Sul podio della covidianità
Una seconda ondata del coronavirus era stata
data per scontata, anche se non con assoluta certezza. E già dai primi dell'autunno la ricaduta si è affacciata in vari Paesi andando a prendere di mira
anche i giovani: è venuto a fare una carezza pure sulle spalle della
promettente età verde!
Ma cerchiamo di fare una
messa a punto su quello che si è verificato, per quanto riguarda il
comportamento umano, tra la prima e la seconda fase del covid 19. Intanto va
sottolineato che la medicina, ben supportata da precedenti esperienze analoghe
e dai passi da gigante fatti dalla scienza, ha saputo controbatere
efficientemente gli attacchi del morbo, pur non avendo ancora trovato un
vaccino adatto a debellarlo compleltamente. Cosa questa quasi illusoria perché
l’unico rimedio a certi mali sta nella convivenza con essi o nella speranza di
una eventuale riproduzione di anticorpi. Ciò premesso mi permetto di paragonare
questa devastante covidianità ad una gara agonistica e mettere sui tre gradini
del podio i protagonisti delle rispettive medaglie. Quello più alto spetta a
medici e paramedici che si sono prodigati anima e corpo a soccorrere i
contagiati anche a costo della loro stessa vita; ad essi, dunque il meritato
onore della medaglia d’oro e il caloroso applauso della nostra riconoscenza!
Dal canto suo, a quanto
pare, pure la fascia generazionale adulta e senile ha fatto la sua parte per
non ingolfare il traffico delle vite verso l’aldilà. Un po’ perché
prudentemente consigliata dai figli, un po’ per ubbidienza alle nuove misure di sicurezza, un po’ anche per
paura di essere veramente abbracciati da sorella morte…noi anzianotti e gente
matura siamo stati, più o meno, di buon’esempio nella gestione di questo
increscioso tempo buio; e possiamo essere orgogliosi di aver saputo rinviare a
più tardi il giorno della nostra comparsa alle porte del paradiso. E, come
avrete ben capito, il secondo posto del podio mi va di assegnarlo proprio alla
categoria di queste brave persone: la medaglia d’argento, quindi, sul petto
della saggezza che ha tenuto la situazione sotto controllo con calma e
riflessione.
Immagino che siate curiosi
di sapere chi ho messo sul terzo gradino del podio; ebbene la medaglia di
bronzo l’ho appesa al collo della spensieratezza giovanile. Cari giovani, sin
dall’affacciarsi su terra del coronavirus siete stati gli angeli custodi di
nonni e genitori più soggetti all’attacco del morbo. Ricordate la spesa fatta
per loro e lasciata sull’uscio di casa? E quei saluti di affetto lanciati dalla
strada attraverso vistosi baci volanti? Siete stati veramente stupendi nel
prendervi cura dei vostri vecchietti con diligente premura e filiale affetto! Ma
non sarà che la vostra asintomaticità vi abbia fatto rischiare troppo? Con
l’arrivo dell’autunno, infatti, la pronosticata seconda andata si è realmente
verificata ed ha preso di mira anche voialtri giovanotti che, a torto o a
ragione, vi eravate illusi di essere quasi dei privilegiati. Non sarà che il
vostro entusiasmo vi abbia fatto sottovalutare i parametri della situazione?
Dovunque nel mondo si è notata una certa trascuranza da parte vostra sulla messa
in tratica delle necessarie misure di sicurezza; dovunque nel mondo l’euforia
del divertimento e del raggrupparsi insieme vi ha portati a negligere il
distanziamento sociale e l’uso della mascherina. Non sarà stato questo vostro
modo di comportarvi tanto impulsivo da
rasentare quasi l’incoscienza? Non sarà, infatti, proprio questa vostra
leggerezza ad aver appesantito lo scorrere di questo sfortunato 2020?
Visto che ci risiamo,
speriamo bene e torniamo a sognare di nuovo il sereno arcobaleno del «tutto
andrà bene»!
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