dimanche 27 mars 2022

 

Mio povero portafoglio

Che pena che mi fai, mio caro portafoglio, in quest’assurdo mondo politico-economico: alquanto povero e scarno quello dei tanti e tanti, abbastanza a pieno mantice quello dei ben pochi nati con la camicia. Se ne sono svuotati ben parecchi in questi passati due anni di covidianità, e la possibilità di una eventuale ripresa è più un miraggio che un’utopia. Con il lavoro che è andato sempre più scarseggiando le fonti di lucro hanno chiuso i rubinetti pressoché a zero. Si era appena proiettata all’orizzonte la speranza di una rinascita che la botta in testa dell’attacco russo in Ucraina ha decretato il tracollo di ogni istituto bancario in lungo e in largo per il vasto suolo di madre terra. Sanzioni di qua, ripicche di là, importazioni ed esportazioni ad armi corte ed eccoci al collasso economico con il carovita alle stelle…a torto o a dritta che sia.

Nel mio quartiere un grande emporio con vendite al dettaglio, con stazione di servizio annessa, è già da parecchi mesi che ha trasclocato in una zona con più ampi spazi a disposizione. Nella vecchia sede è rimasto solo il distributore di benzina aperto, naturalmente per ridurre a zero le ultime provviste fatte. Ne va da sé che è da svariati e svariati mesi che la ditta non ha fatto rifornimento di carburante; il prezzo della benzina, intanto, per rispondere all’andamento delle borse lo ha messo varie e varie volte al rialzo benché il costo d’acquisto fosse stato quello fatto in precedenza ad un basso valore. Ed ecco come i portafogli dei mille e mille clienti si sono andati alleggerendo, nel mentre che quello suo da industriale invece si sia andato appesantendo. Detto discorso di compra-vendita, idem per idem, va fatto pure per tutti gli altri esercizi e commerci che sono da mattina a sera al servizio di una più o meno vasta clientela. Difatti per suddetta politica commerciale, causa pandemia prima e causa guerra dopo, è già da parecchio tempo che il prezzo della mercanzia, ovunque ti giri ti giri, sale sempre e poi sempre e…vi pareva che, di detta strafottente speculazione, non fosse “pantalone” a  farne  le spese?

Durante la pandemia si è sentito spesso imprecare contro i governi per le misure “indigeste” che prendevano, guarda caso per proteggere la nostra salute; per i frastuoni dei clacson dei camion ci sono stati addirittura delle manifestazioni di piazza; spesso e volentieri si organizzano rimostranze e  sfilate di protesta per questa o quell’altra legiferazione poco gradita. Tanto per farla breve, a volte ce lo prendiamo lo sfogo di far sentire la nostra voce per non essere messi sotto i piedi o per reclamare i nostri diritti. E adesso, per il rialzo sconsiderato del carovita, perché nessuno parla? È un qualcosa che rasenta l’ingiustizia e lo sfruttamento; eppure nessuno alza un dito e sembra che tutti siano d’accordo con questa presa per i fondelli; non è una specie di omertà che non gioca affatto a nostro favore ed interesse? Non c’è nessun Masaniello a guidare una rivoluzione di piazza in difesa del nostro benessere?

È quasi istintivo per l’uomo chiedersi, in occasione di cataclismi o sciagure naturali, “ma dov’è Dio? Perché permette tutto questo?”. Ebbene adesso sono io a chiedermi e a chiedervi “ dove sono i governanti? Perché non mostrano il pugno fermo contro questi magnati del lucro che succhiano il sangue dei loro simili?”. Non è forse il caso di supporre che siano proprio loro stessi, indugiando a reclamare trattative diplomatiche o compromessi similari, a pianificare guerre di interessi sempre a scapito della povera gente? Avete visto anche in quest’altro esacrando eccidio ucraino di cosa si parla “affacciati alla finestra”? Di chi ci guadagnerà di più dopo questa guerra: sarà l’Ucraina, sarà la Russia, saranno gli Stati Uniti, sarà la Cina; ognuno è interessato al proprio guadagno e nessuno ha tempo di pensare a che fine farà il genere umano! 

lundi 21 mars 2022

 

Cabala o non cabala     

Cabala o non cabala, alcuni avvenimenti analoghi possono ripetersi sistematicamente nel corso del tempo. Il Sanremo 2020 è stato il primo dell’era Amadeus; detto festival, purtroppo, è passato alla storia come quello anticovid perché solo alcune settimane dopo il mondo intero veniva ammantato dalle tenebre della covidianità, che ancora adesso, nonostante tutto, continua a farla da padrona. Lì in Italia fu l’ultima manifestazione musicale di entusiasmo e di spensieratezza con pubblico presente a tutto spiano. Difatti subito dopo si piombava nelle misure sanitarie dell’isolamento più assoluto. Le attività umane venivano paralizzate e la vita di ogni essere umano veniva messa a dura prova: ed è già da ben due anni che il morale dell'universo intero è ancora in fase calante.

Dopo il festival successivo del 2021, purtroppo “a porte chiuse”, quest’anno si è quasi tornati alla normalità con quello 2022 ricco di buona musica e con pubblico vivo e vegeto ad applaudire. Intanto subito dopo, cabala o non cabala, il mondo intero è di nuovo ritornato sotto schoc per un’altra improvvisa botta in testa provocato dai missili russi in Ucraina: sul cotto della pandemia, l’acqua bollente della guerra!  È già da quasi un mese che le bombe tuonano e l’aria non sembra affatto rasserenarsi; unica nota meno dolente in tanta tristezza è che il serpeggiare del covid sembra passato in second’ordine o addirittura scomparso dai nostri incubi. I siluri squarciano i cieli, i corridoi umani vengono sbarrati, le sommosse vengono represse e le informazioni stampa suffocate; e il tutto per una sola mente esaltata che non vuole piegarsi a razionali trattative di pace.

Ho letto da qualche parte, intanto, che ad Ama è stata già proposta la conduzione della kermesse sanremese anche per gli anni 2023 e 2024. Ottima come idea e che si proceda pure in tal senso: mica male un’era Ama della durata di un intero lustro! In tanta lieta atmosfera musicale io, però, terrei in considerazione di nuovo la cabala: il virus dopo il suo primo festival, la guerra dopo il suo terzo…che altra sorpresa potrebbe riservarci qualcuno dei prossimi due!? Ma procediamo con ordine e con spensierato ottimismo: prima vediamo se sarà lui il direttore artistico delle prossime due edizioni e dopo si vedrà se il bicchiere avrà pure il suo mezzo vuoto oppure se sarà completamente pieno. Intanto, buona primavera 2022 a tutti e così sia!                                                                                                                                                                                                                              

samedi 12 mars 2022

 

Dal Colle alla Riviera Ligure 

L’ultima di gennaio e la prima di febbraio sono state le due settimane che, sotto un certo aspetto, possiamo definire come quelle “nazionali” del nostro Stivale. Anche i nostri occhi di emigranti sono stati rivolti in Patria con emozione, commozione e nostalgia.

Procedendo con ordine, è stato il Colle a polarizzare l’attenzione in attesa della nomina del nuovo presidente della Repubblica Italiana. Ed anche questa volta sono stati i politici a mandare avanti il Paese facendolo rimanere fermo lì dov’è da sempre; hanno cercato, come al solito, di fare un passo avanti senza avanzare affatto, in quell’eppur si muove che fa da sfondo statico nel cosmo politico nel Paese del “bel sì che suona”. Si trattava di dare una nuova guida alla terra che ha prestato al nostro vessillo il verde dei prati, il bianco dei monti e il rosso del sangue dei caduti ieri in guerra ed oggi e sempre stesi a terra da governanti senza scrupoli. Come se non sapessero che detto momento sarebbe giunto, hanno atteso l’ultimo minuto per decidersi a scegliere il giusto candidato. Uno dei papabili più indicati era Draghi; ma chi mettere a capo del Consiglio al posto suo? Indirettamente hanno fatto capire che nessuno di loro era adatto a sostituirlo! Che ci stanno a fare, allora, lì a Palazzo…per intrallazzo? E manco a dirlo, pure per la salita al Quirinale, tolto Draghi e Mattarella, nessun altro aveva i requisiti per una buona scalata. Ed è così che nessun pezzo degli scacchi è stato mosso e tutto è andato avanti come prima; ed a missione compiuta eccoli ritornati ad alzare la cresta nel pollaio di Montecitorio, senza immaginare di venir poi derisi dai cugini d’oltralpe: i veri  galli di un tempo!

Ci ha pensato San Remo, la settimana successiva, a mettere su di morale il popolo italiano: quello in Patria e quello sparso ovunque nel mondo! Ed è stato veramente all’insegna della buona musica il primo festival del post-covid; quello che mi piace definire dell’unicità, anche se arricchito pure dai soliti contrasti e divergenze di look e di vedute. Alquanto all’altezza della situazione i più giovani e ancora piena di carisma anche la vecchia guardia: non a caso l’eterno ragazzo Morandi metteva in risalto la presenza sul podio di ben tre generazioni di cantanti. Sì, di musica ce n’è stata tanta anche quest’anno sul palco dell’Ariston: di alta qualità, di vario genere e densa di messaggi. E solo per questo già lo ritengo degno di un quarto e pure di un quinto mandato il tandem Ama-Fiore. Ci avete fatto caso alla simpatica  unicità proprio di Amadeus in quest’itala manifestazione? Ha messo alla berlina, per la terza volta, l’incallita esterofilia dei suoi predecessori nell’arricchire il festival con ospiti stranieri, avvalendosi come spalla unicamente del gentil sesso nostrano. Delle cinque esimie co-conduttrici di quest’anno è stata la solare esibizione della giovane foggiana Giannetta (and company) a farla da padrona, surclassando addirittura la mitica Muti e la stupenda Ferilli; laddove è stata la Drusilla a scandire la vera nota dell’unicità, unitamente all’accorata testimonianza della Cesarini che sono state entrambe giustamente fonti di commozione e di umana comprensione. Da parte mia mi vado ancora domandando come mai l’osannato Mahmood non abbia mai chiesto un applauso per il non razzismo italiano nei suoi confronti; che stupenda l’ispana Ana Mena, che ha accettato la sua bocciatura con solare serenità. Visto che anche l’occhio vuole la sua parte, permessivismo a tutto trend in quanto a moda e abbigliamento: dallo spacco al nudo completo, dal provocante all’indecente. Ragion per cui tanto di cappello alle scelte di gusto e di buon senso di giacca e cravatta, nonché di abiti di circostanza…mosche quasi sempre più rare dell’alta moda!

Intanto San Remo è sempre San Remo e questo ne è stato uno dei tanti, uguale e diverso dai precedenti e forse anche dai successivi, quello che per la prima volta si è visto incorporato il fantasanremo…un’altra gioiosa unicità nell’unicità! San Remo: lo specchio dell’odierna italianità, e magari pure dell’intera umanità, che in un non ancora nuvoloso passato sogna un post-covid più sereno.   

mardi 1 mars 2022

 

Lettera a Putin

Gent.mo Signor Putin, ammesso e non concesso che tu possa essere un gran signore, lo sai che, per quanto riguarda noialtri quebecchesi, ci stai quasi facendo passare la voglia di gustare in pace una delle più prelibate pietanze nostrane che, guarda caso, manco a farlo apposta si chiama “putine”? Non allarmatevi ristoratori della Belle Province, sapremo resistere alla tentazione e respingere “l’immaginario” attacco sovietico. Ma cosa mai ti passa per la testa illustre Vladimir? Ma stai perdendo completamente il cervello sfidando altezzosamente quasi tutti gli altri stati del mondo? Io penso che abbia ragione chi avanza l’ipotesi che questa tua demenza non sia frutto della vecchiaia, come ad esempio l’alzheimer, bensì un effetto collaterale del nostro diversamente amico coronavirus che ancora non si decide, nemmeno lui, a lasciarci in pace. Se veramente così fosse vuol dire che comincia a serpeggiare in mezzo a noi con un’ennesima ulteriore variante: il tocco di testa degli illusi!

Ma ce l’hai un cuore nel petto? Come si fa ad essere così privi di sensibilità tanto da terrorizzare senza ritegno mezzo mondo? Non dicono niente alla tua coscienza quei volti imploranti di bimbi spauriti con lo sguardo nel vuoto? E quelle famiglie decimate e straziate dal dolore non dicono niente al tuo essere padre? Quelle colonne di profughi  in cerca di una mano pietosa che regali loro un tozzo di pane per sfamarsi e un giaciglio per riposare, non suggeriscono nulla al tuo essere un capo di stato? Ti sono proprio indifferenti quelle sfilate di protesta che contestano, in ogni strada e piazza del globo terrestre, il tuo operato? Invece di infuriarti e reprimere sommosse,  finanche nella tua stessa Mosca, poni orecchio a quegl’inni di libertà di giovani e intellettuali innalzanti cartelli di “NO ALLA GUERRA”. Non sporcarti ancora le mani di sangue innocente; non gettare il tuo Paese nel degrado più completo; ammaina le vele prima che sia troppo tardi. Ogni gente ha diritto a ideali di libertà, ogni popolo ha diritto ad un pezzo di terra dove coltivare sogni di fraterna convivenza e di giustizia. Non ti vergogni di disonorare la politica perestrojka del tuo insigne predecessore Gorbaciov? Lui sì che fu un grande statista per il tuo secolare Paese e per il mondo intero. Fu così disposto a stabilire rapporti di vita pacifica tra le genti da consentire visite e strette di mano con il pontefice, vostro mezzo compaesano, san Giovanni Paolo II. E che dire di quello attuale di cui hai profondamente rattristato il cuore: papa Francesco I? Hai visto il grande gesto che ha fatto recandosi a perorare la pace nel mondo presso la tua ambasciata in Vaticano? Sei fortunato che la Santa Sede di oggi abbia declinato ogni potere temporale per dedicarsi esclusivamente ai valori spirituali ed eterni; se fosse  ancora “come te” ancorata al Medio Evo…una crociata te l’avrebbe già bella ed allestita!

Con una mentalità stralunata come la tua bisognerebbe applicare per davvero la legge del taglione: occhio per occhio, dente per dente; senza mettere in second’ordine il diritto alla legittima difesa. Beato te che gli altri governanti non la pensino, almeno fino ad ora, secondo il canone da me esposto. La mia Italia, per esempio, “ripudia la guerra” addirittura costituzionalmente parlando; e il resto dei potenti della terra, a parte qualche altra capacalda come la tua, cercano di farti mettere la testa a posto con i mezzi di un saggio colloquio e di trattative pacifiche. Non ingalluzzirti, però, perché loro non sono mica santi come i papi; sono esseri umani come te ed anche la loro pazienza ha un limite. Ritira i tuoi carrarmati dall’Ucraina, metti dei fiori nei loro cannoni, zittisci le sirene dei coprifuoco, purifica i cieli europei dalla minaccia nucleare, interrompi i borbardamenti su caseggiati e gente innocente, fa che tutti respirino aria pura e che tutti abbiano una dimora dove vivere in pace. Abbassa umilmente la testa e non tirare troppo la corda perché potrebbe spezzarsi ed allora sì che vedresti che male che fa quel suo capo spezzato che viene a sbatterti in faccia!

Caro Vladimir, non volermene per questo mio “dipinto quasi da Guernica”, fatto più da te che da me; al contrario cerca di prendere in considerazione, per il tuo e nostro bene, tutti questi bei consigli che mi sono permesso  di darti anche a nome di ogni altro essere umano sulla faccia della terra. Ascoltami e vedrai che, così come in una favola a lieto fine, vivremo tutti felici e contenti…in questo beneamato pianeta azzurro. E che, francescanamente fratelli, pace e bene sia a te che a tutti!    

 

dimanche 13 février 2022

 

             San Valentino

          Il mese di febbraio è il mese dell’amore, quel nobile sentimento che uno dei più preziosi granelli di saggezza vuole che sia la cosa più bella che la vita può offrirci e che, in cambio, anch’esso la ridona a sua volta tramite l’unione di un uomo con una donna; ed allora riscaldiamoci gli animi parlando della San Valentino che festeggiamo giusto al mezzo del mese più corto dell’anno.  Ma, detto per inciso, è anche la festa dei gay, dei travestiti e degli invertiti? A voi l’ardua sentenza! Da parte mia mi impegno a parlarvi della festa di tutti coloro nel cui cuore arde la fiamma dell’Amore, con la A maiuscola...anche nel rispetto di ogni giusto accomodamento ragionevole (ammesso che ce ne possa essere).

Venendo a bomba la San Valentino è un raggio di luce squisitamente italiana che affonda il suo primo riverbero su nel tempo, sin dai giorni dei nostri padri latini della Roma eterna. In quella notte dei tempi erano soliti festeggiare il dio Lupercus con un rito tutto speciale. Un bimbo sceglieva il nome di alcune donne e di altrettanti uomini che avrebbero vissuto in intimità di coppia per tutto l’anno onde assicurare la fertilità della popolazione. In seguito, col propagarsi del cristianesimo, si cercò di sostituire le ricorrenze lupercali con una festività religiosa ad esclusivo indirizzo degli innamorati. Naturalmente ci voleva un santo adatto allo scopo e la scelta cadde su San Valentino sia perchè la sua festa coincideva con il periodo delle lupercali, sia perchè nella sua vita si era dedicato a far nascere amore nei cuori giovanili o a rimettere in equilibrio gli amori vacillanti o in pericolo di sfasciamento.

Tanto per cominciare, è dovuta proprio a lui la frase conclusiva, «dal tuo caro...», di tante missive, specialmente se sono lettere d’amore; ed eccone il perché. Durante la sua prigionia si era molto affezionato alla figlia cieca del suo carceriere Asterius. Allorché venne portato alla decapitazione mandò un pensiero d’addio alla fanciulla...e detto messaggio terminava, appunto, con la formula, divenuta in seguito quella formale di ogni scritto del genere che si rispetti, «dal tuo caro Valentino».  Si narra, poi, che, vedendo due fidanzati litigare, offrì  loro una rosa con la raccomandazione di tenerla stretta fra le loro mani unite...ed essi si riconciliarono. Ma eccovi anche un’altra delle sue «trovate» che ha lasciato una profonda traccia nella terminologia amorosa. Per far rinascere l’amore negli animi di un’altra coppia, che si stava «scoppiando», fece volare al di sopra delle loro teste alcune coppie di colombi che svolazzando a festa si scambiavano effusioni d’affetto. E da dove può avere avuto origine l’espressione «tubare come piccioncini» o “tubare come colombe”, se non proprio da questa geniale intercessione pro-amore prettamente sanvalentiniana? A proposito di trovate, posso aggiungerne una che ho sentito dire un lontano giorno dal compianto Luigi Di Vito  e che mi è rimasta impressa nella mente? San Valentino, in questo benedetto mondo ormai tutto motorizzato, può essere considerato addirittura il protettore dell’automobilista prudente, di quello cioè che «va...lentino».

mardi 1 février 2022

 

 La signora Gaudio

Venerdì 21 gennaio 2022 seguendo via fb, dalla parrocchia Madonna di Pompei, la cerimonia funebre in suffragio dell’anima di Pia Maria Gaudio mi è passato per la mente il pensiero di rammarico che nella mia raccolta di profili intitolata “Gente nostra” manca il ritratto di colei che fu per svariati anni presidentessa (all’epoca la grammatica italiana consentiva ancora detta espressione a riguardo di una donna) dell’Ente PICAI.

Vengo subito a colmare questo vuoto sottolineando un suo primato “presidenziale”. È da poche settimane che siamo stati chiamati “virtualmente” alle urne per il rinnovo del Consiglio dei COMITES. Allorché negli anni ottanta detto organismo venne istituito, qui a Montreal fu un avvenimento epocale e, soprattutto noialtri insegnanti del sabato mattina, accorremmo in massa a sostenere la candidatura della Gaudio che venne eletta e passò alla storia come la prima presidentessa del neonato Ente creato apposta per gli italiani all’estero. Senza contare che ha al suo attivo anche l’onorifico titolo di Commendatore Ordine al Merito della Repubblica Italiana. Allorché il presidente Oscar Luigi Scalfaro venne a far visita a noi emigranti residenti qui in Canada, tra i rappresentanti della nostra comunità andati a dargli una “stretta di mano” figurava pure lei in quanto presidente del PICAI; ad un certo punto della cerimonia, la Gaudio si fece largo tra i presenti e si recò a perorare la causa del nostro Ente scolastico vis-à-vis col presidente che disse alla figlia, per l’occasione anche sua segretaria, di prendere nota di tale richiesta!

Ma queste sono solo piccole chicche del suo forte carattere che vi ho raccontato alla svelta, quasi en passant. Difatti il suo pregio più grande è stato quello di dedicarsi anima e corpo e con amore disinteressato a valorizzare e a dare un più ampio respiro alla lingua e alla cultura italiana  tramite l’insegnamento del PELO e del PICAI: dare un futuro alla nostra meravigliosa lingua mettendola sulla bocca e nel cuore dei nostri figli nati in terra canadese. Essere presidente di un Ente non sempre comporta il soffiar del vento a tuo favore; specialmente se sei uno dal pugno fermo e che non si risparmia di dare pane al pane e vino al vino…ebbene è proprio allora che il tuo “spuntino” risulta indigesto. Eccovi pertanto un’esperienza vissuta sulla mia stessa pelle. Allorché sul settimanale Insieme curavo la rubrica “Sabato mattina all’italiana” mi trovai a bacchettare un gruppetto di insegnanti che erano venuti meno a degli ordini dati dall’alto. Involontariamente avevo imbrattato l’immagine del PICAI; e la signora Gaudio giustamente si premurò di venirmelo a dire di persona…ed io promisi pentito che non si sarebbe più ripetuto. A fine anno scolastico mi pervenne a casa la seguente lettera che custodisco come un prezioso regalo più unico che raro: “Caro Giuseppe, seguo da tempo la Sua rubrica sul settimanale Insieme e ne apprezzo lo spirito e i contenuti. Ella contribuisce non poco, mediante la puntuale ed opportuna valorizzazione della produzione linguistica dei ragazzi dei nostri corsi, ad una efficace azione di propaganda dell’attività che il PICAI svolge a vantaggio dei giovani di origine italiana. Voglio, pertanto, esprimerLe tutto il mio apprezzamento e tutta la mia gratitudine per quello che Ella fa, aggiungendo, in pari tempo, che il PICAI si onora di annoverare tra le sue fila collaboratori come Lei dalla rara sensibiltà professionale.

      Con amicizia, Pia Maria Gaudio

        Non pensate anche voi che, essendo stata in grado di “dare pane al pane e vino al vino”, possa essere annoverata in quella fascia di persone da apprezzare veramente perché degne di essere chiamate “giuste”? Per terminare in bellezza, eccovi un acrostico che le dedicai un po’ di tempo fa:  Lingua meravigliosa

Meravigliosa la lingua italiana!

Affinché il nostro sì

Risuoni forte pure

In questi cieli forestieri, molto

Anche tu hai ben dato attraverso l’Ente

Picai, di cui ne sei la presidente.

Il sabato mattina tante scuole

Aprono i battenti per poter dare

Giusta assistenza agli italo immigrati;

A questo e altro vai pensando per dare

Uno sprone ai giovani nei riguardi

Della lingua e della cultura Patria:

Interessante ideale, grazie al quale

Onori la tua terra e la sua gente!

samedi 15 janvier 2022

 

Il signor covid     

        Da bimbi, andando a scuola, avevamo la bella abitudine di chiamare “signor/a maestro/a quelle care persone che in appresso sono rimaste nei nostri cuori come maestri di vita. In queste mie dissertazioni sulla pandemia ho asserito più volte che questo più o meno bene o maledetto coronavirus è stato anch’esso per noi un maestro di vita. In primo luogo ci ha abituati ad un certo distanziamento sociale onde rispettare sia la nostra incolumità sanitaria che quella altrui. Quante riunioni familiari, per scendere in un importantissimo dettaglio, hanno dovuto essere rimandate o cancellate a causa di un possibile assembramento di individui, o magari tenute ugualmente, ma con un ristretto numero di parenti od amici? E da persone di buon senso e comprensive ci siamo sottomessi di buon grado a suddette restrizioni. Ma di questa grande lezione di vita dadaci dal nostro diversamente amico coronavirus ne abbiamo fatto tesoro a priori o soltanto finché non è venuto ad intaccare i nostri interessi personali o non è venuto a scombussolare i nostri piani? Spesso, infatti, certi problemi della vita li risolviamo con saggezza e giusto equilibrio solo sulla pelle degli altri e mai su quella nostra personale.

          Siamo nel mese di gennaio 2022 e sono ancora in vigore il coprifuoco e le misure di sicurezza prese dai responsabili della salute pubblica per le appena terminate feste natalizie. Angie ed Angelo, sbirciando il calendario, hanno riscontrato che il 17 aprile, giorno del 50mo compleanno della figlia, cade proprio il giorno di Pasqua. Che bello festeggiare la ricordevole ricorrenza esattamente in quel “dì di festa”, “tutta la famiglia riunita”! Ah sì, sicuro che è proprio bello? E le amiche della festeggiata non amano trascorrere quel santo giorno con le loro famiglie? E questo non è che il primo punto; punto secondo: il covid non sta dando una ulteriore violenta spallata all’umanità sotto la denominazione di deltacron? Sicuro che non ci saranno misure precauzionali pure per suddetta festività primaverile? Sicuro che l’ormai nostro nuovo coinquilino virus non ci chieda ulteriori sacrifici da fare per proteggere la nostra salute e quella altrui? Oh no, questo non è giusto! Il 50mo di una figlia ricorre una volta sola nella vita e non è per nulla corretto porre delle restrizioni a tanta gioia. Ah no, stavolta il governo sbaglia a prendere ulteriori misure restrittive.

E va bene, il ragionamento fin qui fatto è saggio e pertinente. Ma vogliamo concederci un attimo di riflessione per esaminare il tutto da un punto di vista più razionale? Se in casa di Angie ed Angelo si è verificato l’anniversario della figlia a Pasqua, in molti altri nuclei familiari si saranno avvicendati motivi di festa analoghi durante questo tremendo periodo di pandemia; ed in ognuno di questi gruppi familiari il motivo di disappunto sarà stato perfettamente lo stesso…identico e preciso. “Oggi qui, domani lì” in ogni famiglia ci saranno, giorno dopo giorno, espressioni di “ribellione” contro “l’ordine costituito”. Ciò premesso dobbiamo ammettere che i frutti colti da questa lezione di vita che il coronavirus, unitamente alle sue varianti, è venuto a darci sono frutti che devono ancora maturare. Quella buona disposizione, che millantiamo di avere nel rispetto delle tante leggi imposte in circostanze rincresciose, tutto sommato non è altro che un semplice dovere riservato sempre agli altri e mai a noi stessi; infatti, se questo dovere favorisce le nostre esigenze va fatto, ma se intacca i nostri interessi allora va messo a bando. Ragion per cui sapete cosa vi dico? “Uomini siate e non pecore matte” se veramente “fatti non foste a viver come bruti, ma per seguir virtude e canoscenza” in primis per gli altri e poi per voi.