In natalizia covidianità
Eccoci finalmente a Natale ed anche stanotte nascerà il Salvatore; quest’anno, intanto, siamo
anche animati dalla speranza che il Divino Bambinello, scendendo dal cielo,
ammanti la terra nella tranquillità di un futuro più sereno. Gloria a Dio
nell’alto dei cieli e pace in terra agli uomini di buona volontà. A quegli
uomini, cioè, che almeno in questo periodo di pandemia hanno voglia di
collaborare coscienziosamente per il benessere di tutti e su tutta la terra. Già
da inizio novembre abbiamo cominciato a chiederci a come sarà il Natale 2020.
Ebbene sarà esattamente così come ce lo siamo e ce lo stiamo ancora preparando
tutti noi che lo festeggeremo anche questo 25 dicembre di questo fatidico
ventesimo anno, primo "quarto", del terzo millennio!
Circa un anno fa, quando il
covid venne a nascodersi in mezzo a noi, vennero a formarsi tre distinte
piattaforme sociali per combatterlo o perlomeno renderlo il meno aggressivo
possibile. Fu la medicina in primis a fargli da scudo e a tenerlo a bada in
modo encomiabile ed eroico nonché in maniera esemplare e scientificamente
adatta allo scopo. Luminari di tutto il mondo diagnosticarono all’unanimità la
stessa linea di difesa e si trovarono pure tutti d’accordo nel dettare leggi
sul da farsi: una mascherina di protezione, un frequente lavarsi le mani, uno
stretto distanziamento sociale; e già da allora vaticinarono pure, e sempre di
comune accordo, un eventuale vaccino la cui lavorazione è puntualmente in via
di sviluppo anche se, a scorno dell’iniziale solidarietà collaborativa, ogni
Paese adesso è in corsa alla ricerca di quello proprio; nello stesso tempo si sentenziò pure di
doversi adeguare a delle nuove abitudini di vita perché più nulla in futuro
sarà come prima per noialtri comuni mortali che dobbiamo, obtorto collo,
farcene una ragione!
Tutto sommato in questo
trascorso anno di pandemia, a trovarsi tra l’incudine e il martello forse sono
stati proprio i governanti. Si sono improvvisamente trovati tra le mani una
scomoda patata bollente, se non addirittura una bella gatta da pelare. Hanno
dovuto imporre le norme sanitarie suggerite dalla medicina e hanno dovuto
cercare, nello stesso tempo, di venire incontro alle più disparate esigenze
delle attività sociali: lavoro, economia, sport, cultura, spettacolo,
divertimento, educazione, insegnamento e chi più ne ha più ne metta. E, come
sempre accade in emergenze del genere, se accontenti questo scontenti
quell’altro e, come fai fai, ti verrà puntato a prescindere l’indice contro! Ditemi
quello che volete ma, dando uno sguardo intorno al mondo, soprattutto in quei
Paesi che si spacciano per democratici, mi sa che qui in Canada possiamo
ritenerci di buon esempio in questa ancora dilagante covidianità. Ciò premesso,
tutti i governi hanno messo i necessari paletti di protezione per affrontare la
seconda ondata ed ora stanno prendendo anche le richieste misure per farci
trascorrere un sereno Natale, onde evitare una malaugurata terza ondata.
Intanto, quali sono le nostre reazioni popolari faccia a faccia a queste loro
non facili prese di posizione…a sfondo natalizio?
Si disse che il covid era
giunto su terra per richiamare l’uomo ad una più saggia normalità di vita; se
ben ricordo anch’io sottolineai, in un mio primo scritto a riguardo, che questo
piccolo atomo terrestre era giunto a ritenersi un padreterno in terra. Ora che
è quasi giunto Natale sembra che suddetto pentimento non sia a più di dovere e
che, almeno per queste festività più suggestive dell’anno, un po’ di più gioia
e di più godimento ce lo meritiamo proprio, anche se il nostro nemico è sempre
lì in agguato. Cosa ci costa, allora, accettare di buon grado le norme suggerite ed approfittare dell’atmosfera natalizia sia per
adattarci alle necessità covidiane e sia per finalmente assuefarci ad una più
conveniente normalità? Sono proprio necessari i numerosi assembramenti e le
abbondanti tavolate per accogliere il Bambinello e per dare il benvenuto al
Nuovo Anno? Quante volte in passato ci siamo rimprovetrati di dare più
importanza ai festeggiamenti materiali, anziché prendere in considerazione pure
i valori spirituali di queste sante feste? Ed allora rimettiamoci la mano sulla
coscienza e cerchiamo di non lamentarci troppo della presenza del virus in
mezzo a noi: tutto sommato ci sta porgendo l’occasione di trascorrere un sereno
Natale nella gioia della famiglia e nel calore del focolare domestico come ai
nostalgici tempi di quando "si stava meglio quando si stava peggio".
D’altra parte resta fermo
un punto: più nulla in futuro sarà più come prima perché con il covid 19
dobbiamo imparare a conviverci! E questo, come in ogni altra cosa che richiede
una giusta capacità di adattamento, chi ha la saggezza di farlo lo sta già facendo;
chi, invece, non ha il giusto senno per farlo, non vi si abituerà mai…anzi continuerà
a parlarne a vanvera senza accorgersi di seminare panico e di stressarsi senza
motivo; in questo sopraggiunto clima di convivenza non trascuriamo, dunque, di
mettere in agenda il rispetto delle norme, di noi stessi e soprattutto degli
altri…se vogliamo realmente avere la meglio sul virus e "regalarci" quella meritata rinascita del tutto andrà bene!
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