Ad un Maestro di italianità
Nato il
27 gennaio del 1948 a Guglionesi in provincia di Campobasso da Antonio
Salvatore e Elda Maria Paolone, giunge a Montreal nell’ottobre del 1964, dove
continua gli studi prima nell’università McGill di Montreal e poi
nell’università di Haward negli Stati
Uniti. Intanto conosce Helen Riel con cui convola a nozze e dalla loro unione
nascono quattro figli e cinque nipoti. Naturalmente la sua professione è stata
sempre quella di docente sia nell’università di Montreal che nella Concordia.
Per
quanto riguarda la sua implicazione ed il suo impegno nelle attività socio
comunitarie della Grande Montreal vado a ricordarvi solo le più significative.
Ricordo che per un tratto di tempo scese pure in politica nelle file del
partito dell’NDP; ma fu solo un «soggiorno» temporaneo perché era un
terreno dove non si sentiva di essere libero come voleva e, di consegnuenza, se
ne tornò alla svelta sui banchi di scuola dove poteva dettare leggi da paladino
senza macchia e senza paura. Mi vengono in mente, inoltre, le sue colte
chiacchierate domenicali, attraverso la CFMB, con la compianta Giuliana Hawa;
una cosa in particolare che ricordo di quelle «domeniche wonderfull» è allorché
definì la grande Mina «la Greta Garbo della musica leggera italiana». Ed anche
ultimamente ha spesso preso parte in
radio, con i suoi saggi commenti, nella rubrica settimanale «Flash, la cultura
a portata di mano» condotta dalla brava Lidia Russo: lei pure ormai compianta.
Iniziando
il profilo di Filippo ho citato il suo
primo lavoro in versi «Tufo e gramigna»; nel gennaio 2020, intanto, è stato
dato il lancio alla sua ultima opera letteraria intitolata «Nuova Mente».
Sembra quasi il cammino culturale delle sue radici che, trapiantate in Canada,
si sono ramificate fino a divenire i fertili rami di una poesia di
«ispirazione classica e immortale…che riflette la precarietà dell’umana
esistenza e che trova nell’amore, spirituale e carnale, le sue fonti
inesauribili, tanto da assicurare un continuo rinnovamento del vivere umano». A
tenere uniti questi due momenti poetici c’è una vasta produzione letteraria che
vede impegnata la penna del Salvatore come saggista, giornalista e scrittore.
È, infatti, autore di svariati articoli scientifici, di politica, di cinema e
di altro ancora; ma eccovi i titoli di alcuni altri suoi libri: La fresque de
Mussolini, Tra Molise e Canada, Le fascisme et les Italiens de Montreal, Terre
e infiniti, Ancient memories, Modern identities e molto altro ancora. Ma vorrei
prendere in considerazione pure il suo impegno e la sua operosità in seno a
vari Enti ed Organismi di stampo prettamente italiano, come per esempio: editorialista
del Cittadino Canadese, editore di Panoramitalia e di Qui Quotidiano,
vicepresidente dell’Associazione italiana scrittori e del Congresso
italiano-canadese, presidente dell’Associazione Professori Italiani del Quebec,
nonché presidente della Dante Alighieri di Montreal. Potrei fermarmi anche qui,
ma prima mi permetto di additarvi un raggio di italianità che viene a rendere
più maestosa la personalità di Filippo Salvatore e che rappresenta quasi una
ulteriore stretta di mano tra la Madre Patria e questa sua terra adottiva: nel
2003 l’allora presidente Carlo Azeglio Ciampi conferiva al nostro professore
emerito la nomina a Cavaliere della Repubblica Italiana. Infine mi fa piacere
ricordarvi pure la sua italo-passione per il calcio; difatti militò, e dire
alla grande è poco, nella Monitalia fondata da Domenico Iasenza e diretta da
Nino Di Stefano.
A fare
da ponte tra la terra nativa e quella adottiva ci hanno pensato le molteplici
Associazioni paesane da noi messe su in questi anni di emigrazione. Nel Centro
Comunitario Leonardo da Vinci ha sede la direzione della Federazione delle
Associazioni Molisane del Quebec; nella sala delle riunioni di questa una
“nostalgica” foto ritrae uno dei primi consigli d’amministrazione della Federazione
ed in prima fila balza subito all’occhio la figura di Filippo Salvatore: una
ulteriore chicca, quasi ciliegina sulla torta, della sua italianità a 360 gradi
onorata sin dai suoi giovani anni verdi. Come va di moda oggi, mi sono onorato
di avere il Salvatore come amico su fb; tutto ciò che «postava» o era di puro
indirizzo aritistico e culturale oppure parlava del suo casolare e della sua
tenuta di Fonte Nuova (parva sed apta mihi=Piccola ma adatta a me) dove l’amore
per la terra nativa lo riportava di sovente…manco a dirla, in una delle sue
ultime comparse in rete, si chiedeva proprio per quanto tempo avesse potuto farlo
ancora!
Intanto in uno degli ultimi mattini dello
scorso marzo, nell’intimità del suo focolare domestico, «da chiuso morbo
combattuto e vinto», ci ha silenziosamente lasciati per volarsene al Cielo. Di
certo resterà nei nostri ricordi come l’emerito professor Salvatore; per me
comunque è stato e rimarrà sempre un Maestro esemplare del saper vivere
all’italiana anche in terra emigrante!
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