San Valentino
Il mese di febbraio è il mese
dell’amore, quel nobile sentimento che uno dei più preziosi granelli di
saggezza vuole che sia la cosa più bella che la vita può offrirci e che, in
cambio, anch’esso la ridona a sua volta tramite l’unione di un uomo con una
donna; ed allora riscaldiamoci gli animi parlando della San Valentino che
festeggiamo giusto al mezzo del mese più corto dell’anno. Ma, detto per inciso, è anche la festa dei
gay, dei travestiti e degli invertiti? A voi l’ardua sentenza! Da parte mia mi
impegno a parlarvi della festa di tutti coloro nel cui cuore arde la fiamma
dell’Amore, con la A maiuscola...anche nel rispetto di ogni giusto
accomodamento ragionevole (ammesso che ce ne possa essere).
Venendo a bomba la San Valentino è un raggio di luce
squisitamente italiana che affonda il suo primo riverbero su nel tempo, sin dai
giorni dei nostri padri latini della Roma eterna. In quella notte dei tempi
erano soliti festeggiare il dio Lupercus con un rito tutto speciale. Un bimbo
sceglieva il nome di alcune donne e di altrettanti uomini che avrebbero vissuto
in intimità di coppia per tutto l’anno onde assicurare la fertilità della
popolazione. In seguito, col propagarsi del cristianesimo, si cercò di
sostituire le ricorrenze lupercali con una festività religiosa ad esclusivo
indirizzo degli innamorati. Naturalmente ci voleva un santo adatto allo scopo e
la scelta cadde su San Valentino sia perchè la sua festa coincideva con il
periodo delle lupercali, sia perchè nella sua vita si era dedicato a far
nascere amore nei cuori giovanili o a rimettere in equilibrio gli amori
vacillanti o in pericolo di sfasciamento.
Tanto
per cominciare, è dovuta proprio a lui la frase conclusiva, «dal tuo caro...»,
di tante missive, specialmente se sono lettere d’amore; ed eccone il perché.
Durante la sua prigionia si era molto affezionato alla figlia cieca del suo
carceriere Asterius. Allorché venne portato alla decapitazione mandò un
pensiero d’addio alla fanciulla...e detto messaggio terminava, appunto, con la
formula, divenuta in seguito quella formale di ogni scritto del genere che si
rispetti, «dal tuo caro Valentino». Si
narra, poi, che, vedendo due fidanzati litigare, offrì loro una rosa con
la raccomandazione di tenerla stretta fra le loro mani unite...ed essi si
riconciliarono. Ma eccovi anche un’altra delle sue «trovate» che ha lasciato
una profonda traccia nella terminologia amorosa. Per far rinascere l’amore
negli animi di un’altra coppia, che si stava «scoppiando», fece volare al di sopra
delle loro teste alcune coppie di colombi che svolazzando a festa si
scambiavano effusioni d’affetto. E da dove può avere avuto origine
l’espressione «tubare come piccioncini» o “tubare come colombe”, se non proprio
da questa geniale intercessione pro-amore prettamente sanvalentiniana? A
proposito di trovate, posso aggiungerne una che ho sentito dire un lontano
giorno dal compianto Luigi Di Vito e che
mi è rimasta impressa nella mente? San Valentino, in questo benedetto mondo
ormai tutto motorizzato, può essere considerato addirittura il protettore
dell’automobilista prudente, di quello cioè che «va...lentino».
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