Luci in fondo al tunnel: il PICAI in rete
Adesso che ci penso un tentativo di insegnamento a distanza l’ho fatto
anch’io in seno al PICAI. In un determinato anno fu bandito un concorso che
aveva come premio il “patentino” di istitutore per accompagnare dei bimbi di
scuole elementari per una vacanza di due settimane a Pestum in provincia di
Salerno in Campania. Ci fu pure assegnato un programma da svolgere che, però,
poteva essere effettuato in classe solo se tutti gli studenti fossero stati
d’accordo; solo pochi alunni si dichiararono interessati e, quindi, dovetti
ammainare le vele per la traversata verso “o paese d’o sole”. Notanto, però, un
accorato rammarico in quelli che erano favorevoli al progetto, chiesi
l’attenzione della scolaresca e feci una proposta: “Sentite ragazzi, visto che
non ci sono le condizioni per prepararci in classe posso mettermi a
disposizione di chi ne ha voglia via telefono e via e-mail”. E fu così che
prese piede quella singolare avventura didattica che, complice il covid,
oggigiorno sta divenendo, grazie ai mezzi di informazione odierni, di normale
routine in quasi tutte le scuole del globo; e sono alquanto orgoglioso di poter
dire che ben due di quei ragazzi da me preparati on line poterono godere di
quella stupenda vacanza in Italia. Intanto fu sì una bella esperienza, ma
quando il sabato mattina contattavo I miei alunni de visu era tutto molto più
socievole e reale perché, detto tra noi, l’habitat naturale dell’educazione e
dell’istruzione resterà sempre e soltanto la scuola. Anzi mi chiedo quale
ripercussione avrà questo nuovo sistema educativo nell’impatto di quella futura
società che da oggi in poi appunto la scuola andrà preparando.
Detto questo, o meglio ho detto questo perché anche il PICAI, in questi
momenti di covidianità, ha avuto i suoi piccoli o grandi problemi che siano. Il
covid ha obbligato anche il nostro Ente linguistico ad adeguarsi ai tempi che
corrono interrompendo i corsi e adattandosi alle norme di igiene sanitaria e di
distanziamento sociale. Personalmente è già da anni che non insegno più il
sabato mattina, ma mi sento sempre un membro dell’Istituzione ed il mio
pensiero non può non seguirne il cammino…anche perché passo spesso dinanzi alla
Leonardo da Vinci dove sono stato di casa per oltre un quarto di secolo. Ed
allora mi fa piacere farvi partecipi del fatto che, dopo l’oscura pausa dovuta
al virus, dal prossimo 30 gennaio le lezioni riprenderanno, anche se con un
nuovo palinsesto dovuto al rispetto delle nuove norme educative e dei nuovi
sistemi di insegnamento “telematico”; oltre al sabato verranno impartite delle
lezioni pure la domenica mattina per venire incontro alle esigenze dei vari
studenti. Quindi anche il PICAI si è dovuto inchinare all’insegnamento a
distanza tramite le varie piattaforme on rete come per esempio via zoom nel
nostro caso specifico. Il presidente Piero Iannuzzi ha accennato pure ad un
insegnamento ibrido (in classe e on line) per quanto riguarda il futuro
dell’insegnamento della lingua e cultura italiana del sabato mattina. Ne
approfitto per sottolineare che lo scorso 29 gennaio, grazie appunto
all’applicazione zoom, ha potuto aver luogo la riunione generale dei soci del
PICAI; zoom, lo strumento in rete che ha onorato col dono dell’ubiquità pure
questi epici missionari della nostra lingua! E sono contento di questo sprazzo
di luce e di quest’aria di positività perché è già la seconda volta, in questo
terzo millennio, che l’Ente è soggetto a qualche scossone di vitale importanza.
Fortunatamente, mitico tempio della lingua italiana a Montreal, anche
stavolta, quasi Fenice, è come rinato dalle ceneri di questa fatale pandemia.
Fortunatamente anche stavolta il “carrozzone” si è rimesso in carreggiata per
dirigersi con buone speranze incontro alla luce in fondo al tunnel.
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