Non è ancora l’ora di intonare il
rituale Te Deum di ringraziamento, ma un sentore di meritata ripresa già si
comincia a registrare il ogni angolo di strada ed in ogni settore della vita
sociale. Tutto sembra ritornare come prima, ma si impone ancora un obbligo
inderogabile: l’uso della mascherina e un debito distanziamento sociale; sono
le sole ed uniche armi da impugnare per
tenere a bada il nostro invisibile nemico, purtroppo ancora più che mai
presente in mezzo a noi.
Ma chi l’avrebbe detto mai che per
vincere quest’assurda guerra dovevamo essere costretti a chiuderci la bocca! Che
ridicolo paradosso: è con la bocca che comunichiamo, è con la bocca che
mangiamo, è con la bocca che respiriamo…per mantenerci in vita; eppure eccoci
costretti a tenerla chiusa per non divenire pericolo di morte per i nostri
simili; è uno di quei problemi che più ci pensi e meno li risolvi, più ci
ragioni sopra e più rischi di impazzire. Ed allora, mettiamoci una pietra sopra
e, se pensiamo ancora ad esso, facciamolo anche per valutare i vantaggi che è
venuto ad offrirci e, magari, se siamo stati in grado di trarne buoni frutti. È
stato uno di quei preziosi momenti, nonostante tutto, che ci ha permesso di
ritornare in noi stessi, di farci riscoprire il valore delle piccole cose, ci
ha insegnato ad accontentarci del puro necessario, ci ha suggerito di non
chiedere il superfluo, ci ha sussurrato all’orecchio di rispettare il prossimo
e di vivere come fratelli. Che belle cose è venuto a metterci in testa; ma, in
tutta coscienza, fino a che punto abbiamo tratto vantaggio da questa sua
lezione, fin quando saremo capaci di mantenere questi saggi propositi, non sarà
il caso che li abbiamo già belli e dimenticati?
Ricordo
che le prime persone a cui il covidi 19 tolse il sorriso furono gli anziani:
infatti il coronavirus scagliò i suoi primi dardi mortali proprio contro la
terza età perché, a detta di certi esperti, bisognava “ringiovanire” l’umana
società. Poiché questa è anche la mia fascia di età, fortunatamente posso dire,
con un particolare respiro di sollievo, che molti di noi arzilli vecchietti dai
capelli argentati siamo ancora qui a goderci l’aria salubre, il calore del sole
e i valori delle stagioni della vita. Intanto, se i primi pianti della
covidianità ci videro loro protagonisti, a tutt’oggi pure i sorrisi della
ripresa sono tornati a far capolino nei molteplici centri d’age d’or della
grande Montreal. Che musi lunghi nelle abitazioni di questi…giovani di spirito:
balli sociali e danze in linea vietati; tornei di bocce e sedute a bingo
interdette; quelle fragili membra già indolenzite rischiavano di divenire
tronchi inutili in quei confinamenti dentro casa! Finalmente il sereno è
tornato e anch’essi sono ritornati a contattarsi e a sgranghirsi le gambe:
ritorno alla grande ai salti di gioia. Sì, sono finalmente riprese queste
attività sociali organizzate da esperti professori di danza; ma ho sentito
anche dire -non so se per demenza senile o altro- che il rispetto della “bocca
chiusa” e il consentito numero delle presenze in loco vengono un po’ prese
“sotto gamba”! Attenti, dunque, miei cari “caschi d’oro”: usatele sì le vostre
gambe ballerine…ma solo per sgranghirvele e non per andare in barba alla legge;
perché il nemico è ancora in mezzo a noi e potrebbe prendere una piega da vera
variante mortale! Ed allora sì che, con le mani nei
capelli, saremmo costretti a dire: “O mio Dio!”
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