È stato alla messa pomeridiana di domenica 13 marzo
2022 che padre Jean Pierre ci ha letto la lettera che il vescovo di Montreal
gli aveva inviato il venerdì precedente. Subito dopo la benedizione finale ha
invitato i fedeli a rimettersi seduti ed ha iniziato a leggere la missiva in
cui veniva comunicato che la sua missione nella nostra parrocchia era compiuta
e che non veniva ancora detto dove lui sarebbe stato trasferito, né chi ne
avrebbe preso il posto. Ora, però, sappiamo bene che la guida spirituale della
nostra comunità cattolica in RdP è stata affidata a padre Francesco Giordano, a
cui porgo una stretta di mano con l’augurio di una buona permanenza pastorale in mezzo a noi, anche a nome di
tutti i parrocchiani.
Intanto, vogliamo ricordarli i
pastori evangelici che si sono presi cura, prima di lui, del gregge della
Riviera a partire dal 1984? Fu il compianto padre Romano Venturelli che, nel
primo lustro degli anni ’80, fondò la parrocchia e fece sorgere la chiesa di
Maria Ausuliatrice. Da buon salesiano non poteva fare a meno di intotolare
detto edificio sacro all’aspetto della Madre di Dio più caro a Don Bosco! E la
nostra “Ausiliatrice” il suo primo aiuto miracoloso lo prodigò proprio in
favore dei coniugi Giovanni Palumbo e Anna Saroli: gli architetti che
progettarono l’allora nuova missione in terra canadese. I Palumbo, avendo
prenotato un biglietto aereo per un viaggio di vacanza, chiesero a padre Romano
di consegnargli il progetto della chiesa con qualche settimana di ritardo; poiché
il Venturelli fece capir loro che ne aveva urgentemente bisogno, gli ingegneri
posteciparono le loro vacanze…l’aereo su cui si sarebbero dovuti imbarcare fu
sabotato, si schiantò a terra e nessun passeggero ebbe scampo! A richiamare i
fedeli in chiesa è generalmente il suono delle campane; le quattro che invitano
i devoti alle funzioni sacre furono regalate alla Missione da Giovanni
Venturelli, il papà del pio sacerdote fondatore. Da premettere che dal 1982, anno di fondazione della parrocchia, al 1984, anno di costruzione della chiesa, la messa domenicale veniva celebrata in casa dei coniugi Renzo ed Alda Viero.
A prendere le redini della Missione
dopo padre Romano fu padre Giuseppe Costamagna, il “padre però” che cominciò a
farci considerare la parrocchia anche come la nostra “casa” spirituale; difatti
era solito, durante le sue omelie, paragonare la chiesa ad una comune casa dove
la famiglia si riunisce per vivere in armonia e stabilire contatti fraterni con
il resto della comunità. Con padre Giuseppe viene ristrutturata la sezione
dell’altare e del presbiterio per venire a prendere l’aspetto ampio e luminoso
che ancora oggi possiamo ammirare. Per l’occasione la JPMetal America Inc.
regalava alla chiesa l’organo che tuttora accompagna con le sue note le
funzioni religiose.
Dopo il Venturelli e il Costamagna fu
padre Luc De Montagne a dirigere il cammino spirituale dei fedeli della Maria
Ausiliatrice e a continuare la gestione salesiana della parrocchia che, con
lui, diventa addirittura una famiglia; sì, è proprio questo il ricordo che
padre Luc ha lasciato in mezzo a noi: farci sentire in chiesa come in una vera
e propria famiglia. Dei padri salesiani di allora resterà sempre impressa nelle
nostre menti la presenza di padre Tito Iannaccio, ma soprattutto il suo carisma
di grande predicatore dalla parola precisa e profonda che ti entrava nel cuore
e non ne usciva mai più.
Ultimamente, dopo i tre appena
menzionati, è stata la volta di padre Jean Pierre Couturiere a guidarci sui
sentieri della fede. Fatto saliente della gestione Couturiere è la
consacrazione della chiesa come testimoniano le apposite croci poste in alto
delle stazioni della via crucis e sul frontone della mezzanina che dà sulla
navata della chiesa. Dette croci di consacrazione sono state preparate e
lavorate, gratia et amore Dei, nella falegnameria della già citata JPMetal
della famiglia Paventi. Quei pini che adornano la facciata e danno ossigeno a
tutta l’aria d’intorno, da piccoli e teneri che erano appena piantati, sono
cresciuti e già gareggiano in altezza con lo stesso edificio; anche i nostri
figli sono cresciuti dando un più ampio resipro alla nostra comunità; grazie a
loro, infatti, questa si è ingrandita divenendo cosmopolita e multietnica al
pari della grande Montreal. Di conseguenza ne va da se che la nostra
parrocchia, con padre Jean Pierre Couturiere, non poteva non allargare i suoi orizzonti
fino a divenire una piccola comunità aperta ad una costruttiva visuale
interculturale e multilingue.
Santa Pasqua 2022: due anni di
isolamento prima e tristi giorni di minaccia atomica dopo, il mondo chiede un
attimo di pace e di benessere! Come dicevo ad inizio dissertazione, ora
sapppiamo chi è il nostro nuovo parroco. Se padre Jean Pierre ha confortato la
tristezza dell’isolamento pandemico, adesso sarà padre Francesco a schiarire le
nubi provocate dalle bombe in Ucraina e farci andare avanti giubilanti e sereni
lungo il cammino della nostra cattolicità. Abbiamo saputo chi era il nostro
nuovo parroco alcune settimane fa; e già da allora, non foss’altro che per il
nome che porta, è entrato anch’egli nei nostri cuori; in quale cuore cattolico,
infatti, non c’è un angolino per papa Francesco o per san Francesco d’Assisi,
il santo degli umili e dei poverelli, il santo del “pace e bene”: due valori
umani di cui l’uomo sembra essere tornato ad averne fame e sete ancora una
volta addirittura in questi primi decenni del ventunesimo secolo? Come segno di
buon auspicio, intanto, Domenica 27 marzo nella messa delle cinque pomeridiane,
padre Francesco venendo presentato alla comunità italiana, per la distribuzione
della Santa Comunione ci ha portato alla procedura pre-covid: non sono stati i
ministri di essa a passare banco per banco, ma sono stati i fedeli a recarsi
all’altare…così come ai bei tempi di una volta. Ed allora, caro padre
Francesco, auguri per il tuo 50mo compleanno festeggiato l’otto marzo scorso e benvenuto
in questa nostra comunità religiosa, nella certezza che essa, grazie al tuo
apostolato, ben presto diventerà una “cittadella sulla riviera”!
P.S. Ieri, 10 aprile domenica delle palme, finalmente
dopo due anni di pandemia chiesa gremita ed organo festoso ad accompagnare i
canti della corale.