Eduardo
Rodà: con penna e pennello in mano
Ho conosciuto
Eduardo Rodà sui banchi di scuola del PICAI e subito si stabilì tra noi un buon
rapporto di amicizia che continua ancora adesso. Ciò che mi colpì maggiormente
della sua personalità fu il suo senso di appartenenza e il suo vivere
l’italianità con innata convinzione e con sincera spontaneità; virtù, queste,
che trasmetteva anche a studenti e colleghi. Conoscendolo bene posso dire con
certezza che ha dato un contributo non indifferente alla trasparena della
nostra italianità, non solo come pittore, ma anche come insegnante nonché uomo
di cultura. Mente aperta e lungimirante parlava volentieri di allargare gli
orizzonti dell’insegnamento del sabato mattina per farlo divenire materia
scolastica nelle scuole publiche. Ed in effetti nella East Hill di Rivière des
Prairies fu appunto lui e sua cugina Giovanna Giordano a creare i presupposti,
lavorando intensamente sul terreno ed a tutti i livelli di intervento e
coinvolgendo tutti i responsabili, affinché si realizzasse l’integrazione
dell’italiano in detto istituto scolastico. Senza calcolare gli anni in cui è
stato presente come insegnante anche sui banchi del PELO. Culturalmente
parlando mi va di dire che è ben ferrato anche come critico letterario;
avendogli fatto leggere alcuni miei racconti di manifattura, sapete cosa mi
disse a lettura terminata? Che il mio stile letterario «non si allontana mica
tanto dal verismo del Verga».
Ma
intanto eccovi alcuni suoi cenni di vita. Suo padre Domenico giunge a Montreal
nel freddo inverno del 1952 da Condé nel nord della Francia e nel 1953 lo
raggiunge pure la moglie Carmela che, nel frattempo ha sposato per procura; dal
loro matrimonio nasce il nostro Eduardo nel 1954 e poi suo fratello Francesco Antonio
di tre anni e mezzo più piccolo di lui. Intanto ad inizio anni 60 la famiglia
ritorna, a bordo dell’Andrea Doria, in Italia per stabilirsi a Motta
SanGiovanni dove Eduardo trascorre un’infanzia spensierata e muove i primi
passi verso l’arte: nel liceo artistico di Reggio Calabria dove si trovano
tutt’ora i Bronzi di Riace! È proprio di questo periodo il suo primo quadro su
tela che vede la luce nel giorno del suo compleanno, il 5 gennaio 1971. Ed è
anche in quello stesso anno che si trasferiscono in Val D’Aosta; Eduardo continua
i suoi studi a Torino e si appassiona pure alla letteratura, tanto è vero che
scieglie appunto l’italiano come materia di esame sia per il diploma di
maturità che per l’iscrizione all’Accademia Albertina sotto la guida dello
scultore Sandro Cerchi. Mette fine ai suoi studi discutendo due tesi di laurea:
una sull’arte paleolitica in Francia e una sull’artista olandese Piet Mondrian.
Da questi suoi anni scolastici scaturiscono le prime mostre: 1974, 1977, 1980
allorché diventa membro fondatore dell’Opera 80 di Torino.
Intanto,
sempre in quel 1980 assieme al fratello, si concede una vacanza a Montreal
presso uno zio qui residente. La vacanza, comunque, si prolunga ed offre ad
Eduardo la fortuna di conoscere Domenica, una ragazza calabrese nata a Toronto
da genitori di Pentedattilo. Nel 1981 convolano a nozze, partono per l’Italia e
in appresso ritornano a Montreal dove mettono su casa e studio artistico. Anche
Domenica termina i suoi studi divenendo museologa; la famiglia prende una
giusta stabilità e due stupende figlie, Nina e Marta Valentina, vengono ad
arricchire e ad allietare la loro unione. Anche i contatti con la Madre Patria
rimangono vivi e frequenti; e questo sia dal punto di vista affettivo e
familiare che dal punto di vista artistico che si concretizza attraverso mostre
ed esposizioni varie anche oltre oceano. Interessanti e notevoli, d’altra
parte, pure le sue mostre attraverso il Quebec e, naturalmente nella stessa
Montreal come testimoniano quelle presso la Gallerie Bernard alla cui guida ci
fu anche il suo amico Gianguido Fucito. A questo punto penso che non sia
affatto fuori luogo dare dei numeri: 52 mostre personali e di gruppo; 2 fiere
internazionali d’arte contemporanea; e ben 152 articoli, è proprio il caso di
dire, fatti ad arte e mestiere, rilasciati a svariati veicoli di informazione
sia cartacea che virtuale. A tale proposito vi cito alcuni dei suoi impegni e
collaborazioni in tal senso. Bloger del sito «erexpcolor»; collaboratore di
«XXI secolo»; fondatore e presidente dell’AELOQ; membro fondatore del gruppo
teatrale P. P. Pasolini di Montreal; membro fondatore dell’Opera 80 di Torino
ed altri ancora. La sua arte possiamo definirla astratta, geometrica ed
attuale; un’arte che è sempre rimasta geometrica e materica; un’arte, sotto
quest’ultimo aspetto, espressamente italiana che si arricchisce di echi e di
spunti alquanto vicini al Caravaggio e a Leonardo. I suoi lavori riflettono,
con semplicità stilizzata, l’immaginario geometrico proiettato dagli strumenti
della tecnologia elettronica che popolano il nostro universo contemporaneo. Le
sue pitture non sono viste più nella loro «globalità-unicità», ma eseguite su
più tele che si possono mettere in parallelo al nastro di un film dove la
visuale si sposta assieme alla cinepresa; un procedimento che si sviluppa nel
tempo in maniera lineare e successiva.
Eduardo
Rodà, un italiano convinto, un insegnante d’avanguardia, un artista geniale ed
originale, una di quelle persone speciali che, una volta conosciute, non si
dimenticano più!
Grazie prof. Giuseppe Circelli
RépondreEffacerComplimenti Professore! Bella presentazione di Eduardo Rodà della quale ne condivido lo spirito e le parole! Buona giornata
RépondreEffacerComplimenti Professore! Bella presentazione di Eduardo Rodà della quale ne condivido lo spirito e le parole! Buona giornata
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