MARCONI
DIETRO LE QUINTE
Il 25 aprile 2014
ricorre il 140mo anniversario
della nascita di Guglielmo Marconi: il padre della mitica «scatoletta magica»
che ci tiene compagnia giorno e notte, 24 ore su 24. Purtroppo, a differenza di
quelli televisivi, gli animatori radio, non avendo l’opportunità di una visione
diretta, operano quasi da dietro le quinte, senza potere esser visti e, a
volte, senza essere, forse, nemmeno conosciuti. In omaggio a questa miriade di
angeli custodi della nostra giornata, in particolare quelli della tricolore Canada’s First Multilingual Broadcaster, mi permetto di presentarvi
anche Marconi…dietro le quinte; vi racconterò, cioè, cose sul suo conto che non
tutti sanno o che, magari, vengono prese in poca considerazione.
Innanzi tutto, come si addice ad ogni
genio di un certo rispetto, anch’egli era uno di quelli con la testa «fra le
nuvole»: era distratto, infatti! Ve lo
immaginate per le strade della Londra di quei tempi, in una giornata piovigginosa,
un uomo recarsi nei suoi uffici con in mano un ombrellino da donna? E la moglie
osservarlo da dietro la finestra mormorando tra sé e sé: «Ma cosa mi hai
combinato mai, Guglielmo? Non ti sei accorto che invece del tuo hai preso il
mio ombrellino rosso?». Ed assorto com’era nei suoi pensieri inventivi non
faceva affatto caso alle sbirciatine di meraviglia che gli lanciavano, da sotto
i loro ombrellini neri, i lord londinesi. Oltre ad essere un autodidatta
ed inventore, fu pure un politico e un valido soldato al servizio del fascio. A
tale proposito eccovi il parallelo che stabilì tra la sua opera e quella del
Duce: «Rivendico l’onore di essere stato in telegrafia il primo fascista, il
primo a riconoscere l’utilità di riunire in fascio i raggi elettrici, come
Mussolini ha riconosciuto per primo in campo politico la necessità di riunire
in fascio le energie sane del Paese per la maggiore grandezza dell’Italia». Ed
ecco pure come Mussolini ricambiò tanta stima e tanto onore: “Nessuna
meraviglia che Marconi abbracciasse, sin dalla vigilia, la dottrina delle
Camice Nere, orgogliose di averlo tra i loro ranghi”.
Di scienziati che hanno avuto grattacapi
con increduli o affaristi senza scrupoli ce ne sono tanti: Galilei e Meucci
insegnano! Anche il nostro ebbe i suoi rituali scettici a contraddirlo e a
mettergli il bastone tra le ruote. I pescatori della Cornovaglia, per esempio,
furono i suoi maggiori oppositori; essi, infatti, giunsero a dire che la sua
invenzione andava tolta dalla circolazione «prima che le sue reazioni
rovinassero il clima». Ma lo scienziato restò imperterrito e continuò per la
sua strada. Il 23 gennaio 1909 il piroscafo italiano Florida, con a bordo
emigranti diretti in America, andava a squarciare in due il transatlantico
inglese Republic della White Star. Il marconista di bordo Jak Binns azionò il
CDQ, l’allora codice di salvataggio, e tutti i passeggeri furono messi in
salvo, tranne due che morirono per lo choc. Nel dicembre dello stesso anno,
intanto, a Marconi veniva assegnato il premio Nobel per la fisica, mentre i
pescatori della Cornovaglia se ne tornavano ad inghiottire bocconi salati.
La scienza a volte allontana dalla fede;
Marconi, invece, viene quasi a testimoniarci il contrario allorché dichiara che
è «contento di essere cristiano». Questa sua contentezza la traduce in pratica
impegnandosi in prima persona nell’installazione, sotto il pontificato di Pio
XI, di quella che ancora oggi è la radio vaticana. Il 29 febbraio del 1931,
mettendo in comunicazione il papa con le riceventi di New York, Melbourne e
Quebec, si onorava di dire: «Con l’aiuto di Dio che mette a disposizione
dell’umanità tante forze misteriose, sono riuscito a preparare questo strumento
che darà ai fedeli del mondo intero la consolazione di ascoltare la voce del
Santo Padre»; e subito dopo, erano le 16 e 49, Pio XI impartiva la benedizione
urbi et orbi per la prima volta via radio! Dopo di che Marconi concludeva la
trasmissione con queste parole: «Per circa venti secoli il Pontefice Romano ha
fatto sentire la parola del suo divino magistero nel mondo, ma questa è la
prima volta che la sua viva voce può essere percepita simultaneamente su tutta
la faccia della terra». «La tua fede ti ha salvato»: diceva a volte Gesù ai
suoi miracolati…non sarà stata appunto la fede a salvare Marconi dal naufragio
del Titanic? Datemi la risposta dopo aver letto quanto segue! Su quel
transatlantico doveva esserci pure lui che però, per un fortuito contrattempo,
partì qualche giorno prima per New York su di un’altra imbarcazione! Erano gli
anni in cui, tra pro e contro, il tradizionale CDQ andava sempre più cedendo il
posto al «salvagente» SOS di più rapida digitazione: se ci fosse stato bisogno di
azionarlo, sul Titanic ci avrebbe pensato il fidato ed esperto marconista
Harold Bride…e il caso si presentò e le tre miracolose lettere salvarono circa
700 anime! Ad accogliere i superstiti nel porto di New York c’era pure Marconi
che, forse dopo aver rigraziato il cielo per lo scampato pericolo, diceva: «Vale
la pena di aver vissuto per aver dato a questa gente la possibilità di essere
salvata».
Se la radio dovesse interrompersi anche
per un solo secondo, quell’attimo sembrerebbe un’eternità; il 20 luglio del
1937 tutte le emittenti del mondo osservarono ben due minuti di silenzio: si
era spento il grande Guglielmo Marconi…un connazionale di cui andare veramente fieri!
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