mardi 1 mars 2022

 

Lettera a Putin

Gent.mo Signor Putin, ammesso e non concesso che tu possa essere un gran signore, lo sai che, per quanto riguarda noialtri quebecchesi, ci stai quasi facendo passare la voglia di gustare in pace una delle più prelibate pietanze nostrane che, guarda caso, manco a farlo apposta si chiama “putine”? Non allarmatevi ristoratori della Belle Province, sapremo resistere alla tentazione e respingere “l’immaginario” attacco sovietico. Ma cosa mai ti passa per la testa illustre Vladimir? Ma stai perdendo completamente il cervello sfidando altezzosamente quasi tutti gli altri stati del mondo? Io penso che abbia ragione chi avanza l’ipotesi che questa tua demenza non sia frutto della vecchiaia, come ad esempio l’alzheimer, bensì un effetto collaterale del nostro diversamente amico coronavirus che ancora non si decide, nemmeno lui, a lasciarci in pace. Se veramente così fosse vuol dire che comincia a serpeggiare in mezzo a noi con un’ennesima ulteriore variante: il tocco di testa degli illusi!

Ma ce l’hai un cuore nel petto? Come si fa ad essere così privi di sensibilità tanto da terrorizzare senza ritegno mezzo mondo? Non dicono niente alla tua coscienza quei volti imploranti di bimbi spauriti con lo sguardo nel vuoto? E quelle famiglie decimate e straziate dal dolore non dicono niente al tuo essere padre? Quelle colonne di profughi  in cerca di una mano pietosa che regali loro un tozzo di pane per sfamarsi e un giaciglio per riposare, non suggeriscono nulla al tuo essere un capo di stato? Ti sono proprio indifferenti quelle sfilate di protesta che contestano, in ogni strada e piazza del globo terrestre, il tuo operato? Invece di infuriarti e reprimere sommosse,  finanche nella tua stessa Mosca, poni orecchio a quegl’inni di libertà di giovani e intellettuali innalzanti cartelli di “NO ALLA GUERRA”. Non sporcarti ancora le mani di sangue innocente; non gettare il tuo Paese nel degrado più completo; ammaina le vele prima che sia troppo tardi. Ogni gente ha diritto a ideali di libertà, ogni popolo ha diritto ad un pezzo di terra dove coltivare sogni di fraterna convivenza e di giustizia. Non ti vergogni di disonorare la politica perestrojka del tuo insigne predecessore Gorbaciov? Lui sì che fu un grande statista per il tuo secolare Paese e per il mondo intero. Fu così disposto a stabilire rapporti di vita pacifica tra le genti da consentire visite e strette di mano con il pontefice, vostro mezzo compaesano, san Giovanni Paolo II. E che dire di quello attuale di cui hai profondamente rattristato il cuore: papa Francesco I? Hai visto il grande gesto che ha fatto recandosi a perorare la pace nel mondo presso la tua ambasciata in Vaticano? Sei fortunato che la Santa Sede di oggi abbia declinato ogni potere temporale per dedicarsi esclusivamente ai valori spirituali ed eterni; se fosse  ancora “come te” ancorata al Medio Evo…una crociata te l’avrebbe già bella ed allestita!

Con una mentalità stralunata come la tua bisognerebbe applicare per davvero la legge del taglione: occhio per occhio, dente per dente; senza mettere in second’ordine il diritto alla legittima difesa. Beato te che gli altri governanti non la pensino, almeno fino ad ora, secondo il canone da me esposto. La mia Italia, per esempio, “ripudia la guerra” addirittura costituzionalmente parlando; e il resto dei potenti della terra, a parte qualche altra capacalda come la tua, cercano di farti mettere la testa a posto con i mezzi di un saggio colloquio e di trattative pacifiche. Non ingalluzzirti, però, perché loro non sono mica santi come i papi; sono esseri umani come te ed anche la loro pazienza ha un limite. Ritira i tuoi carrarmati dall’Ucraina, metti dei fiori nei loro cannoni, zittisci le sirene dei coprifuoco, purifica i cieli europei dalla minaccia nucleare, interrompi i borbardamenti su caseggiati e gente innocente, fa che tutti respirino aria pura e che tutti abbiano una dimora dove vivere in pace. Abbassa umilmente la testa e non tirare troppo la corda perché potrebbe spezzarsi ed allora sì che vedresti che male che fa quel suo capo spezzato che viene a sbatterti in faccia!

Caro Vladimir, non volermene per questo mio “dipinto quasi da Guernica”, fatto più da te che da me; al contrario cerca di prendere in considerazione, per il tuo e nostro bene, tutti questi bei consigli che mi sono permesso  di darti anche a nome di ogni altro essere umano sulla faccia della terra. Ascoltami e vedrai che, così come in una favola a lieto fine, vivremo tutti felici e contenti…in questo beneamato pianeta azzurro. E che, francescanamente fratelli, pace e bene sia a te che a tutti!    

 

dimanche 13 février 2022

 

             San Valentino

          Il mese di febbraio è il mese dell’amore, quel nobile sentimento che uno dei più preziosi granelli di saggezza vuole che sia la cosa più bella che la vita può offrirci e che, in cambio, anch’esso la ridona a sua volta tramite l’unione di un uomo con una donna; ed allora riscaldiamoci gli animi parlando della San Valentino che festeggiamo giusto al mezzo del mese più corto dell’anno.  Ma, detto per inciso, è anche la festa dei gay, dei travestiti e degli invertiti? A voi l’ardua sentenza! Da parte mia mi impegno a parlarvi della festa di tutti coloro nel cui cuore arde la fiamma dell’Amore, con la A maiuscola...anche nel rispetto di ogni giusto accomodamento ragionevole (ammesso che ce ne possa essere).

Venendo a bomba la San Valentino è un raggio di luce squisitamente italiana che affonda il suo primo riverbero su nel tempo, sin dai giorni dei nostri padri latini della Roma eterna. In quella notte dei tempi erano soliti festeggiare il dio Lupercus con un rito tutto speciale. Un bimbo sceglieva il nome di alcune donne e di altrettanti uomini che avrebbero vissuto in intimità di coppia per tutto l’anno onde assicurare la fertilità della popolazione. In seguito, col propagarsi del cristianesimo, si cercò di sostituire le ricorrenze lupercali con una festività religiosa ad esclusivo indirizzo degli innamorati. Naturalmente ci voleva un santo adatto allo scopo e la scelta cadde su San Valentino sia perchè la sua festa coincideva con il periodo delle lupercali, sia perchè nella sua vita si era dedicato a far nascere amore nei cuori giovanili o a rimettere in equilibrio gli amori vacillanti o in pericolo di sfasciamento.

Tanto per cominciare, è dovuta proprio a lui la frase conclusiva, «dal tuo caro...», di tante missive, specialmente se sono lettere d’amore; ed eccone il perché. Durante la sua prigionia si era molto affezionato alla figlia cieca del suo carceriere Asterius. Allorché venne portato alla decapitazione mandò un pensiero d’addio alla fanciulla...e detto messaggio terminava, appunto, con la formula, divenuta in seguito quella formale di ogni scritto del genere che si rispetti, «dal tuo caro Valentino».  Si narra, poi, che, vedendo due fidanzati litigare, offrì  loro una rosa con la raccomandazione di tenerla stretta fra le loro mani unite...ed essi si riconciliarono. Ma eccovi anche un’altra delle sue «trovate» che ha lasciato una profonda traccia nella terminologia amorosa. Per far rinascere l’amore negli animi di un’altra coppia, che si stava «scoppiando», fece volare al di sopra delle loro teste alcune coppie di colombi che svolazzando a festa si scambiavano effusioni d’affetto. E da dove può avere avuto origine l’espressione «tubare come piccioncini» o “tubare come colombe”, se non proprio da questa geniale intercessione pro-amore prettamente sanvalentiniana? A proposito di trovate, posso aggiungerne una che ho sentito dire un lontano giorno dal compianto Luigi Di Vito  e che mi è rimasta impressa nella mente? San Valentino, in questo benedetto mondo ormai tutto motorizzato, può essere considerato addirittura il protettore dell’automobilista prudente, di quello cioè che «va...lentino».

mardi 1 février 2022

 

 La signora Gaudio

Venerdì 21 gennaio 2022 seguendo via fb, dalla parrocchia Madonna di Pompei, la cerimonia funebre in suffragio dell’anima di Pia Maria Gaudio mi è passato per la mente il pensiero di rammarico che nella mia raccolta di profili intitolata “Gente nostra” manca il ritratto di colei che fu per svariati anni presidentessa (all’epoca la grammatica italiana consentiva ancora detta espressione a riguardo di una donna) dell’Ente PICAI.

Vengo subito a colmare questo vuoto sottolineando un suo primato “presidenziale”. È da poche settimane che siamo stati chiamati “virtualmente” alle urne per il rinnovo del Consiglio dei COMITES. Allorché negli anni ottanta detto organismo venne istituito, qui a Montreal fu un avvenimento epocale e, soprattutto noialtri insegnanti del sabato mattina, accorremmo in massa a sostenere la candidatura della Gaudio che venne eletta e passò alla storia come la prima presidentessa del neonato Ente creato apposta per gli italiani all’estero. Senza contare che ha al suo attivo anche l’onorifico titolo di Commendatore Ordine al Merito della Repubblica Italiana. Allorché il presidente Oscar Luigi Scalfaro venne a far visita a noi emigranti residenti qui in Canada, tra i rappresentanti della nostra comunità andati a dargli una “stretta di mano” figurava pure lei in quanto presidente del PICAI; ad un certo punto della cerimonia, la Gaudio si fece largo tra i presenti e si recò a perorare la causa del nostro Ente scolastico vis-à-vis col presidente che disse alla figlia, per l’occasione anche sua segretaria, di prendere nota di tale richiesta!

Ma queste sono solo piccole chicche del suo forte carattere che vi ho raccontato alla svelta, quasi en passant. Difatti il suo pregio più grande è stato quello di dedicarsi anima e corpo e con amore disinteressato a valorizzare e a dare un più ampio respiro alla lingua e alla cultura italiana  tramite l’insegnamento del PELO e del PICAI: dare un futuro alla nostra meravigliosa lingua mettendola sulla bocca e nel cuore dei nostri figli nati in terra canadese. Essere presidente di un Ente non sempre comporta il soffiar del vento a tuo favore; specialmente se sei uno dal pugno fermo e che non si risparmia di dare pane al pane e vino al vino…ebbene è proprio allora che il tuo “spuntino” risulta indigesto. Eccovi pertanto un’esperienza vissuta sulla mia stessa pelle. Allorché sul settimanale Insieme curavo la rubrica “Sabato mattina all’italiana” mi trovai a bacchettare un gruppetto di insegnanti che erano venuti meno a degli ordini dati dall’alto. Involontariamente avevo imbrattato l’immagine del PICAI; e la signora Gaudio giustamente si premurò di venirmelo a dire di persona…ed io promisi pentito che non si sarebbe più ripetuto. A fine anno scolastico mi pervenne a casa la seguente lettera che custodisco come un prezioso regalo più unico che raro: “Caro Giuseppe, seguo da tempo la Sua rubrica sul settimanale Insieme e ne apprezzo lo spirito e i contenuti. Ella contribuisce non poco, mediante la puntuale ed opportuna valorizzazione della produzione linguistica dei ragazzi dei nostri corsi, ad una efficace azione di propaganda dell’attività che il PICAI svolge a vantaggio dei giovani di origine italiana. Voglio, pertanto, esprimerLe tutto il mio apprezzamento e tutta la mia gratitudine per quello che Ella fa, aggiungendo, in pari tempo, che il PICAI si onora di annoverare tra le sue fila collaboratori come Lei dalla rara sensibiltà professionale.

      Con amicizia, Pia Maria Gaudio

        Non pensate anche voi che, essendo stata in grado di “dare pane al pane e vino al vino”, possa essere annoverata in quella fascia di persone da apprezzare veramente perché degne di essere chiamate “giuste”? Per terminare in bellezza, eccovi un acrostico che le dedicai un po’ di tempo fa:  Lingua meravigliosa

Meravigliosa la lingua italiana!

Affinché il nostro sì

Risuoni forte pure

In questi cieli forestieri, molto

Anche tu hai ben dato attraverso l’Ente

Picai, di cui ne sei la presidente.

Il sabato mattina tante scuole

Aprono i battenti per poter dare

Giusta assistenza agli italo immigrati;

A questo e altro vai pensando per dare

Uno sprone ai giovani nei riguardi

Della lingua e della cultura Patria:

Interessante ideale, grazie al quale

Onori la tua terra e la sua gente!

samedi 15 janvier 2022

 

Il signor covid     

        Da bimbi, andando a scuola, avevamo la bella abitudine di chiamare “signor/a maestro/a quelle care persone che in appresso sono rimaste nei nostri cuori come maestri di vita. In queste mie dissertazioni sulla pandemia ho asserito più volte che questo più o meno bene o maledetto coronavirus è stato anch’esso per noi un maestro di vita. In primo luogo ci ha abituati ad un certo distanziamento sociale onde rispettare sia la nostra incolumità sanitaria che quella altrui. Quante riunioni familiari, per scendere in un importantissimo dettaglio, hanno dovuto essere rimandate o cancellate a causa di un possibile assembramento di individui, o magari tenute ugualmente, ma con un ristretto numero di parenti od amici? E da persone di buon senso e comprensive ci siamo sottomessi di buon grado a suddette restrizioni. Ma di questa grande lezione di vita dadaci dal nostro diversamente amico coronavirus ne abbiamo fatto tesoro a priori o soltanto finché non è venuto ad intaccare i nostri interessi personali o non è venuto a scombussolare i nostri piani? Spesso, infatti, certi problemi della vita li risolviamo con saggezza e giusto equilibrio solo sulla pelle degli altri e mai su quella nostra personale.

          Siamo nel mese di gennaio 2022 e sono ancora in vigore il coprifuoco e le misure di sicurezza prese dai responsabili della salute pubblica per le appena terminate feste natalizie. Angie ed Angelo, sbirciando il calendario, hanno riscontrato che il 17 aprile, giorno del 50mo compleanno della figlia, cade proprio il giorno di Pasqua. Che bello festeggiare la ricordevole ricorrenza esattamente in quel “dì di festa”, “tutta la famiglia riunita”! Ah sì, sicuro che è proprio bello? E le amiche della festeggiata non amano trascorrere quel santo giorno con le loro famiglie? E questo non è che il primo punto; punto secondo: il covid non sta dando una ulteriore violenta spallata all’umanità sotto la denominazione di deltacron? Sicuro che non ci saranno misure precauzionali pure per suddetta festività primaverile? Sicuro che l’ormai nostro nuovo coinquilino virus non ci chieda ulteriori sacrifici da fare per proteggere la nostra salute e quella altrui? Oh no, questo non è giusto! Il 50mo di una figlia ricorre una volta sola nella vita e non è per nulla corretto porre delle restrizioni a tanta gioia. Ah no, stavolta il governo sbaglia a prendere ulteriori misure restrittive.

E va bene, il ragionamento fin qui fatto è saggio e pertinente. Ma vogliamo concederci un attimo di riflessione per esaminare il tutto da un punto di vista più razionale? Se in casa di Angie ed Angelo si è verificato l’anniversario della figlia a Pasqua, in molti altri nuclei familiari si saranno avvicendati motivi di festa analoghi durante questo tremendo periodo di pandemia; ed in ognuno di questi gruppi familiari il motivo di disappunto sarà stato perfettamente lo stesso…identico e preciso. “Oggi qui, domani lì” in ogni famiglia ci saranno, giorno dopo giorno, espressioni di “ribellione” contro “l’ordine costituito”. Ciò premesso dobbiamo ammettere che i frutti colti da questa lezione di vita che il coronavirus, unitamente alle sue varianti, è venuto a darci sono frutti che devono ancora maturare. Quella buona disposizione, che millantiamo di avere nel rispetto delle tante leggi imposte in circostanze rincresciose, tutto sommato non è altro che un semplice dovere riservato sempre agli altri e mai a noi stessi; infatti, se questo dovere favorisce le nostre esigenze va fatto, ma se intacca i nostri interessi allora va messo a bando. Ragion per cui sapete cosa vi dico? “Uomini siate e non pecore matte” se veramente “fatti non foste a viver come bruti, ma per seguir virtude e canoscenza” in primis per gli altri e poi per voi.

vendredi 31 décembre 2021

 

Auguri di Buon Anno 2022  

       Avete presente quei sogni ricorrenti che vengono puntualmente a tenerci compagnia nel sonno per lasciarci poi, al risveglio, nello sconcerto dell’incubo o nell’alone di una strana confusione? Anche in determinate circostanze della vita si affacciano alla mente certi pensieri, sempre gli stessi, che andiamo spifferando a manca e a dritta come fossero delle perle di saggezza, laddove invece dovremmo chiederci se non siano quelle tante frasi fatte che andiamo automaticamente ripetendo quasi in modo pappagallesco. Nell’arco dell’anno il ponte delle festività natalizie segna pure il momento in cui fine ed inizio si toccano per divenire un tutt’uno; ed è appunto in questo periodo che il ritornello delle frasi fatte affiora immancabilmente, con la precisione di orologio svizzero, sulle nostre labbra per scandire le ore dell’anno che ci lascia e fare da antifona a quello che verrà: antifona che pure l’anno prossimo continuerà ad essere lo stesso ritornello degli anni passati e riproporsi anche in appresso come se fosse ancora nuovo! Non è forse anche questa magia del Natale?

“Speriamo che l’anno nuovo sia migliore!”: eccola, è questa la frase fatta sulla cui testa va posta la corona regale! Da quanti anni l’abbiamo puntualmente ripetuta? Per quanti altri anni la ripeteremo ancora? Ce l’augureremo per tutta la vita questa “perla di saggezza” perché al desiderio di una “marcia in più” non possiamo rinunziare proprio adesso, al passaggio di consegna che il vecchio anno sta facendo al nuovo e che il passato va facendo al futuro; ed ogni anno sarà di routine dimenticare per qualche attimo il presente per ritornare nella nostalgia del passato e tuffarci nelle speranze dell’avvenire che speriamo possa durare per gli auspicati cento anni ancora. Scaramanticamente, in determinati giorni di questo periodo festivo, abbiamo mangiato lenticchie o indossato indumenti rossi perché farlo porta fortuna, tanto benessere e tanta salute. Ed eccoci ad un’altra chicca delle nostre perle di saggezza che condizionano i nostri costumi festivi. Abbiamo già dimenticato che a novembre, recandoci a porgere una requiem ai trapassati, abbiamo rimarcato, lì nel cimitero, il volto sorridente di gente molto, ma molto più giovane di noi. Come pure abbiamo già dimenticato qualche visita di dovere in ospedale, dove ci siamo sentiti fortunati della nostra “buona” salute a contatto con quelle tante pene e tante malattie lì sofferte. Intanto qui nel mondo è tempo di pensare al Natale del Sole Invitto, al Natale del Signore, al Natale dell’Anno Nuovo; è tempo quindi, qui nel mondo, di augurarci tutta quella salute e tutto quel benessere di cui godiamo in abbondanza…e non ce ne accorgiamo!

       Natale 2019, Natale 2020, Natale 2021: eccoli veramente tra noi gli anni in cui le “frasi fatte” sembrano calzare proprio a pennello. È bastato il serpeggiare di un subdolo essere a toglierci il respiro, a tapparci la bocca, a farci sperare “per davvero” in un ANNO MIGLIORE. È già da tre anni che peggio di così non si può; e non si può andare peggio nel vero senso della parola, visto i tempi che corrono e il nuovo attacco del covid19. Spuntò il coronavirus e si pensò che un peggio non poteva esserci; ci pensò la variante delta a mettere a tappeto i nostri pensieri e la nostra salute e la nostra stessa vita; ecco qui tra noi adesso l’avvenente variante omicron a farci riflettere su di un peggio ancora peggio dello stesso peggio: la omicron, ripeto ancora una volta, non è che al centro dell’alfabeto greco! Eccolo dunque giunto a noi per davvero il tempo in cui augurarci di tutto cuore un ANNO veramente MIGLIORE…e così sia!

mercredi 22 décembre 2021

 Natale all’omicron  

        Da studente lessi da qualche parte che “pulcritudo in varietate”; e mi sa che questa bellezza che sta nella varietà sia anche il distintivo di quello che alla sua triste comparsa ebbi a definire il “nostro diversamente amico” coronavirus. Ricordate quando, detto per inciso, collaborando al Flash di Lidia Russo -che ora sta festeggiando il suo primo Natale Lassù- dedicavo ad esso una mia prima lettera tra il serio e il sarcastico? Intanto questo è il terzo Natale che, sgattaiolando invisibilmente tra noi, sta trascorrendo quaggiù su terra; dopo essersi variamente camuffato dietro le avvenenti forme di alcune lettere greche, eccolo qui a festeggiare la suggestiva ricorrenza che fa da ponte tra il vecchio ed il nuovo anno all’insegna della sua variante omicron! Variante omicron che ha “suggerito” al nostro malcapitato Legault di prendere misure precauzionali di comune accordo con il dottor Aruda…a capo dei camici bianchi per proteggere la nostra salute. Ho definito il nostro primo ministro “malcapitato” perché, infatti, per un’ennesima volta  in periodo pandemico si trova nell’occhio del ciclone: i soliti pro e contro che, indirettamente, contribuiranno, forse, pure a indebolire o a solidificare la sua poltrona ministeriale.

        Fedele alla mia filosofia pandemica ho già ribadito varie volte che il covid non è un castigo del cielo, bensì soltanto un saggio ammonimento a prendere coscienza di ciò che non va nel nostro comportamento nei confronti della natura, del Padreterno e degli stessi rapporti tra noi comuni mortali che abbiamo pure la sfrontatezza di definirci uomini! Sempre seguendo questo filo logico del mio ragionamento, affermo che anche queste misure sanitarie, prese in vista delle festività natalizie, hanno una giusta ragion d’essere. Primo: sono delle norme precauzionali; secondo: sono un invito al rispetto degli altri; terzo: sono delle raccomandazioni da doversi imporre! A ben pensarci le attuali festività comportano riunioni di gente ed assembramenti di persone; il nostro “diversamente” amico virus non è appunto negli stretti contatti umani che scaglia i suoi  strali più letali? Ergo dunque se i governanti tengono a cuore la salute dei loro sudditi, sono obbligati a prendere ogni necessaria misura…per drastica che possa sembrare.

        Eccoci giunti a Natale, tempo magico in cui i cuori si inteneriscono e le mani si tendono con amore all’altruismo. È da due anni che chi ha nelle sue mani le sorti del suo popolo, purtroppo, in materia di covidianità ha sul suo capo come una spada di Damocle affidata all’amletica opinione dei suoi cittadini. Perché, dunque, una volta tanto noi popolo non cerchiamo di abolire il rituale partito all’opposizione e approvare all’unanimità ciò che realmente conviene alla salute pubbica? Perché non sintonizziamo con previggenza il nostro sguardo nel loro stesso orizzonte onde avere, almeno per Natale, una visuale comune fatta di pace e di comprensione? Un altro anno di pandemia sta volgendo al termine -e la omicron non è che al centro dell’alfabeto greco- perché non ci prepariamo a brindare con prudenza al tanto desiderato avvento di un Nuovo Anno veramente Buono…sia per governanti che per governati? Intanto un cordiale Buon Natale a tutti!  

mercredi 15 décembre 2021

             Sfogo personale

Da qualche tempo sentivo uno strano rumore (tututù-tututù) provenire dalla parte posteriore della mia auto, soprattutto quando non rallentavo abbastanza sui dossi e nei tratti di strada mal pavimentati; siccome nel cofano avevo degli utensili metallici pensavo che il tutto dipendesse da quelle cose lì. Un venerdì sera detti rumori divennero tanto insistenti che mi allarmai seriamente; tolsi tutto ciò che avevo nel portabagagli e me ne andai a fare un giro d’ispezione: il rumore era ancora lì ed allora presi in considerazione l’idea di sottoporre la macchina ad una buona visita meccanica. Il mio garagista di fiducia il sabato e la domenica è chiuso e così, una tantum, mi presi il lusso di indirizzarmi in una di quelle officine meccaniche adiacenti a negozi che vendono anche merce di tutt’altro genere. Il sabato mattina alle otto in punto sono sul posto e spiego il caso dettagliatamente; per tutta risposta mi dicono che devo lasciare la macchiana lì, che verificheranno il tutto, che mi faranno sapere il costo ed io avrei deciso sul da farsi. Non essendo stato ancora contattato da nessuno, verso mezzogiorno chiamo a telefono per chiedere notizie; hanno avuto troppo da fare e mi daranno notizie a riguardo prima delle sedici, l’ora di  chiusura; ed infatti mi chiamano e mi fanno sapere che vanno cambiati vari pezzi e che il costo totale si aggira sui 1200 dollari più la manod’opera. Scioccato da detto importo rispondo che l’indomani mattina sarei andato a dare una risposta definitiva. Ascoltando le notizie meteo sento dire che la domenica sarà piovosa ed allora decido di passare pure il giorno festivo senza mezzo di locomozione, di andarmi a riprendere la macchina e portarla, il lunedì, al mio meccanico di fiducia. Detto per inciso, quando vado a riprendere l’auto mi fanno pagare 34 dollari per l’ispezione e mi danno pure la lista dei lavori che avrebbero dovuto fare con il relativo ammontare: vari pezzi da cambiare su tutte e quattro le ruote al prezzo di quanto detto più sopra; nel riconsegnarmi le chiavi lo scrupoloso impiegato mi fa notare che “tutto è a mio rischio personale perché posso anche perdere qualche ruota mentre guido con la macchina così ridotta”.

Ed infatti, preoccupato per questo, quella domenica pomeriggio non vado neanche a messa e chiamo subito il mio meccanico a casa sua. Non finisco neanche di spiegargli il tutto che subito mi dice di aver capito di che si tratta e di portargli la macchina ché mi rimetterà tutto a posto. Naturalmente non gli dico niente dell’accaduto del fine settimana, ma ricordandomi del “falso” avvertimento di quel meccanico “dei miei stivali” guido con prudenza e mi prendo tutto il tempo possibile per arrivare “in porto”. Arrivo sano e salvo e nel giro di un paio d’ore la mia utilissima spider è bell’e pronta a muoversi scattante e silenziosa come prima! Cosa aveva fatto di tanto speciale il mio meccanico di fiducia? C’era solo da cambiare l’ammortizzatore alla ruota posteriore sinistra: lavoro fatto -anche con cambio di olio e filtro- al modico costo di solo 123$, lavoro compreso. Al termine di questo mio piccolo sfogo personale mi permetto di chiedermi e di chiedervi chi siano i veri ladri: quelli della “borsa o la vita” oppure quelli che ti “ammortizzano” il conto in banca coi “guanti bianchi”!? È mai possibile che in questa grande America del Nord, il decantato mondo dagli affari d’oro, sia solo io quel povero grullo che non ha saputo fare soldi a palate? Comunque -in questo mondo di ladri e di falsi profeti- anche voi che vi ritenete gente “smart”, dovendovene andare in giro per la città perché obbligati a spendere soldi…attenti al portafoglio ché potrebbero alleggerirvelo senza sforzo alcuno.