- L A C O V I D I A N I T À
Non castigo, ma lezione di vita:
che frutti ha tratto, l'uomo, da suddetta lezione?
Carissimo coronavirus,
aprile 2020
Ti scrivo queste poche righe per ringraziarti
di avere intimato all’uomo di abbassare la testa a terra e di rivolgere lo
sguardo al cielo. Era arrivato, l’uomo, quasi a ritenersi un padreterno in
terra, impettito dalla sua sete di potere e inorgoglito dalla sua smania di
progresso; fiero del suo genio inventivo era arrivato fin’anche a sfidare Dio
in questi suoi voli spaziali che gli hanno inquinata l’aria stessa che respira.
Per merito tuo, comunque, l’umanità si è quasi rinsavita; se non fossi giunto
tu a tormentarci forse non avremmo mai apprezzata la grandezza della nostra
medicina, le stupende doti dei nostri medici, la generosità di chi si prodiga
per gli altri negli ospedali; né mai ci saremmo accorti dell’altruismo di chi
si mette a servizio del prossimo anche a costo della propria vita: di questi
angeli custodi della salute pubblica! Grazie per averci dato la possibilità di
prendere in considerazione la disponibiltà dell’uomo buono che solidarizza con
il proprio simile…finalmente divenuto il suo prossimo! Grazie anche perché, con
questo tuo perentorio «resto a casa», in questo silenzio che sembra parlare
all’anima, ci hai fatto rivalutare, anche se ho sentito parlare di alcuni
dissensi coniugali che hanno fruttato introiti extra in qualche studio legale,
il calore del focolare domestico, gli affetti di famiglia, la bellezza di
vivere quelle piccole cose che gli andazzi della società ci avevano fatto
dimenticare; ci hai quasi invitati a riscoprire l’innocenza di quel bambino che
c’è in noi! Grazie anche per il fatto che stai suggerendo alla società l’idea
di ristrutturare il sistema lavorativo, cercando di dare molto più rilievo ed
importanza anche ad un lavoro fatto da casa, a quello che ormai ha già preso il
distintivo di «telelavoro»; nel frattempo, in questi giorni bui, sembra che
alcuni umili lavori stiano divenendo i più necessari. Intanto un grazie
personale anche da parte mia: se non fosse stato a causa tua forse non sarei
rimasto qui a casa per collaborare a questo «Flash»radiofonico di Lidia Russo,
né ti avrei dedicatoalcune miepoesie, né le presenti note che sto mettendo giù.
Ciò
premesso vengo subito a dirti che sei un vigliacco: perché non trovi il
coraggio di farti vedere in faccia in modo da darci la possibilità di trovare
l’antivirus adatto a schiacciarti? Ma non preoccuparti più di tanto: i nostri
efficienti ricercatori sono già all’opera e prima o poi la vittoria sarà nostra
come nel caso di tanti altri tuoi predecessori. Scusami se ti faccio presente
che, spaventato ed intimorito dalla tua virulenza, vorrei che tu sparissi per
sempre dalla nostra beneamata terra e non vi tornassi mai più. Sì, questo è
quello che spero di tutto cuore e mi auguro che avvenga il più presto
possibile! D’altra parte, però, ho anche il presentimento che appena sparisci
tu, l’uomo possa ritornare ad essere l’homo homini lupus di sempre! Stai
facendo più vittime tu che le due guerre mondiali messe assieme, ne stai
ammazzando più tu di gente che ogni altra epidemia nel passato. Fermati, per
piacere, perché per curare i contagiati si devono costruire ospedali di
emergenza, senza contare che nei cimiteri non ci sono più posti ed è inumano
dover scegliere tra chi far morire e chi salvare! Fermati perché non abbiamo
più né lacrime per piangerli, né spazio per pregare, né libertà di
abbracciarli, i nostri morti,e dir loro
addio: ci costringi a cremare le salme in solitudine e senza il conforto di
alcun parente! Perlomeno, smettila di inveire anche contro i buon samaritani e
le solerti crocerossine in soccorso dei fratelli da te contagiati. Prendo
sempre più coscienza che stai paralizzando pure ogni genere di affari ed ogni
tipo di commercio; non sarà che, una volta passato tu ed il tuo pericolo, i
magnati del lucro non facciano scontare i loro perduti guadagni alla povera
gente? A proposito di lucro, è vero che tu ti sia potuto propagare così
velocemente proprio perché i «sacerdoti del soldo» non hanno denunciato
tempestivamente la tua «tenuta a battesimo»! Prima di andare oltre, permettimi
di dare una stretta di mano ai media di tutto il mondo per tenerci informati
delle tue misfatte e, al tempo stesso, di dare un pò di conforto al nostro
spirito; infatti per colpa tua proprio le chiese e i luoghi di preghiera sono
divenuti i primi a non essere frequentati; un sentito grazie a voi dunque,
radio e tele operatori, per averci fatto trascorrere, fra l’altro, le scorse
feste pasquali da buoni cristiani: facendoci accompagnare il Signore sul
Golgota e poi farcelo vedere risorto dal Santo Sepolcro. In quanto a te,
batterio crudele, non ti rattrista il fatto, unico nella storia della Chiesa e
delle telecomunicazioni, di averli costretti a parlarci di un papa, vestito di
bianco, andarsene da solo meditando a passi lenti, pastore privato del suo
gregge, per Piazza San Pietro sotto la Sua finestra vuota? Tu un cuore non ce
l’hai e quindi non puoi capire cosa vuol dire per essi raccontarci di città
deserte e di solitudine nel mondo. Giacché ci siamo, sai per quale altro
motivo, sia pure ironicamente, mi sento di ringraziarti? Per aver cercato di
svalutare «i soldi sporchi»; finché tu sarai tra noi in vari punti vendita non
si può pagare in contanti, bisogna pagare o con interact o con carta di
credito; il contante può infettare ed ecco che, finalmente per la prima volta
nel corso della storia dell’uomo, i soldi sporchi sono stati messi al bando…ma,
naturalmente, si fa per dire. Ti giunga gradito, comunque, il saluto dei tanti
ragazzi e giovani studenti che hai reso felici impedendo loro di andare a
scuola. Molti di essi, fortunatamente, hanno cercato di istruirsi ed educarsi
attraverso la telematica offertaci dalla scienza moderna; se tanti altri, al
contrario avessero dovuto darsi alla pacchia, la colpa è tua; ragion per cui,
vergognati di imbrattare la futura società sin da ora. Che tristezza i nostri
week-end senza calcio e le nostre giornate senza divertimenti e svaghi. A
questo punto non so proprio come definirti: vorrei chiamarti così come si
insultano in campo certi arbriti, ma non lo faccio per decenza. Hai fischiato la massima punizione
addirittura allo sport e alle sue entusiastiche manifestazioni che trascinano
folle esultanti. Se, guarda caso, lo hai fatto per punire gli ultras che
generano solo disordini e guerriglie, beh non posso proprio darti tutti i
torti.
Scherzi a parte, la
terra è ancora terrorizzata dal tuo passaggio e di giorno in giorno i focolai
del tuo soggiorno si propagano ancora. Ma, come già ti ho detto, non l’avrai
vinta tu e a conti fatti, uniti e compatti come siamo, ti sconfiggeremo! Stando
così le cose, vorrei darti un consiglio, vorrei farti un piccolo suggerimento,
vorrei porgerti un’umile preghiera; però non arrabbiarti e cerca di capirmi. Se
ancora hai qualcosa da farci scontare e la tua missione non è ancora finita e
tu avessi altre vittime da sacrificare, perché non ti fai un bell’esame di
coscienza e non ti indirizzi verso chi veramente se lo merita?! Lascia stare la
povera gente e gli uomini senza malizia e va da chi, incoscientemente, ti ha
permesso di poter circolare a manca e a dritta; lascia stare le persone
innocenti e va a dare una bastonata in testa a quegli sciacalli che sfruttano
questi momenti di confusione e di sbando per fare lucri vergognosi e spuderati
guadagni; lascia stare gli agnelli e va da chi si sta già preparando a divenire
«lupo per l’altro uomo»! Termino questa mia presente chiedendoti di darmi retta
perché, se tu esaudusci questo mio desiderio, spazzando via la cattiveria e
ponendo all’orizzonte il variopinto arcobaleno del «tutto andrà bene», la gente
che resterà dopo il passaggio di questo tuo disastroso temporale sarà
esattamente quella di quel mondo migliore che tutti speriamo: faccela questa
grazia e dacci, finalmente, la gioia di intonare al più presto il «Te Deum» di
ringraziamento! Amicalmente tuo…ma giusto per gentilezza, Giuseppe
P.S.
Pensando con riconoscenza a tutti quelli che ti combattono in prima linea senza
nemmeno badare alla loro stessa incolumità, mi permetto di invitare ad uno
spontaneo volontariato quanti sono ormai nella fascia «ultra»: non di sport, ma
di età. Prendendo la vita con filosofia, vorrei che tu scendessi con loro ad un
compromesso. Ammesso che ognuno di essi possa valere la vita di un gruppetto di
più giovani, sei disposto ad allontanarti da questi gagliardi e promettenti
under e avvicinarti, se sei proprio obbigato a farlo, a qualche over già
attempato? Ed allora, miei venerandi e saggi canuti, accettate la sfida e
dimostrate al mondo intero che non c’è età alcuna per diventare eroi. Se questa
immaginaria barchetta che ho gettato in alto mare dovesse giungere in porto,
avrai il merito di passare alla storia come l’unica pestilenza che ha
ringiovanito l’umanità sulla faccia della terra! E adesso, con rancore e senza
amore, addio per sempre, virus della mal’ora!
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