Pandemia economica
Con i giorni che passano la paura del
covid, variante omicron permettendo, va sempre più allontanandosi dalle nostre preoccupazioni; i nostri
pensieri si vanno man mano rasserenando e si fa sempre più ricco di colori l’arcobaleno
dello sperato tutto andrà bene nell’orizzonte dell’avvenire dell’uomo. Le norme
igieniche vanno via via diminuendo e alcuni dei pochi obblighi ancora in vigore
sono l’uso della mascherina e il distanziamento sociale, ma non più sempre e
dovunque come all’improvviso serpeggiare dell’invisibile male.
Sì, per quanto riguarda la salute
pubblica la scienza e la medicina hanno risposto in modo rapido e competente al
da farsi pandemico e alla soddisfacente gestione sanitaria. I luminari della
medicina, trovando i vaccini adatti, hanno immediatamente portato serenità
negli animi e assicurato salute al corpo; l’improvviso sconcerto causato dal
coronavirus si è andato pian piano tranquillizzando e tutti ci si è indirizzati
su di una linea di protezione tanto rapida quanto salutare. Eccoci, di
conseguenza, mese dopo mese, giorno dopo giorno, passo dopo passo giunti
all’oggi in cui tutto sembra passato alle spalle. Le punte massime di pericolo
sono scese quasi al minimo e i picchi di mortalità si vanno sempre più
azzerando: il post covid sta facendo il suo ingresso su tutta la faccia della
terra! E questa mia tesi è comprovata, correggetemi se sbaglio, dal fatto che i
no vax vanno sempre più alzando la testa quasi al punto da voler mettere in discussione
le ideologie scientifiche che stanno riportando al suo giusto equilibrio la
salute e il benessere dell’intero genere umano. Ciò premesso mi chiedo: “Sarà
il virus che va perdendo colpi oppure è il nostro sistema immunitario a
sviluppare i necessari anticorpi?”.
Comunque in quanto a malattia fisica
la pandemia al novanta per cento è del tutto scomparsa, ma adesso, anche se non
di solo pane vive l’uomo, dobbiamo cominciare a fare i conti pure con una
conseguente pandemia economica. Per un paio di annetti ci siamo dati la mano
l’un l’altro, ci siamo aiutati, ci siamo confortati a vicenda, nonstante tutto
ci siamo sentiti vicini e protetti moralmente e socialmente; intanto va
sottolineato che molteplici settori commerciali ed industriali sono stati paralizzati:
non hanno potuto produrre ed alcuni sono stati addirittura costretti a chiudere
dichiarare bancarotta. Se moralmente abbiamo cominciato a respirare,
economicamente è proprio adesso che inizia a mancare l’ossigeno nell’aria che
ci circonda. La quarantena e i coprifuochi sono già un vecchio ricordo, ma
intanto per muoverci abbiamo bisogno della macchina: avete visto a quanto
ammonta un litro di benzina di questi tempi? Molti operai siamo rimasti senza
lavoro, ma bene o male il governo ci è venuto incontro; ma quei datori di
lavoro, che sono rimasti improduttivi per tanto tempo, pensate che adesso
opereranno con la stessa politica produttiva e salariale dell’anti covid?
Centri commerciali, ristoranti, teatri e palestre recreative sono sembrati
vasti deserti e silenti cimiteri in questi mesi di pandemia: quelle perdite
economiche, a cui sono stati soggetti, non avranno forse come effetti
collaterali un aumento di prezzo da addebitare ai loro futuri clienti?
Sì è vero e consoliamocene: la pandemia
è finita, ma è appunto adesso che si rischia di cadere in un burrone
altrettanto profondo: quello economico! Quella carità fraterna che ci ha visti
mano nella mano va ridivenendo quell’utopistico dono virtuale che non potrà più
intaccare le nostre tasche. Raccogliamoci in noi stessi e cerchiamo di
rassegnarci perché, se la pandemia ci va lasciando, la crisi economica sta solo
cominciando ad abbracciarci. E questo non è che un normale equilibrio dei casi
della vita: è il giusto contrappeso con cui bilanciare questo rincrescioso
periodo pandemico.
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