Posso dire
la mia?
Abbiamo tutti un angelo custode che, senza farsi mai vedere, ci tiene
compagnia «virtualmente» dandoci consigli, purtroppo quasi mai ascoltati. Il
grillo palante di Pinocchio che viene a ricordarci quel bimbo che c’è in noi a
cui non riusciamo più a dare quel volto che, in fondo in fondo, rispecchierebbe
il nostro essere e non il nostro sembrare quel che non siamo in una società che
va divenendo sempre più astratta. Non sarà forse l’inconscio amico dei tempi odierni nel
metaverso dell’attualità virtuale dei giorni d’oggi? L’angelo custode: il
fedele TELEAMICO nella virtualità della nostra esistenza imperfetta a cui non
siamo capaci di dare una dritta.
In una realtà sempre più astratta ci immergiamo così tanto nel virtuale
da trascurare completamente il concreto in cui fummo chiamati a vivere, senza
poterci permettere, pertanto, di esimerci dal farlo. Il sole ancora da sorgere,
al mattino, bisogna dare il «buon giorno» agli amici di fb, o magari digitare
like oppure esprimere auguri alla miriade di amicizie web senza, forse, nemmeno
guardare in faccia i prossimi in casa nostra. Essendo entrati in famiglie
allargate on line le pareti domestiche sono divenute troppo anguste per
condividere amori ed affetti familiari…anche se intimi esami di coscienza, al
pari del nostro caro angelo custode, ci vanno sconsigliando di affezionarci a
fb che va sempre più divenendo il padre di eventuali TELEFAMIGLIE.
Non si è proprio potuto fare a meno, nei passati anni di pandemia, di
essere avvolti nel manto della solitudine che ha rivoluzionato tutti i sistemi
di vita e dato un indirizzo diverso alla nostra esistenza virtualizzando il
nostro comportamento e le nostre stesse aspirazioni. Isolandoci dal mondo il
coronavirus ha dato una svolta virale ad ogni nostra attività, pubblica o
privata che sia. Proibendoci ogni contatto umanoci ha abituati al tele-fare:il
fare tutto da lontano! Anche i baci bisognava darseli a distanza,
affidandoli al soffio del fiato inviato dal palmo della mano. Pur avendoci dato
una bella pacca sulle spalle il covid19 qualcosa di buono ce lo ha pure
insegnato: è stato per noi come il padre del TELEAGIRE nell’intrigata rete della globalizzazione.
Attenti però a questo nuovo indirizzo delle nostre azioni perché, se è bene
agire, è anche molto meglio poter interagire gomito a gomito con ogni altro
essere fatto a nostra immagine e somiglianza in un mondo globale sì, ma anche
universalmente più corretto e concreto!
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