A chi dare
ragione?
Si sapeva che il covid 19 sarebbe
stato fonte di nuove abitudini e che avrebbe dato inizio a quella nuova
normalità che ha già iniziato ad accompagnare il nostro quotidiano e che farà
da denominatore comune al nostro domani. Ora che il sereno sta tornando,
vogliamo provare a fare un bilancio a riguardo dell’indirizzo morale e sociale,
nonché civile, che l’umanità sta dando all’orizzonte etico e morale del suo
avvenire?
Molteplici ed altamente significativi
i comportamenti positivi suggeritici dalle normative antivirus che lentamente
vanno trasformandosi nelle nuove abitudini di una società prostrata e
distrutta, ma fortunatamente rinata, da un’assurda malattia contagiosa, niente
poco di meno che addirittura nel ventunesimo secolo. Tutto sommato dobbiamo
ammettere che qualche sprazzo di bontà è giunto a corroborare i nostri desideri
di fare del bene e di collaborare generosamente col nostro prossimo. In linea
di massima c’è stato un senso di rispetto e di collaborazione per quella branca
della scienza e della politica che si è dedicata con solerzia e perspicacia a
tutelare il bene e la salute pubblica; un buon colpo di mano siamo stati capaci
di darcelo a tutto onore del senso civico e del rispetto degli altri che in
tutti e non solo in tanti avrebbe dovuto rappresentare un collaborativo sfondo dell’umana
solidarietà.
Difatti va rincresciosamente annotato
che, un po’ dovunque nel mondo, agli atti costruttivi di una estremità positiva,
si vanno contrapponendo quelli distruttivi di una estremità negativa perché,
nella vita come in politica, non ci sarà mai un pro senza un contro! Ecco
quindi i contrari al vaccino demolire il muro della solidarietà umana costruito
dalla scienza e consolidato dalle norme igieniche per combattere il coronavirus;
eccoli dunque, i decantati camici bianchi, messi alla berlina da teste prive di
cervello e vedersi il dito puntato contro solo perché benefattori del genenre
umano; siamo ancora con l’acqua alla gola e, invece di allestire salvagenti, si
silurano navi amiche. Non possono essere catalogati in un veritiero spirito di
libertà queste scese in piazza del tutto sconsiderate: essere liberi non è fare
ciò che si vuole, ma ciò che si “deve” per rispettare pure la libertà degli
altri! Ha praticamente ragione il presidente Mattarella a sostenere che simili
subdole manifestazioni sono di ostacolo alla sperata ripresa che va finalmente
mettendo radici: sono atti che sobillano l’ordine pubblico e niente affatto
rivendicazioni di giusti diritti.
Spesso e volentieri, di fronte a
sventure umane o cataclismi terrestri, si è portati a chiederci “ma Dio dov’è;
si è dimenticato dell’uomo?”. Chiedo venia a tutti, ma di fronte a dette
sfilate insensate che stanno facendo storia in questi giorni mi domando,
invece, dove siano i governi in simili frangenti. Non sono essi i responsabili
dell’ordine pubblico? Non sono essi a dover gestire la situazione in modo da
non ledere la libertà di nessuno? Non sono essi a dover assicurare al loro
popolo un futuro di pace e di giustizia? Questa pandemia, che mi auguro ci
lasci in pace il più presto possible, è stata giustamente paragonata ad una
guerra contro un nemico invisibile; quando un Paese scende in guerra arruola il
suo esercito e nessun soldato può esimersi dal prendere il fucile ed andare al
fronte. Poiché il nostro comune nemico è il coronavirus e l’unica arma per
debellarlo è il vaccino, perché mai non
si è obbligato tutti i cittadini ad essere vaccinati? Con una immunità di
gregge al cento per cento, detta guerra avremmo potuto vincerla già da un
pezzo…senza il verificarsi di tante caciare sociali dovute anche ad una cattiva
amministrazione della Cosa Pubblica o magari subdolamente aizzate; in casi
bellici la libertà comune è da preferirsi di gran luna a quella individuale.
Obbligo per obbligo, tanto per
concludere con una certa pertinenza, non si poteva obbligare, a suo tempo, una
vaccinazione a tappeto, invece di ricorrere ora all’obbligo dell’esibizione del
certificato verde o meglio del green pass, come dicono in Italia… in occasione,
guarda caso, proprio di un ennesimo centenario della morte di Dante? Purtroppo
in casi simili non si sa mai dove far pesare l’ago della bilancia perché, se da
una parte si ha ragione, dall’altra non si hanno mai tutti i torti!
Aucun commentaire:
Publier un commentaire