzo di bontà è giunto a corroborare i nostri desideri di fare del bene e di collaborare generosamente col nostro prossimo. In linea di massima c’è stato un senso di rispetto e di collaborazione per quella branca della scienza e della politica che si è dedicata con solerzia e perspicacia a tutelare il bene e la salute pubblica; un buon colpo di mano siamo stati capaci di darcelo a tutto onore del senso civico e del rispetto degli altri che in tutti e non solo in tanti avrebbe dovuto rappresentare un collaborativo sfondo dell’umana solidarietà.

Difatti va rincresciosamente annotato che, un po’ dovunque nel mondo, agli atti costruttivi di una estremità positiva, si vanno contrapponendo quelli distruttivi di una estremità negativa perché, nella vita come in politica, non ci sarà mai un pro senza un contro! Ecco quindi i contrari al vaccino demolire il muro della solidarietà umana costruito dalla scienza e consolidato dalle norme igieniche per combattere il coronavirus; eccoli dunque, i decantati camici bianchi, messi alla berlina da teste prive di cervello e vedersi il dito puntato contro solo perché benefattori del genenre umano; siamo ancora con l’acqua alla gola e, invece di allestire salvagenti, si silurano navi amiche. Non possono essere catalogati in un veritiero spirito di libertà queste scese in piazza del tutto sconsiderate: essere liberi non è fare ciò che si vuole, ma ciò che si “deve” per rispettare pure la libertà degli altri! Ha praticamente ragione il presidente Mattarella a sostenere che simili subdole manifestazioni sono di ostacolo alla sperata ripresa che va finalmente mettendo radici: sono atti che sobillano l’ordine pubblico e niente affatto rivendicazioni di giusti diritti.

Spesso e volentieri, di fronte a sventure umane o cataclismi terrestri, si è portati a chiederci “ma Dio dov’è; si è dimenticato dell’uomo?”. Chiedo venia a tutti, ma di fronte a dette sfilate insensate che stanno facendo storia in questi giorni mi domando, invece, dove siano i governi in simili frangenti. Non sono essi i responsabili dell’ordine pubblico? Non sono essi a dover gestire la situazione in modo da non ledere la libertà di nessuno? Non sono essi a dover assicurare al loro popolo un futuro di pace e di giustizia? Questa pandemia, che mi auguro ci lasci in pace il più presto possible, è stata giustamente paragonata ad una guerra contro un nemico invisibile; quando un Paese scende in guerra arruola il suo esercito e nessun soldato può esimersi dal prendere il fucile ed andare al fronte. Poiché il nostro comune nemico è il coronavirus e l’unica arma per debellarlo è il vaccino,  perché mai non si è obbligato tutti i cittadini ad essere vaccinati? Con una immunità di gregge al cento per cento, detta guerra avremmo potuto vincerla già da un pezzo…senza il verificarsi di tante caciare sociali dovute anche ad una cattiva amministrazione della Cosa Pubblica o magari subdolamente aizzate; in casi bellici la libertà comune è da preferirsi di gran luna a quella individuale.  

Obbligo per obbligo, tanto per concludere con una certa pertinenza, non si poteva obbligare, a suo tempo, una vaccinazione a tappeto, invece di ricorrere ora all’obbligo dell’esibizione del certificato verde o meglio del green pass, come dicono in Italia… in occasione, guarda caso, proprio di un ennesimo centenario della morte di Dante? Purtroppo in casi simili non si sa mai dove far pesare l’ago della bilancia perché, se da una parte si ha ragione, dall’altra non si hanno mai tutti i torti!  

mercredi 27 octobre 2021

 

          Verso la ripresa    

          Non è ancora l’ora di intonare il rituale Te Deum di ringraziamento, ma un sentore di meritata ripresa già si comincia a registrare il ogni angolo di strada ed in ogni settore della vita sociale. Tutto sembra ritornare come prima, ma si impone ancora un obbligo inderogabile: l’uso della mascherina e un debito distanziamento sociale; sono le sole ed uniche armi da impugnare  per tenere a bada il nostro invisibile nemico, purtroppo ancora più che mai presente in mezzo a noi.

          Ma chi l’avrebbe detto mai che per vincere quest’assurda guerra dovevamo essere costretti a chiuderci la bocca! Che ridicolo paradosso: è con la bocca che comunichiamo, è con la bocca che mangiamo, è con la bocca che respiriamo…per mantenerci in vita; eppure eccoci costretti a tenerla chiusa per non divenire pericolo di morte per i nostri simili; è uno di quei problemi che più ci pensi e meno li risolvi, più ci ragioni sopra e più rischi di impazzire. Ed allora, mettiamoci una pietra sopra e, se pensiamo ancora ad esso, facciamolo anche per valutare i vantaggi che è venuto ad offrirci e, magari, se siamo stati in grado di trarne buoni frutti. È stato uno di quei preziosi momenti, nonostante tutto, che ci ha permesso di ritornare in noi stessi, di farci riscoprire il valore delle piccole cose, ci ha insegnato ad accontentarci del puro necessario, ci ha suggerito di non chiedere il superfluo, ci ha sussurrato all’orecchio di rispettare il prossimo e di vivere come fratelli. Che belle cose è venuto a metterci in testa; ma, in tutta coscienza, fino a che punto abbiamo tratto vantaggio da questa sua lezione, fin quando saremo capaci di mantenere questi saggi propositi, non sarà il caso che li abbiamo già belli e dimenticati?

Ricordo che le prime persone a cui il covidi 19 tolse il sorriso furono gli anziani: infatti il coronavirus scagliò i suoi primi dardi mortali proprio contro la terza età perché, a detta di certi esperti, bisognava “ringiovanire” l’umana società. Poiché questa è anche la mia fascia di età, fortunatamente posso dire, con un particolare respiro di sollievo, che molti di noi arzilli vecchietti dai capelli argentati siamo ancora qui a goderci l’aria salubre, il calore del sole e i valori delle stagioni della vita. Intanto, se i primi pianti della covidianità ci videro loro protagonisti, a tutt’oggi pure i sorrisi della ripresa sono tornati a far capolino nei molteplici centri d’age d’or della grande Montreal. Che musi lunghi nelle abitazioni di questi…giovani di spirito: balli sociali e danze in linea vietati; tornei di bocce e sedute a bingo interdette; quelle fragili membra già indolenzite rischiavano di divenire tronchi inutili in quei confinamenti dentro casa! Finalmente il sereno è tornato e anch’essi sono ritornati a contattarsi e a sgranghirsi le gambe: ritorno alla grande ai salti di gioia. Sì, sono finalmente riprese queste attività sociali organizzate da esperti professori di danza; ma ho sentito anche dire -non so se per demenza senile o altro- che il rispetto della “bocca chiusa” e il consentito numero delle presenze in loco vengono un po’ prese “sotto gamba”! Attenti, dunque, miei cari “caschi d’oro”: usatele sì le vostre gambe ballerine…ma solo per sgranghirvele e non per andare in barba alla legge; perché il nemico è ancora in mezzo a noi e potrebbe prendere una piega da vera variante mortale! Ed allora sì che, con le mani nei capelli, saremmo costretti a dire: “O mio Dio!”