La fissa dimora
Può esistere una fissa
dimora per l’uomo sempre alla ricerca di nuove emozioni e di altri mondi da
esplorare e di conoscenze da fare? Con quale desiderio e con quale sogno da
realizzare ci si unisce all’anima gemella, quella leggendaria metà da qui fummo
staccati secondo una lontanissima teoria filosofica? Col desiderio di mettere
su una casa da riempire con una famiglia ideale! E la si compra la nostra
«casetta in Canada» e man mano nel tempo andiamo ad ammortizzarne il debito con
dovute rate mensili. E giorno dopo giorno andiamo personalizandola secondo i
nostri gusti e le nostre esigenze per renderla degna di coccolarci e di darci
conforti e soddisfazioni,
L’uomo, però, è un essere
sociale per natura ed anche come nucleo familiare deve stare al passo coi tempi
in quella società a cui anch’egli va dando una giusta impronta ed un indirizzo
etico. E questa benedetta società non è abituata a star ferma e va sempre più
imponendoti di puntare gli occhi su altri luoghi e nuovi spazi e va sempre più
invitandoti ad inventare nuovi diversivi onde sentirti più felice e contento.
Nuove ed impreviste esigenze, queste, che ti allontanano dalle mura domestiche
e ti portano fuori da quella casetta che pesa ancora sul tuo fardello economico.
Per assuefarsi alle esigenze della comune mentalità –pur dovendo continuare ad
onorare il bilancio ipotecario- ci si assoggetta ben volentieri a quelle spese
vacanziere che ci portano su altri lidi ed altre spiagge…sia per distrarci e
sia, malgrado tutto, per aiutare inconsciamente gli imprenditori alberghieri a
saldare i loro debiti, ammesso che ancora ne avessero! E non ci passa neanche
per l’anticamera del cervello che la società ci va sempre più abituando a
chiudere le porte di casa nostra per andarcene a gustare cenette e pranzi di
occasione in ristoranti e pizzerie del quartiere o di fuori porta. Ma se ci si
compra un tetto sotto cui trascorrere una vita tranquilla, perché ci si
permette poi di andare a fare i turisti sotto cieli estranei e costosi?
Sarà, almeno quella futura,
una nostra fissa dimora? Nemmeno quella ti viene regalata ed è bene che te la
riservi in anticipo se non vuoi che chi resta, altre alle lacrime del cuore,
deve rimetterci pure il pianto del portafoglio. Non penso che nella vita eterna
si abbia bisogno di spostarsi di qua e di là; in questa terrena forse è la
carne che ha bisogno di un conforto a giusta «temperatura»: l’anima essendo
puro spirito sta bene là dove si trova…soprattutto lì dove Dio le dà la giusta
destinazione. Il nostro corpo non oltrepassa il muro del tempo e i confini
dello spazio; nell’aldilà, allora, lo spirito senza le voglie della carne non
avrà più bisogno di nulla per realizzarsi: è già perfetto così com’è in quella
che, immagino, finalmente sarà la sua fissa dimora. È la carne quindi che in
questa vita ci chiede tanto; in quell’altra, invece, la sola anima si
accontenta del poco per essere felice: meditiamo su questo soprattutto nei
pre-arrangiamenti funebri e cerchiamo di renderci conto che, forse, non è cosa
né buona né giusta alleggerire troppo il conto in banca…per passare a miglior
vita in pompa magna!
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