ANCHE QUESTA È AMERICA ©
Prefazione
Chi prima e chi poi, chi più
e chi meno, chi bene e chi male l’abbiamo fatta tutti l’America noialtri
emigranti. Ci venimmo, infatti, e vi ci siamo pure rimasti. Fare
l’America è stato sempre sinonimo di riuscita, di sfondamento, di successo. Noi
italiani residenti a Montreal scegliemmo il Canada come paese di adozione e in
esso, oltre a trapiantarvi le nostre radici, vi ci abbiamo costruito
addirittura un nuovo avvenire. Per molti di noi questo paese è stato realmente
un suolo dove fare soldi a palate; per alcuni, purtroppo, si è rivelato come una
terra dove le loro speranze sono rimaste pietrificate tra cemento e asfalto.
Intanto
anche questa è America. Pure quella di tanti poveracci che possono solo
simulare di averla fatta; in cuor loro, infatti, vanno rimpiangendo di esserci
venuti o rammaricandosi di non aver saputo cogliere per tempo questa o
quell’altra occasione che avrebbe cambiato da così a così la loro vita o che
avrebbe fatto pure di essi della gente fortunata. Dissesti finanziari,
dissapori familiari, delusioni sentimentali, progetti non realizzati, sogni
rimasti in un cassetto. Vascelli in balia delle onde, corse senza traguardi,
vette mai toccate, gare sempre perse. Fatti di gente ordinaria, episodi di
uomini dappoco, gesta di persone incapaci o forse ostacolate oppure scavalcate.
Vicende di ieri e di oggi, avvenimenti di sempre, cose del semplice quotidiano,
segreti spesso repressi, confidenze fatte soltanto a pochi, fatterelli forse di
nessuno ma tenuti insieme dal comune subcosciente di tutti.
Sì,
anche questa è America. Pure quella racchiusa nelle storielle di poco conto che
andrete leggendo in questi miei racconti non necessariamente autobiografici; è
molto più facile, infatti, narrare con una certa verosimiglianza letteraria i
fatti degli altri anziché i propri. Come mai, allora, il protagonista della
maggior parte di questi porta il nome di Giuseppe? Beh perché, trattandosi
generalmente di un povero spiantato, ho preferito dargli il mio nome di
battesimo anziché uno dei vostri. Sarete in parecchi, comunque, voi che mi
leggete a trovare pure la vostra immagine riflessa in questo modesto specchio
di vita emigrante.
Sì, anche questa è America. Pure quella fatta
da tanta gente insignificante, ma grazie a cui non pochi sono divenuti grandi.
Pure quella fatta da tanta gente senza un nome
e priva di un volto, ma alle cui spalle non sono stati in pochi a
mettersi in luce e a divenire illustri. Essere egregio, infatti, vuol dire
appunto staccarsi dal gregge, uscire dalla massa…distinguendosi però,
naturalmente.
Aucun commentaire:
Publier un commentaire