lundi 29 août 2022

         Uno su mille

        «Uno su mille ce la fa», queste parole e le corrispondenti note di una canzone di Gianni Morandi mi suonano spesso all’orechio e di tanto in tanto le canticchio pure sotto la doccia. Intanto, incredibile a dirsi, sono pure delle cifre che trovo bene indicate quale comune denominatore nel campo di un non ben conosciuto handicup cibernetico.

        Sì, proprio così: ormai navighiamo tutti via internet e ci interniamo impavidi nei meandri della digitazione on line, orgogliosi e fieri di noi stessi, nonché rispettosi e riconoscenti ai più moderni ritrovati della scienza. Ma se malcapitatamente il tuo vascello andasse a scontrarsi con imprevisti marosi in rete? Ve l’ho già detto in un mio precedente scritto che il mio computer, improvvisamente e misteriosamente, non è stato più in grado di leggere la mie cassette usb dove, ormai da tempo, registro e custodisco il mio patrimonio scritto. Lascio immaginare a voi il mio sconcerto al pensiero di aver perso , in un batter d’occhio, tutta la mia produzione letteraria, nonché qualche lavoretto fatto per conto di amici o associazioni paesane.

        Fortunatamente un amico tipografo mi si dice disposto a verificare l’accaduto e mi chiede di portargli il computer con le relative cassette usb in questione. Sempre fortunatamente ha un po’ di tempo libero e mette immediatamente le mani in pasta,  facendomi addirittura restare con lui perché non se ne passerà molto per verificare il tutto. E difatti dopo qualche oretta di prova e riprova e di tira e molla,  riporta la mia «biblioteca» on line, proprio come se non fosse successo nulla di grave. Fatto sta purtroppo che i signori di microsoft avevano apportato dei cambiamenti al sistema  e qualcosa non era stato ancora regolato a dovere…e a farne le spese mi ci ero trovato anch'io di mezzo!

        Il mio «salvagente»  è italiano e conosce anche lui la canzone del Morandi; parlando parlando gli faccio: «Hai visto mio caro Jonathan? In questi mari della navigazione internet tu appartieni a quei beati uno su mille che ce la fanno! Io intanto mi trovo tra quei 999 poveracci che, sfortunatamente, rischiano di  affondare!». Sempre sfortunatamente anche questi sono i rischi del progresso; e voi me li chiamate passi avanti quelli che l’umanità va facendo solo a utile di pochi e sempre a svantaggio di tanti?!

mardi 26 juillet 2022

    E se così fosse?

    Man mano che il progresso muove sempre passi più da gigante, parimenti l'uomo va sempre più illudendosi di essere un Padreterno e di potersi sostituire a Lui...magari anche per correggere le imperfezioni del creato, dato e non concesso che ce ne siano. Poiché l'uomo fu fatto ad immagine e somiglianza di Dio dovrebbe essere tanto perfetto da non potersi immaginare meglio di così com'è; e appunto così dovrebbe mantenersi e conservarsi per essere ben riconoscibile quando nel giorno del giudizio finale si presenterà a Lui per essere destinato alla destra oppure alla sinistra.

    Intanto siamo in un'epoca in cui è tale e tanto il permessivismo che ognuno mette in discussione e questo e quello e tutto e tutti arrivando persino a volersi rifare "migliore" di  come fu fatto, senza rendersi conto che, così comportandosi, va disprezzando i disegni del Creatore. E si ricorre a palestre, lifting, silicone, rifacimenti plastici per "aggiornare" quegli stupendi lineamenti dentro cui fummo inquadrati per realmente identificarci nell'immagine di Dio: muscoli sviluppati, labbra ingrossate, seni rifatti, corpi dipinti, solo per apparire e mai per essere. E che dire di quei tanti pircing finanche sulla lingua e di quei mostruosi tatuaggi che soffocano la nostra pelle?

    Che ne sarà di noi, così conciati, in "dies ille"? Come ci fu assegnato un luogo in cui vivere in questo mondo terreno, così ci sarà riservato un posto in quello celeste: ma esattamente a noi così come Lui ci aveva abbozzati in "illo tempore" della creazione; di conseguenza così conciati rischiamo di non essere riconosciuti ed il posto riservatoci  non potrà più assegnarcelo perché il destinatario originale lo abbiamo diseredato...alterandolo a causa di un insensato capriccio di orgoglio o di vanagloria.


P.S. Scritto direttamente in rete a causa di un problema che rischia di mandare a monte tutte le cassette usb dove sono registrati tutti i miei scritti: la mia bacheca, in questo mondo di tanto progresso rischia di prendere fuoco e non penso sia a causa del mio handicup cibernetico...perché di punto in bianco il mio pc non me le apre più. Se qualcuno portebbe "imviarmi un salvagente" lo ringrazio di cuore; comunque il mio prossimo articolo che vergherò direttamente in on line tratterà appunto di questo argomento...seguitemi!



vendredi 1 juillet 2022

 Parco Ermanno La Riccia

Un’altra goccia di Mediterraneo azzurro è andata a scorrere nelle acque del San Lorenzo, proprio qui nella multietnica Montreal ed esattamente sulla strada Philias-Gagnon, all’angolo della strada Sagnay nei pressi di una lussuosa zona residenziale nell’italianissima cittadina di San Leonardo. Il 29 giugno 2022, infatti, è stato inaugurato un parco dedicato al nostro Ermanno La Riccia da me definito, a suo tempo, un esempio di vita emigrante e un maestro di italianità! Era già da tempo che l’idea aleggiava nell’aria ed ecco che finalmente il sogno è divenuto realtà allietando un altro angolo della Bella Provincia con il sereno sorriso di un italiano DOC; e la targa commemorativa dell’insigne connazionale è stata scoperta, guarda caso, a cavallo della festa nazionale del Quebec e quella del Canada, e per giunta in un parco dove anche tanti bimbi possono conoscerlo e tramandarne la memoria nel tempo!

Ermanno un simile riconoscimento se lo meritava proprio perché è stato uno di quegli italo emigranti che ha saputo vivere tra la sua gente in maniera semplice ed umile senza reclamare applausi o riconoscimenti di sorta; è stato quella solita goccia che scava la pietra non con la sua forza, ma con il suo lento cadere. Conoscete il PICAI, la CFMB, il COMITES? Sono solo alcuni di quegli Enti comunitari che anche Ermanno ha tenuto a battesimo solo perché Istituzioni ad utilità del popolo e non per interessi personali; è stato sempre al servizio della comunità senza mai servirsi di essa! E potrei anche fermarmi qui senza aggiungere altro; ma, prima di concludere, vorrei soffermarmi su qualche punto saliente della sua attività sociale.

Di professione ingegnere ha dedicato buona parte del suo tempo alla scrittura e allo spettacolo; ha scritto, infatti, tre romanzi ed alcune raccolte di poesie. Fondatore del Coro Alpino mise su una compagna teatrale che, su nel tempo, allietò tanti nostri fine settimana dopo sette giorni di duro lavoro…da bravi emigranti chi dimenticherà mai il mitico paesello di “Schiaccianocelle”? E che dire della sua religiosità? Fu uno strenuo “messaggero” di Sant’Antonio in lungo e in largo per il vasto Canada. Ci serviva proprio una testimonianza di lui in un quartiere di Montreal: grazie al Comune di San Leonardo per averci regalato il ricordo della sua sorridente serietà in un parco Cittadino!    

mercredi 15 juin 2022

             Nel frattempo       

Fu già nell’Eden che venero a crearsi due ideologie divergenti che ebbero come capostipiti Abele e Caino. Detto contrasto avrà un analogo riscontro anche alla fine dei tempi, nel giorno del Giudizio Universale allorché i buoni verranno riniti a destra e i cattivi verranno relegati a sinistra. Nel frattempo l’uomo resta sempre ad osservare  tutto ciò che accade inesorabilmente come da una finestra che da sul mondo. E, da lì affacciato, commenta l’avvicendarsi dei corsi e ricorsi storici oppure il ripetersi delle vicende umane, a volte in contrasto tra loro, con cui viene scritta quella storia che racconta sempre tutto senza mai insegnare niente. Nel frattempo mentre l’uomo cammina sulla facia della terra vive il terrore di quelle vicende che non dovrebbero mai ripetersi e che intanto ritornano alla ribalta con eccidi, genocidi, stermini di massa, foibe da insabbiare con salme umane, ecc. ecc.: orrori da brividi che degradano la stirpe umana solo perché ogni tanto arriva un IO  a sostituirsi a Dio!

Nel frattempo Egli è lì che aspetta tutti per giudicarci; e tutti saremo lì davanti a Lui per essere assolti o condannati. E tutti saremo lì a ripercorrere, come nella seguenza di un video, il  nostro vissuto e spuntare le opere buone, fatte per meritarci la destra oppure sottolineare le nostre malefatte che ci scaraventeranno a sinistra: riusciranno le spuntature a sopraffare le sottolineature? In un mondo globalizzato e computarizzato chi ormai non ha dimestichezza con face book? Ne abbiamo e ne abbiamo di amici “stimati e cari” in questa rete virtuale. Ma come mai, poi, nella vita reale portiamo il muso a qualcuno? Ai tempi di oggi vorremmo tutti che l’invasione dell’Ucraina finisse in un accordo diplomatico. Se, malauguratamente, finissimo in qualche litigio di sorta noi personalmente, saremmo portati a metterci una pietra sopra e dimenticare tutto…o anche il nostro orecchio diventerebbe da mercante come quello putiniano? Siamo portati spesso a sentenziare che il mondo va male; ma il mondo non comincia da me che scrivo e da te che mi leggi per poi allargarsi lontano lontano nel tempo e nello spazio?

Nel frattempo, guarda caso, l’attuale IO a terrorizzare il genere umano risponde appunto al nome di Putin. Spesso mi trovo a soppesare un’accorata supplica di papa Francesco a riguardo dell’attacco in Ucraina: “In nome di Dio, fermate la Guerra!”. Si è espresso al plurale; non si è indirizzato ad una sola persona; si è rivolto a tanti responsabili ugualmente colpevoli di quei misfatti che ormai vengono addebitati ad un solo “scellerato”. Non sono scellerati anche coloro che fomentano la corsa agli armamenti? Non fu scellerato anche colui che, sfruttando la disintegrazione dell’atomo, ideò la bomba atomica? Non sono scellerati anche quegli sciacalli che si avvalgono dei disastri della guerra e della miseria della gente come fonti di spuderati lucri e  vergognosi guadagni? Non sono scellerati anche i tanti capi di stato che sfruttano situazioni belliche per fini politici?

Nel frattempo pure questa pagina di storia odierna lascerà il tempo che ha trovato senza insegnare niente. Anche questo corso storico troverà un similare ricorso lungo il cammino dei tempi, perché, come dicevano i nostri padri, nihil sub sole novi e quindi l’eredità che pesa sulle nostre spalle di Caino ed Abele dall’Eden dei primordi ce la porteremo addosso fino al giorno in cui si apriranno le porte del Paradiso e suoneranno  le trombe del Giudizio Universale.   

samedi 7 mai 2022

 Pace con Francesco

PApa FRAncesco: PAce FRAtelli, e anche bene, a voi tutti su terra sembra invocare il pontefice  per ogni uomo al mondo, già solo con le prime sillabe del suo nome. Tutti indistintamente pensammo subito alla pace appena il camerlengo pontificio, quel 13/03/2013 (omne trinum est perfectum), annunziò con grade gaudio che “sibi nominem imposuit Franciscum”. E lo ha dimostrato cercando di riportare i passi della Chiesa sul cammino del vangelo; e lo ha messo in pratica andando a stringere la mano ai pastori delle altre Chiese per cercare punti di incontro e di pacifica convivenza; passeggiando solo soletto in Piazza San Pietro, quei primi giorni del covid, confortò la solitudine dell’umanità in sommessa meditazione; e sta strenuamente predicando la pace sopratutto adesso in mezzo allo sconcerto dilaniante degli eccidi in Ucraina.

Alla spada dell’invasione sguainata inconscientemente da Putin non ebbe paura a rintuzzarla con la Croce del Golgota…del perdono e della misericordia; vorrebbe finanche andare a dirglielo in faccia, dall’altra parte di quel lungo tavolo ovale del Cremlino, di fermarsi e di lasciare in pace la povera gente…ci riuscirà? Non ha avuto mezzi termini neanche col Patriarca Kiril: in una diretta via zoom gli ha detto chiaro e tondo che non capisce nulla dei suoi principi religiosi; gli ha fatto capire esplicitamente che i preti non sono i chierici dello Stato e che un Patriarca non può trasformarsi in un chierichetto di Putin.  Nel tira e molla di questa stupida carneficina in piena Europa non ha conceso a nessuno di divenire quel “terzo a godere tra i due litiganti”: ha avuto il diplomatico coraggio  di rinfacciare il fatto suo pure alla Nato, responsabile di aver stuzzicato l’ira del Cremlino abbaiando alle porte della Russia. Se effettivamente non sono dei mastini che si facciano anch’essi il loro bravo esame di coscienza; il papa da parte sua ha saputo mettere il dito nella piaga di ogni responsabile!

In questa mia breve dissertazione ho parlato di pace. Ma in quale cuore questo anelato sentimento ha la sua sede fissa? Naturalmente nel cuore di una mamma di cui oggi celebriamo la festa! Eccovi una  poesia ad hoc che dedico al mondo intero in questa festa delle mamme 2022:

Sorgente di pace

Madre:

fonte di amore,

sorgente di pace!

Che tu non abbia non c’è bellezza

e che ti eguagli non c’è grandezza.

Tanta in te di bontà si raduna

che pure Iddio volle averne una!


lundi 25 avril 2022

        Gli assurdi bellici   

A fine febbraio, allorché l’Ucraina veniva invasa dalla Russia, si levò unanime una voce a condannarla come una guerra assurda ed insensata. E non furono in pochi a ritenere che Putin avesse cominciato a dare i numeri per essere arrivato ad un simile gesto di scelleratezza. Ma un uomo che da segni di demenza è degno di restare a capo di uno stato come se nulla fosse? Ad un mese di distanza da quelle prime cannonate la guerra è ancora in corso, né si sa per quanto tempo ancora seminerà vittime e distruzione; la mediazione diplomatica che dovrebbe risolverla, infatti, sta quasi consigliando a Biden di farsi i fatti di casa sua e che non è opportuno intromettersi in quelli altrui.

Mi sono sempre chiesto fino a che punto ci si possa avvalere del cosiddetto diritto di legittima difesa e, guarda caso, lo ha spiegato un senatore italiano ospite di “mattino cinque”. Grosso modo ha fatto capire che, se qualcuno viene in casa tua e violenta le tue donne o ammazza i tuoi figli, tu puoi difenderti con la forza sì, ma con le armi no; praticamente niente occhio per occhio, ma voltare l’altra guancia per cercare di mettersi d’accordo a tavolino. Intanto perché in Ucraina vengono mandate le armi sì e le forze fisiche no? Non ha forse ragione Zelensky a dire che si manca di coraggio? A quanto pare la diplomazia deve tener conto degli accordi internazionali anche se questi possono essere causa di efferate ecatombi. Forse cado nell’assurdo, ma va a finire che pure le deportazioni e le foibe della seconda guerra mondiale possano essere messe in parallelo alle tragiche vicende di questi giorni; pure allora dovette essserci gente alla finestra, in diplomatica monitorazione,  per condannare solo verbalmente quegli esodi di massa e quei genocidi senza nulla fare per impedirli: fu prudenza diplomatica o mancanza di coraggio anche quel non intervento? In illo tempore fu puntato il dito anche sul silenzio di  papa Pacelli; premesso che la sua fu la scelta del male minore, che ascolto viene dato oggi alle suppliche dell’odierno Bergoglio che parla con il cuore straziato in mano?

È proprio il caso di chiedersi se la storia insegni qualcosa. Nelle sue pagine scritte leggiamo l’avvicendarsi di fatti e misfatti, di progresso e di regresso in ogni tempo, in ogni luogo e in ogni campo; e leggiamo pure il riaccadere di tristi momenti che restano nella memoria come episodi ignobili da non ripetersi più. Ecco cosa insegna la storia: ad ignorare ora quello che verrà ricordato dopo! Anche questa inconcepibile guerra in Ucraina omai va catalogata in quelle assurde ingiustizie che vengono combattute per lasciar morire la gente innocente…sulle cui tombe mettere un fiore domani! Tanto per non trascurare il bicchiere mezzo pieno, qualcosa di positivo dobbiamo pur concedergliela a questa sconcertante guerra. Ha fatto passare in second’ordine le preoccupanti problematiche della pandemia e poi, in secondo luogo, ha dato un gusto meno amaro alla ciliegina sulla torta offerta dalla Macedonia all’Italia sportiva: dopo esserci abituati a convivere col virus, sembra che stia divenendo normale anche assistere a dei mondiali senza gli azzurri. Una terza nota positiva l’ho riscontrata nei dibattiti televisivi: niente più scazzottate ed animate polemiche, ma solo interventi concordi e condivisi per deplorare la follia di questa guerra o per delucidare le svolte e risvolte del caso; nonché delle “sagge” precauzioni da prendere onde evitare un terzo conflitto mondiale…quasi quasi che le conseguenze economiche di questa belligeranza in Europa non mettessero a rischio il benessere vitale del mondo intero.

A differenza di fb, invece, dove si riscontrano occhiatacce e musi storti a sostenere l’ideologia del Cremlino o della Casa Bianca & friends e viceversa. Sembra che, come nel film con Benigni, la vita è bella pure sotto i bombardamenti nel mentre che anche sul vero scorre il veleno!

lundi 11 avril 2022

Pasqua col nuovo parroco   

È stato alla messa pomeridiana di domenica 13 marzo 2022 che padre Jean Pierre ci ha letto la lettera che il vescovo di Montreal gli aveva inviato il venerdì precedente. Subito dopo la benedizione finale ha invitato i fedeli a rimettersi seduti ed ha iniziato a leggere la missiva in cui veniva comunicato che la sua missione nella nostra parrocchia era compiuta e che non veniva ancora detto dove lui sarebbe stato trasferito, né chi ne avrebbe preso il posto. Ora, però, sappiamo bene che la guida spirituale della nostra comunità cattolica in RdP è stata affidata a padre Francesco Giordano, a cui porgo una stretta di mano con l’augurio di una buona permanenza  pastorale in mezzo a noi, anche a nome di tutti i parrocchiani.

Intanto, vogliamo ricordarli i pastori evangelici che si sono presi cura, prima di lui, del gregge della Riviera a partire dal 1984? Fu il compianto padre Romano Venturelli che, nel primo lustro degli anni ’80, fondò la parrocchia e fece sorgere la chiesa di Maria Ausuliatrice. Da buon salesiano non poteva fare a meno di intotolare detto edificio sacro all’aspetto della Madre di Dio più caro a Don Bosco! E la nostra “Ausiliatrice” il suo primo aiuto miracoloso lo prodigò proprio in favore dei coniugi Giovanni Palumbo e Anna Saroli: gli architetti che progettarono l’allora nuova missione in terra canadese. I Palumbo, avendo prenotato un biglietto aereo per un viaggio di vacanza, chiesero a padre Romano di consegnargli il progetto della chiesa con qualche settimana di ritardo; poiché il Venturelli fece capir loro che ne aveva urgentemente bisogno, gli ingegneri posteciparono le loro vacanze…l’aereo su cui si sarebbero dovuti imbarcare fu sabotato, si schiantò a terra e nessun passeggero ebbe scampo! A richiamare i fedeli in chiesa è generalmente il suono delle campane; le quattro che invitano i devoti alle funzioni sacre furono regalate alla Missione da Giovanni Venturelli, il papà del pio sacerdote fondatore. Da premettere che dal 1982, anno di fondazione della parrocchia, al 1984, anno di costruzione della chiesa, la messa domenicale veniva celebrata in casa dei coniugi Renzo ed Alda Viero.

A prendere le redini della Missione dopo padre Romano fu padre Giuseppe Costamagna, il “padre però” che cominciò a farci considerare la parrocchia anche come la nostra “casa” spirituale; difatti era solito, durante le sue omelie, paragonare la chiesa ad una comune casa dove la famiglia si riunisce per vivere in armonia e stabilire contatti fraterni con il resto della comunità. Con padre Giuseppe viene ristrutturata la sezione dell’altare e del presbiterio per venire a prendere l’aspetto ampio e luminoso che ancora oggi possiamo ammirare. Per l’occasione la JPMetal America Inc. regalava alla chiesa l’organo che tuttora accompagna con le sue note le funzioni religiose.

Dopo il Venturelli e il Costamagna fu padre Luc De Montagne a dirigere il cammino spirituale dei fedeli della Maria Ausiliatrice e a continuare la gestione salesiana della parrocchia che, con lui, diventa addirittura una famiglia; sì, è proprio questo il ricordo che padre Luc ha lasciato in mezzo a noi: farci sentire in chiesa come in una vera e propria famiglia. Dei padri salesiani di allora resterà sempre impressa nelle nostre menti la presenza di padre Tito Iannaccio, ma soprattutto il suo carisma di grande predicatore dalla parola precisa e profonda che ti entrava nel cuore e non ne usciva mai più.

Ultimamente, dopo i tre appena menzionati, è stata la volta di padre Jean Pierre Couturiere a guidarci sui sentieri della fede. Fatto saliente della gestione Couturiere è la consacrazione della chiesa come testimoniano le apposite croci poste in alto delle stazioni della via crucis e sul frontone della mezzanina che dà sulla navata della chiesa. Dette croci di consacrazione sono state preparate e lavorate, gratia et amore Dei, nella falegnameria della già citata JPMetal della famiglia Paventi. Quei pini che adornano la facciata e danno ossigeno a tutta l’aria d’intorno, da piccoli e teneri che erano appena piantati, sono cresciuti e già gareggiano in altezza con lo stesso edificio; anche i nostri figli sono cresciuti dando un più ampio resipro alla nostra comunità; grazie a loro, infatti, questa si è ingrandita divenendo cosmopolita e multietnica al pari della grande Montreal. Di conseguenza ne va da se che la nostra parrocchia, con padre Jean Pierre Couturiere, non poteva non allargare i suoi orizzonti fino a divenire una piccola comunità aperta ad una costruttiva visuale interculturale e multilingue.

Santa Pasqua 2022: due anni di isolamento prima e tristi giorni di minaccia atomica dopo, il mondo chiede un attimo di pace e di benessere! Come dicevo ad inizio dissertazione, ora sapppiamo chi è il nostro nuovo parroco. Se padre Jean Pierre ha confortato la tristezza dell’isolamento pandemico, adesso sarà padre Francesco a schiarire le nubi provocate dalle bombe in Ucraina e farci andare avanti giubilanti e sereni lungo il cammino della nostra cattolicità. Abbiamo saputo chi era il nostro nuovo parroco alcune settimane fa; e già da allora, non foss’altro che per il nome che porta, è entrato anch’egli nei nostri cuori; in quale cuore cattolico, infatti, non c’è un angolino per papa Francesco o per san Francesco d’Assisi, il santo degli umili e dei poverelli, il santo del “pace e bene”: due valori umani di cui l’uomo sembra essere tornato ad averne fame e sete ancora una volta addirittura in questi primi decenni del ventunesimo secolo? Come segno di buon auspicio, intanto, Domenica 27 marzo nella messa delle cinque pomeridiane, padre Francesco venendo presentato alla comunità italiana, per la distribuzione della Santa Comunione ci ha portato alla procedura pre-covid: non sono stati i ministri di essa a passare banco per banco, ma sono stati i fedeli a recarsi all’altare…così come ai bei tempi di una volta. Ed allora, caro padre Francesco, auguri per il tuo 50mo compleanno festeggiato l’otto marzo scorso e benvenuto in questa nostra comunità religiosa, nella certezza che essa, grazie al tuo apostolato, ben presto diventerà una “cittadella sulla riviera”!

P.S. Ieri, 10 aprile domenica delle palme, finalmente dopo due anni di pandemia chiesa gremita ed organo festoso ad accompagnare i canti della corale.