L’ITALIANITÀ DEL SANTO NATALE
Rieccoci alle tanto
attese feste natalizie cui fanno da sfondo mille tradizioni, una miriade di
usanze care, nonché innumerevoli «abusanze» commerciali. Portata in giro nei
centri di acquisto sontuosamente addobbati a festa, per la ricordevole foto col
babbo natale, la nostra infanzia va sempre più allontanandosi dalla
suggestività della grotta di Betlemme; di conseguenza pure l’umanità va sempre
più distorcendo il reale e sublime significato della Santa Natività. In ogni
modo oggigiorno nelle case di mezzo mondo a farla da padrone, oltre allo sfarzo
di ghirlande e luci sui balconi, alle finestre e per le strade, c’è
immancabilmente il verde abete a mantenere la tradizione e la caratteristica
ricostruzione del presepio a ricordare la nascita del Bambinello in una fredda
grotta di Betlemme 2016 anni or sono. E quest’ultimo, senza ombra di dubbio,
porta il marchio del made in Italy. Ma da quegli sprazzi di luci che si
diramano dall’alberello...non c’è proprio nemmeno un raggio a ricordare la
luminosità della nostra terra?
Nel 1223 in una
campagna di proprietà di Giovanni Velita, nei pressi di Greccio in provincia di
Rieti nel Lazio, San Francesco d’Assisi realizzò per la prima volta una
rappresentazione vivente della Natività per ricreare la mistica atmosfera della
notte Santa a Betlemme...ed anche quella
notte nacque, miracolosamente, un Bambinello che il santo d’Assisi ebbe la
gioia di cullare fra le sue braccia: prendeva il via la cara usanza del
presepio! Ma, guarda caso, non si narra pure che la gente del luogo, per
illuminare l’oscurità delle tenebre, si recasse sul posto con torce e fiaccole
accese?. Ed ora,questo scintillìo di fiammelle nello sfondo degli alberi
circostanti non balza pure al vostro sguardo come un raggio di serafica
italianità che manda ancora la sua significativa luce pure dagli alberelli
natalizi dei nostri giorni?
Da qualche ramo di
quello di casa mia, a dispetto del rosso panciuto dalla barba bianca (anch’egli
«raggio di italianità» perché Santa Close deriva, neanche a farlo apposta, da
San Nicolaus) che distribuendo regali a manca e a dritta sembra beffarsi della
«saggia» creduloneria umana, pende ogni anno anche l’arcana calza della vecchia
Befana...a spazzar via ogni festa. Un altro magico raggio di italianità che
l’andazzo dei tempi va progressivamente relegando nella notte dell’oblio.
Infatti, una volta passati a miglior vita noialtri anzianotti, quanto tempo
ancora resterà a irradiare la sua calorosa luce
di dolcezza la nonnetta dei nostri giorni bambini…nonnetta che resta
sempre più intrappolata in qualche clan di streghe nella sera di Halloween?