Luci in fondo al tunnel: finalmente
vaccinato
Quella dell’undici marzo è stata dichiarata «giornata
internazionale della pandemia». È già da più di un anno che il coronavirus sta
infierendo sulla pelle del genere umano e finalmente la scienza è riuscita a
«forgiarsi» in tempo da record la giusta arma di difesa: il vaccino! «Ti sei
vaccinato?», è questa, da fine febbraio in poi, la domanda quasi di rito che ci
si rivolge incontrando amici e conoscenti; ed ormai ovunque nel mondo è stato
dato il via ad una indispensabile
campagna di vaccinazione a tappeto. Qui a Montreal si è partiti con una quindicina di punti ad hoc ed ancora
altri ne sono stati aperti per rispondere adeguatamente alle esigenze del caso.
Sono un over 80 e con una semplice e sbrigativa
prenotazione on line, a mia moglie e a me, è stato dato un appuntamento per il
sedici marzo verso le ore cinque pomeridiane allo Stadio Olimpico. Ci è stata
fatta presente pure la possibilità di un parcheggio gratuito nel sottosuolo
dello Stadio a cui poter accedere dall’entrata P1 sulla strada Pierre de
Coubertin: chapeau a chi si prodiga tanto egregiamente per la salute pubblica.
Si parte ben per tempo per trovarsi in anticipo sul posto; si parcheggia e si
entra nell’adiacente ed ampio passaggio di accesso ai vari luoghi di attività e
di attrazione dei Padiglioni Olimpici; a destra l’entrata e a sinistra
l’uscita, subito ti accolgono solerti impiegati che, con sorriso sincero e
smagliante, ti immettono sul cammino della speranza…meditativo e riflessivo al
pari di quello verso Santiago! Più si avanza e più si viene accolti da una festa
di camici bianchi che, con solerzia e professionalità, con coscienza e
generosità, si dedicano a portare in porto quella necessaria immunità di gregge
onde annientare il sempre più agguerrito ed invisibile coronavirus.
Si è potuto finalmente toccare con mano i tanto
apprezzati angeli della pandemia nel cui sguardo sorridente si vede proiettato
l’arcobaleno del “tutto andrà bene”. Lì, nel sottosuolo del Parco Olimpico,
sono circa una settantina i punti di vaccinazione dove da mattina a sera si
prodiga questa indispensabile opera di misericordia corporale; il locale è a
dir poco immenso e tutto può essere effettuato con efficienza e nel rispetto
delle dovute norme igieniche. Si viene accolti da un primo addetto che prende i
tuoi connotati e ti spiega come e quale vaccino ti verrà somministrato; un
secondo impiegato ti assegna la data di richiamo per la seconda dose e ti
rilascia il certificato di vaccinazione; dopo di che si passa alla “puntura
magica” di cui, se non guardi, non ti accorgi nemeno che ti è stata fatta; dopo
queste tappe, che durano all’incirca una mezz’ora, ti suggeriscono di attendere
un altro quarto d’ora per accertarsi che non vi siano complicazioni di sorta. E
questo è un altro lasso di tempo in cui puoi continuare ad apprezzare la gentilezza
e l’attenzione che ti viene prodigata dal personale sanitario e di assistenza
che vigila e sorveglia premurosamente sulla tua incolumità.
Ed
allora, 16 marzo 2021: missione vaccinazione compiuta tramite Pfizer. In
mattinata sul posto era stato praticato
l’AstraZeneca che proprio in quei giorni era precipitato nell’occhio del
ciclone; se anche in quel pomeriggio fosse stato di turno quel vaccino…da
convinto assertore della sicurezza e validità della scienza non avrei esitato
neanche minimamente a sfidare il destino pur di confutare chi cerca di mettere
il bastone tra le ruote alla ricerca scientifica!
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