Nel tracciare i profili della “gente nostra” finora ho dato uno sguardo
quasi esclusivamente allo specchietto retrovisore del nostro cammino di
emigranti; difatti ho parlato sempre o di persone mie coetanee oppure più anziane
di me. Penso sia giunto il momento di dare spazio anche al nostro futuro e
prendere in considerazione pure qualcuno dei tanti giovani che con il loro
talento si impegnano a dare lustro alla nostra gente.
Ciò premesso, vado subito a mettere in
risalto il talento della keyboardista Alessia Priolo figlia di Carmela
Bonifacio, una mia amica del Picai, e di Giuseppe Priolo. Nata a Ribera,
in provincia di Agrigento, il 19 aprile del 1990 ha studiato musica al
Conservatorio Arturo Toscanini nella stessa cittadina nativa. Una volta giunta a
Montreal, dove si stabilisce definitivamente nel 2009, ha frequentato
l’università Concordia laureandosi in scienze. Oltre ad essere un’artista
compositrice è anche presidente della Fondazione non-profit Sincop8ed Noize che si occupa di giovani artisti emergenti particolarmente dotati.
Cosa ha rappresentato per
voi il confinamento dovuto alla non ancora superata pandemia causata dal
coronavirus alcuni annetti fa? Per la nostra giovane Alessia è stato una
sorgente di creatività musicale con cui ha valorizzato i momenti difficili di
tale periodo dando loro un risvolto di positività; ha saputo riempire il
silenzio della covidianità attraverso la produzione di un nuovo album con cui
ha compensato la mancaza di concerti con la sua band e di esibizioni dinanzi al
pubblico; ha trasformato in rinascita ciò che sembrava sconcerto e depressione.
Nella nostalgia degli spettacoli precovid e del suo primo album “Rebirth”
prodotto nel 2018 ne ha dato alla luce un secondo intitolato “Echinopsis”; se
ha dovuto interrompere spettacoli ed esibizioni ha avuto modo, d’altra parte,
di uscire all’aperto con la sua creatività e dimostrare quanta luce si può
sprigionare anche in un periodo scuro come quello impostoci dal covid 19. Tanto per farla breve,
Echinopsis ha visto la luce a fine settembre ed è l’insieme di quattro tracce:
Echinopsis, Confined, Reason e Flow state. Sulla copertina dell’album campeggia un fiore di cactus
che per lei ha un significato profondo e ben preciso; è una pianta ricca di
spine, ma pure carica di tanti fiori: Alessia infatti con la sua musica intende
trasformare qualcosa di difficile in elementi densi di positività; in secondo
luogo il cactus le ricorda la sua terra di origine a cui si sente strettamente
legata e che non potrà mai dimenticare.
Alessia Priolo è una compositrice di musica
strumentale: niente parole, ma tanto sentimento; solo armonia e brividi a
pelle! Il suo strumento principale è il piano con tastiere atipiche che le
permette di creare suoni particolari impossibili a prodursi con strumenti
tipici e di tradizione; già in Ribirth mette in risalto i suoni con la sua
kytar: uno strumento metà piano e metà chitarra che le consente di trasmettere
emozioni che, oltre ad echeggiarti nelle orecchie, ti toccano il cuore e ti
riscaldano l’animo. Eccovi, intanto per finire, un ultimo ritocco al profilo di
Alessia che mi permetto di parteciparvi con una mia traduzione dall’inglese di
un bel pensiero espresso su di lei da Lindsay Schoolcraft: «Alessia fa
veramente zampillare le sue storie dal cuore. Non hai bisogno di parole per
capire cosa le sue emozioni dicono. Il suo nuovissimo EP ti porta in un reale,
emozionante e vibrante viaggio da percorrere, e lungo il quale c’è il lavoro di
un piano non convenzionale, ma atipico!».
Intanto il suo sito web, se volete consultarlo, è:
www.alessiakeyboardist.com
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